di Massimo Scotti e Antonio Marinoni, 2009
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Uno scompartimento di treno è una navicella spaziale, che porta, come al cinema, nel presente, nel passato, nel futuro. Niente effetti speciali. Cento per cento parole e immagini. L’ora blu trae ispirazione da un luogo in cui la concentrazione di storie è elevatissima: una stazione ferroviaria di città, davanti alla quale la gente va e viene. Chi in procinto di partire, chi in attesa alla fermata dell’autobus, chi indeciso sull’ultima cartolina da imbucare, chi lì semplicemente per caso. Ogni stazione è un luogo magico, un contenitore adatto sia alla puntualità, sia al ritardo, sia al presente assoluto, sia all’eternità. In L’ora blu, Scotti e Marinoni rubano a questo spazio urbano tutto il potere narrativo che gli si confà da secoli. Facce, voci, lingue, odori, qui si mescolano e il più delle volte non hanno nomi. È un enigma vedere apparire e scomparire un convoglio all’orizzonte. Viene spontaneo domandarsi dove vada. […] Lo scompartimento di un treno è una cabina di regia ideale per architettare effetti speciali. Non sediamo in un cinema e nemmeno a teatro, leggendo L’ora blu. Stiamo in poltrona, su una sedia o un divano. Ma è dritti in queste due luoghi che ci portano le tavole di Marinoni. Il finestrino è uno schermo di fronte a cui il lettore trasecola, perché su di esso, pagina dopo pagina, si affacciano, in un crescendo di distanza dal paesaggio reale, le impressioni e le storie di personaggi visionari: […] Tony Tanner, e i due innamorati usciti dal passato, Hortense e il conte di Saint-Germain. L’ora blu è un albo illustrato, che sconfina nel racconto d’avventura, nell’autobiografia, nel romanzo d’amore, nel diario di viaggio, nella commedia umana.
Da L'arte del viaggio, di Giulia Mirandola, Catalogone 2009.