Un editore di sedie e di tavoli


[di Giovanna Zoboli]

Quest'anno Guido Scarabottolo sarà ospite d'onore alla Mostra Internazionale di Illustrazione di Sarmede, Le immagini della fantasia 34. A luglio, sono capitata nel suo studio e ho visto le cose che sta preparando per l'occasione. Bellissime. Fra queste, uno sgabello e un tavolino, entrambi realizzati in cartone. Mi ha spiegato di averli progettati in collaborazione con Magis - per il progetto Budding artist ovvero Artisti in erba che si terrà presso la Casa della Fantasia di Sarmede: nel corso di alcuni workshop, le linee guida dell'illustrazione tracciate sugli oggetti da Scarabottolo saranno completate e arricchite dai bambini. In seguito i loro lavori saranno esposte in mostra.

Guido Scarabottolo, tavolino e sgabello per il progetto Budding Artist.

Chi è Magis?, ho chiesto. Magis è un'azienda leader nel settore del design che sta a pochi chilometri da Venezia, a Torre di Mosto. E che quest'anno sarà sponsor di Sarmede. Scarabottolo, che di solito è uomo parco di parole, di Magis mi ha detto meraviglie: creatività, efficienza, disponibilità, rigore, intelligenza, precisione, cura, generosità... Insomma quel genere di parole che non è facilissimo sentir mettere tutte insieme in fila, riferite allo stesso soggetto.

Ora, un po' che un'azienda di quel calibro abbia deciso di fare da sponsor a Sarmede, un po' che quello che mi ha raccontato Scarabottolo su questa realtà e sul suo fondatore, Eugenio Perazza, mi hanno incuriosito, la settimana successiva con la rapidità del vento abbiamo chiesto e ottenuto un appuntamento (efficienza, appunto, e disponibilità...) e siamo andati a Torre di Mosto con l'idea di conoscere Magis per presentarla sul nostro blog. Perché quello che Magis fa, dedicato ai bambini - oggetti, ma non solo -, ci è parso davvero interessante e abbastanza unico.

Magis, Torre di Mosto.

Ques'anno, Magis ha compiuto 40 anni. Nella pubblicazione che riporta gli auguri dei  suoi numerosi e celebri designer, all'inizio si legge: «... l'edificio in cui ha sede Magis [...] ricorda un'antica dimora romana, verde e luminosa, all'interno, con gli uffici affacciati sul giardino. […] Proprio davanti alla porta principale c'è un gruppo di Puppy esattamente come davanti al mio studio...» chi scrive è Eero Aarnio, designer finlandese, creatore di uno dei pezzi più amati e famosi di Magis, Puppy, del 2005, realizzato per la collezione kids Me too: un magnifico cane astratto che ha venduto migliaia di pezzi in tutto il mondo.

Puppy di Eero Aarnio.

Me too è la collezione che Magis dedica ai bambini,  progettata dal 2001 e lanciata nel 2004. Il nome, bellissimo, Me too ovvero Anch'io, testimonia del divertimento e della sensibilità verso i bambini, ed è opera di Eugenio Perazza, che sulla fisionomia e l'identità di Magis imprime la tonalità del proprio pensiero e la propria idea di lavoro. Me Too è una galleria di oggetti incantevoli, molto diversi l'uno dall'altro, poiché molto diversi sono gli stili dei designer che li hanno progettati. Ne fanno parte tavoli di lavoro, seggiolini, scrittoi, grandi giocattoli leggeri e colorati in diversi materiali, aeree sculture in rete metallica, carrellini, librerie, paraventi, scaffali, mini case, cucce, tovaglie e persino vestitini e tappeti volanti... Li accomuna un medesima brillantezza di spirito, ludica, ma priva di leziosità, e una qualità creativa e progettuale immediatamente percepibile. Se il nome Me too allude alla rivendicazione tipica dell'infanzia di oggetti personali fatti a misura propria, gli oggetti che Magis pensa per i bambini non tradiscono la dichiarazione di intenti e si mostrano come riuscite interpretazioni di bisogni, fantasie e abitudini tipicamente infantili: i grandi cani astratti da cavalcare come amabili destrieri, le tovaglie-castello pensate per abitare in santa pace sotto a un tavolo, la cuccia marziana in cui trovare rifugio in mezzo al prato, i letti a castello in cui dormire come in una torre.

Imballo per Pingy: un bello scatolone è utile per giocare.

Di questa collezione, Eugenio Perazza racconta l'inizio, spiegando di averla pensata quando, cercando un tavolo di lavoro per la propria nipotina a cui piaceva molto disegnare, si rese conto che «c'era un mercato povero in termini di qualità di progetto per quanto riguarda oggetti e mobili dedicati ai bambini». Spiega: «La creazione di arredi per piccoli, per esempio seggioline è quasi sempre un'operazione antropometrica: si prende una sedia per adulti e la si riduce di scala. Ecco, noi non abbiamo mai voluto usare queste chiavi di progetto. Ci interessano l'importanza del gioco, gli oggetti polifunzionali, non conclusi che lasciano spazio all'immaginazione. Il nostro primo progetto fu un tavolo, Little Flare di Marcel Wanders, in cui nelle gambe trasparenti in policarbonato i bambini possono mettere i loro oggetti: sassi conchiglie, immagini, foto, quelle infantili collezioni di cose che nutrono la creatività...»

Little Flare di Marcel Wanders e Pingy di Eero Arnio.

Considerando insoddisfacente l'offerta di arredi e giochi per bambini, Perazza decise così di creare una collezione specifica per piccoli dai 2 ai 5-6 anni. In questo modo è nata Me too, che nella storia di Magis ha subito acquisito grande importanza e che Perazza, spiega tranquillo, è intenzionato a fare diventare una delle migliori collezioni di design al mondo per i bambini. Pianificata da oggi al 2020, sta crescendo anche in obiettivi, fra i quali la progettazione di arredi per scuole dell'infanzia, sotto la supervisione di un dipartimento universitario. Nell'asilo di Torre di Mosto si sta conducendo il progetto pilota, in cui sperimentare i nuovi arredi. Ma di questo parleremo più avanti.

Julian di Javier Mariscal; Bunky di Marc Newson.

L'insoddisfazione nei confronti dello stato di cose da cui nasce la volontà di progetti e modi nuovi, è un argomento che non è nuovo a chi fa parte del nostro settore, se è vero che nello stesso modo nacquero i libri che Munari, deluso da quelli disponibili sul mercato, inventò per il figlio; nello stesso modo nacque la casa editrice Emme Edizioni, quando Rosellina Archinto negli anni Sessanta, critica verso la produzione editoriale italiana rivolta all'infanzia, decise di pubblicare buoni libri da far leggere ai propri figli. L'insoddisfazione e la mancanza, insomma, mettono in moto idee e creano nuove visioni.

Eur di Giulio Iacchetti; Dodo di Oiva Toikka.

Il parallelo fra i libri, il lavoro editoriale e il modo di lavorare di Magis, lo stile imprenditoriale di Eugenio Perazza, è messo bene in luce da uno scritto di Giampiero Bosoni, nell'inserto Magis World, all'interno del Catalogo Magis 2016. Scrive Bosoni: «Il fondatore e attuale presidente Eugenio Perazza, ha sempre concepito il suo ruolo proprio in quello spirito di editore che cerca “menti sottili” e “abili mani” capaci di dare forma alla sua idea di oggetti pratici e gradevoli per il vivere domestico. Compito di un editore è quello di definire una linea, mettere a fuoco un contesto, sui quali riflettere insieme a un autore perché quest'ultimo possa poi esprimere la sua personale (ma pur sempre confrontata e condivisa) interpretazione attraverso i propri mezzi e linguaggi. È interessante osservare che come un editore di libri ha nella possibilità di scegliere i formati, il tipo di rilegatura, la qualità della carta e i vari supporti grafici (oltre a naturalmente gli autori) la condizione meta-progettuale per imprimere un carattere culturale e così pure commerciale della sua produzione, così anche per l'editore di sedie e tavoli, il fatto di predefinire alcuni aspetti tipologici, individuare i materiali su cui lavorare, stimolare le scelte tecnologiche-produttive, (prima e durante il percorso progettuale fatto insieme al designer coinvolto) rappresenta una condizione di “progettista primo” che pone le basi per l'elevazione qualitativa del progetto da molti punti di vista.»

Le chien savant di Philippe Starck; My Zoo di Martí Guizé.

Durante la nostra visita alla Magis, mentre ascoltavamo la molte storie di designer, idee, progetti, oggetti che ci venivano raccontate e che hanno scandito la storia quarantennale dell'azienda, quello che abbiamo immediatamente percepito è stata una affinità di metodo – modi, tempi, valori, relazioni – che ci ha molto colpito, perché di solito è difficile che un editore si ritrovi nel modo di concepire l'azienda da parte di imprenditori non di settore. Come afferma Giampiero Bosoni «un editore è qualcosa di più di un semplice imprenditore  dedicato solo al lato produttivo e commerciale: l'editore è innanzitutto un “progettista primo” che ha una sua visione del mondo di oggetti che vuole produrre e interpreta a suo modo lo scenario entro cui vuole collocarli. Uno scenario non solo e non tanto di mercato, ma piuttosto un mondo in continua trasformazione, fatto di stili di vita, comportamenti, usi e costumi che si evolvono, si intrecciano creando nuovi riti, nuovi linguaggi, nuove espressioni che nel caso di un'azienda di mobili diventano nuovi spazi dell'abitare.»

El baùl e Piedras di Javier Mariscal.

La qualità “editoriale” di Magis, il suo porsi come “progettista primo”, al centro di un progetto culturale, è sicuramente una delle ragioni alla base dell'incontro fra Eugenio Perazza e Mostra Internazionale di Sarmede, crocevia fra illustrazione, letteratura, editoria, creatività, connotata negli anni da una ricerca “alta”, mirata alla creazione di occasioni di incontro fra bambini, ragazzi, cultura, arte e gioco. L'idea di diventare sponsor di questa realtà è stato, ci ha spiegato Eugenio Perazza, un piccolo colpo di fulmine, dopo che i bambini dell'asilo di Torre di Mosto hanno partecipato ad alcuni laboratori sarmediani e dopo aver incontrato Monica Monachesi, direttrice artistica, e aver toccato con mano l'ampiezza e la profondità del lavoro che viene svolto alla Casa della Fantasia, fra mostre, laboratori, incontri di formazione, convegni.

Progetto sala mensa per l'asilo di Torre di Mosto.

L'attenzione di Magis verso i bambini, l'intendere come vero e proprio progetto culturale lo spazio che questi abitano e le cose che costruiscono il loro mondo si manifesta, oltre che nella decisione di sponsorizzare Sarmede, nelle costanti e attente cure che da un anno, come abbiamo detto qualche riga fa, sono rivolte all'asilo di Torre di Mosto. Un progetto di ristrutturazione e valorizzazione degli spazi scolastici impostato con la stesso rigore e la stessa libertà mentale che si dedicano alla nascita di un oggetto, assegnando a designer di grande levatura di volta in volta lo studio e l'ideazione dei diversi ambienti scolastici: la mensa, gli esterni eccetera. Un progetto che prevede la realizzazione nel corso di alcuni anni di una struttura del tutto innovativa, che tenga conto di uno dei principi su cui si basa il lavoro di Magis: un bambino impara a riconoscere la qualità, se quello che lo circonda è fatto di qualità - di pensiero, spazi, oggetti...

Durante la nostra conversazione, Eugenio Perazza, che oggi ringraziamo per l'ospitalità, l'accoglienza e il tempo che ci ha dedicati, la prima cosa che ci ha detto, quando gli abbiamo chiesto il perché della decisione di lavorare accanto a istituzioni e realtà educative, è stata: «Tutte le aziende ricevono qualcosa dal territorio ed è giusto che diano qualcosa al territorio.» Un concetto elementare, chiaro, immediato, eppure così poco frequentato. E per questo tanto più straordinario.

Eugenio Perazza.