di Lucia Tumiati e Francesca Zoboli
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La casa editrice Topipittori ci ha abituati ad albi di eccezionale fattura e qualità, sia dal punto di vista dei contenuti che della realizzazione grafica. Anche questo è un dato distintivo del suo catalogo, una scelta portata avanti con coerenza e determinazione.
Spesso questa bellezza si mescola volutamente a storie che non si consegnano immediatamente al lettore alla prima lettura.
Sono racconti articolati, ricchi di metafore, impreziositi da parole poco affini al linguaggio comune.
Farfalle di Lucia Tumiati e illustrato da Francesca Zoboli è uno di quei libri.
La storia dietro la storia è essa stessa affascinante in quanto la scrittrice dice di aver tratto ispirazione da un racconto del padre, medico fermamente antifascista e per questo osteggiato nella sua professione.
Avendo vissuto sulla pelle i terribili anni della seconda guerra mondiale e patito le difficoltà dovute al fatto di essere di figlia di una donna ebrea e quindi costretta a vivere a lungo nascosto, Lucia Tumiati narra con cognizione di causa di un mondo in cui le Bestie Grosse e Pratiche decidono di sbarazzarsi di tutto ciò che è colpevole di essere libero e bello: le farfalle.
È un annuncio che le getta nel panico e che al tempo stesso spinge la scrittrice e chiedere e chiedersi se nascano così le guerre.
Da uno sguardo invidisioso, da chi cova rancore e pensa di placare il proprio animo in fermento accadendosi su ciò che è innocuo.
Le farfalle che, grazie a un piccolo prodigio di cartotecnica si svelano nelle loro meravigliose tinte e sfumature tra le pagine del libro, decidono di riunirsi a consiglio per adottare una linea comune e provare a fronteggiare questa minaccia.
Si alzano in volo da ogni angolo del pianeta: ci sono le Saturnie con le loro ali enormi, le Sfingi d’Oro dagli strani disegni, le grandi Vanesse accanto alle timide Sèmeli.
L’anfiteatro dove si ritrovano è un tripudio di colori ed è la voce di una delle più piccole di loro a prendere la parola.
A sorpresa difende la decisione delle Bestie perchè sì, in fondo è vero, tutta quella bellezza non serve a nulla.
Le farfalle, a differenza di api, ragni e altri animali sono inutili e quindi tutta quella maestosità, quell’incanto deve sparire.
Annullarsi per non essere annullate.
È questo il prezzo da pagare per la vita? E così fanno. Prese dalla paura, quel terrore che, lo sappiamo, a volte ci annebbia la mente e fa perdere di razionalità ogni decisione, le farfalle si deprivano della loro bellezza: ogni parte dei loro manti colorati viene cancellata e nell’anfiteatro resta un triste tappeto variopinto, presto portato via dal vento.
Non si riconoscono più le farfalle, ora che sono tutte omologate e volano sperse in un mondo che assiste triste al loro passaggio.
L’incubo, però, non dura a lungo perchè protetta dai suoi bozzoli una nuova generazione di farfalle è pronta a sbocciare.
Le nuove vite hanno un dono: crescono all’oscuro di quanto è avvenuto in passato, ma possono e devono avere occhi e orecchie bene attente non solo a saper cogliere il bello, ma anche a comprendere gli errori per evitare di rifarli.
La bellezza non la puoi fermare.
Puoi spaventarla, confonderla, minimizzarla, ma lei è tenace.
Resiste e presto o tardi spicca il volo, come una meravigliosa farfalla.
Da Farfalle di Marta Bianco in Bufò Libreria, Giochi, Family Store, 22 giugno 2017.
In un mondo dominato dalle Bestie Grosse e Pratiche, abituate a conquistarsi la vita con prepotenze e inganni, creature libere e spensierate come le farfalle possono sembrare inutili perdigiorno e perfino dannose. Una primavera, il risentimento verso di loro esplode in una dichiarazione di guerra aperta: le farfalle devono scomparire. Stupite e spaventate, le farfalle di ogni parte del mondo si riuniscono in un antico anfiteatro per decidere il da farsi. Farfalle di ogni specie e colore attraversano i mari, le foreste e tutti i cieli del mondo. Quando si sono riunite, è il filugello a prendere per primo la parola: anche se le farfalle pensano di non fare male a nessuno accontentandosi della loro gioia di vivere, le Bestie Grosse e Pratiche hanno ragione ad avercela con loro, perché chi ozia tutto il giorno dà il cattivo esempio. Anche le altre farfalle dovrebbero produrre qualcosa, come il filugello, ma prima di tutto dovrebbero rinunciare alla loro bellezza e a tutti i loro colori, perché sono quelli a provocare l’invidia e il rancore degli altri animali. Le farfalle non sanno che fare, ma, da creature pacifiche, per salvarsi sono disposte a tentare anche la soluzione più estrema.
Le farfalle di Francesca Zoboli svolazzano tra le pagine del libro, e non è una metafora. Pagine col profilo e i colori di enormi ali fanno da intermezzo alle pagine scritte, alternate a illustrazioni più tradizionali. Grandi capolettera colorano anche i testi, con diverse inclinazioni che ricordano il volo irregolare delle farfalle. Farfalle che sono le vere protagoniste del libro, descritte nella specificità di ciascuna specie, ciascuna con il suo nome e i suoi colori. Un’esca perfetta per entomologi in erba, ma non è questo lo scopo del libro: la storia è piuttosto un’allegoria con riferimenti velati a fatti storici, politici e di cronaca, un apologo che attinge al genere della favola e all’oratoria. Nonostante la semplicità della storia, un albo non esattamente per bambini che prende vita dall’incontro di due progetti distinti: le farfalle nascoste nel libro erano state pensate da Francesca Zoboli per la mostra Funes o della memoria, curata da Marcella Brancaforte e Marco Trulli nel 2013; il racconto, invece, è una storia del padre dell’autrice, lo psichiatra Corrado Tumiati. Un incontro che non diventa la fusione che caratterizza gli albi più riusciti ma che è comunque l’aspetto più interessante del libro: la memoria e la fantasia, la politica e la bellezza, la carta che da supporto diventa traduzione concreta di ciò che vuole raccontare.
Da Farfalle di Annalisa Scarpa, in Mangialibri, 2017.