Uno sciame all’Arsenale

Qualchegiorno fa, abbiamo ricevuto questo messaggio da LucaCaimmi.

Per chi ancoranon fosse andato alla Biennale di Venezia o ancora fosse in dubbio seandare o meno, vi informo che all'Arsenale, precisamente alle Tesedi San Cristoforo, c'’è una mia opera. La mostra LeAccademie di Belle Arti d’Italia completa il PadiglioneItalia ed è una selezione di studenti delle venti Accademiedi Belle Arti d’Italia. In allegato trovate una foto del momentodel trasporto dell'opera e un particolare della mia installazione cherimarrà esposta fino al 27 novembre.

 La cosaci ha molto incuriosito: il destino di Luca sembra assolutamente legatoa rotte marine e  natanti di vario tipo...
Il libro che ha illustrato per noi si intitola,Lanave (testi di AntonioKoch) e da poco per Orecchio Acerbo si è occupato di un Salgarimolto marinaresco.
Così, ho chiesto a Luca se aveva voglia dispiegarmi qualcosa della sua opera, di come è stata selezionata,è giunta a Venezia, è salita in barca e, infine, è approdataa uno dei luoghi più belli e suggestivi legati alla navigazione:l'Arsenale. A voi il suo report.

La mostra raccoglie una selezione distudenti diplomati negli ultimi dieci anni, nelle venti Accademie diBelle Arti italiane  d'Italia. A gennaio, ho saputo di esserestato selezionato per questo evento dall’Accademia di Urbino, che hofrequentato, così ho inviato un portfolio con annesse pubblicazioni. Inseguito, a Roma, una commissione mi ha scelto fra gli undici artistida esporre all’Arsenale.
L’Arsenale è uno spaziostupendo.
Archeologia industriale e militare, grosse gruarrugginite, bacini per navi e un sommergibile proprio vicino alle Tese,dove abbiamo esposto noi delle accademie.


Essendo una ex zona militare, in più a Venezia, ci si arriva soloin battello.
Le casse, con tutte le parti in ceramica dellamia installazione sono state portate in furgone fino a Venezia e poiimbarcate in direzione Arsenale, passando in tratti di mare aperto esotto i ponti dei Giardini dove, a fine maggio, tutto era in fermentoper l’organizzazione della Biennale.

Arrivato il barcone diUrbino, una delle ultime consegne, erano in diversi ad aspettarci. Unaditta di “allestitori seri” e un po' di gente stressata che dadiversi giorni lavorava tutto il giorno, fino a notte, per sistemare lediverse opere e completare l’intero allestimento. Se la zona è bella digiorno, immaginate al buio, con tutti gli spazi illuminati e la frenesiadel momento. Quindi c’è stato un po' di lavoro notturno anche pernoi e, poi, in giro per Venezia, che in questi periodi di vernissageè ancora più bella e cosmopolita.

La mattina successiva:aria stupenda, sole e freddo, montagne innevate che si vedono inlontananza dalla laguna. È quel che vedo dal traghetto che mi portada piazzale Roma fino alla fermata “Bacini”. Mi avvio a completarela mia opera: la parte dipinta a muro, che mi impegna circa mezzagiornata. Quando ho finito, lascio tutto in mano agli “allestitoriseri”, che sistemeranno i dettagli.
Intanto il mio amicoCaius con Lucia mi sono venuti a prendere. Ci facciamo un giro in quellazona di Venezia dove è facile perdersi, abitata solo da veneziani e pienadi osterie dove le signore vanno a farsi il bicchiere, il pomeriggio. Perquel che mi riguarda, tutto è pronto per l’apertura del 4giugno. Giorni ricchi di inaugurazioni, eventi, personaggi famosi, addettiai lavori, curiosi, artisti e illustratori.

Protagonista diA real help (ceramica, pittura acrilica a parete constencil, 400 x 350 cm) è il lavoro delle api che volano a sciami intornoa delle forme nere. Le forme nere sembrano sterco oppure gomma. Il mieleè poco e cosa ci fanno tante api, qui? Sicuramente stanno lavorando peraiutare loro stesse e una presenza umana che fuoriesce dal centro. Le apisembrano mosche e lo sterco è in realtà molto bello, lucido, avvolgente,prezioso e inodore... tutto ha una doppia valenza. Il senso di minacciaè negato da una lettura più speranzosa.