di Giovanna Zoboli e Simona Mulazzani, 2013 20,00 | Acquistalo su Topishop
Un libro perfetto, come sono del resto tutti i libri nati dall'incontro di queste due autrici, che racconta di un momento perfetto, quello del pisolino, che è un sonno declinato al sonnellino, pacato, tranquillo, un dileguarsi silenzioso e in punta di piedi dalla realtà, oplà, e il farlo in qualsiasi momento un gesto che suscita immediata tenerezza, una concessione poetica che non ha età nel suo farsi piccola.
Il sonnellino abita nella casa delle parole affettive di molte famiglie, lo ha fatto anche nella mia. Al sonnellino, alle coperte poste e rimboccate, ai cuscini improvvisati, alle persiane socchiuse, ai giri verso il basso delle manopole dei volumi, ai libri sottratti di mano e agli occhiali fatti scendere dal naso, sono legati molti dei miei più cari ricordi, e profonda commozione.
In esso, gli esseri umani e animali, di tutte le età di tutte le etnie di tutte le razze, sprofondano con la stessa indifesa fiducia. Il pisolino è un vezzo di divertita levità, è una marachella commessa in barba alla chiamata dell'impegno indefesso, è un frazione di festa dal lavoro, qualsiasi, è qualcosa di indescrivibile, sensibile e fragile, perché intimo e personale, che Giovanna Zoboli e Simona Mulazzani, con i versi di una poesia che giocano anche in questa occasione al ritmo di una perfetta consonanza, hanno saputo cogliere con profonda grazia.
Conta le pecore il coccodrillo dormon le pulci con il mandrillo. Russano in coro il rospo e la rana il ghiro e il tasso han lo stesso pigiama.
Il grande libro dei pisolini, tra le molte suggestioni e possibilità di lettura, custodisce al suo interno, abbiamo scoperto, anche un tesoro tutto da scoprire: un involontario, ma per questo non meno efficace, omaggio all'errore creativo di Gianni Rodari.
Cinque giraffe nei sacchi a pelo nove ippopotami sopra il divano. Tre foche monache su sei poltrone. Sei colombacci su tre ottomane.
Un errore forse, ma di sicuro una svista piena di possibilità, che in fondo altro non è se non un'inaspettata dedica a chi, come scrisse Rodari nella sua Grammatica della fantasia, «crede nella necessità che l'immaginazione abbia il suo posto nell'educazione; a chi ha fiducia nella creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola», di cui vi consiglio di leggere qui.
Da Di autunno, di pisolini, di ninna nanne e di sogni, di Elisabetta Cremaschi, in Gavroche. Parole e figure dell'infanzia, 23.09.2103.