Nel 2010, la Fondazione NuovoOspedale Alba-Bra Onlus ha pubblicato il libro Io,l'ospedale lo vedo così, nato da un anno di lavoro degliinsegnanti insieme ai bambini delle scuole elementari della provincia diCuneo. Il volume raccoglie idee e proposte per la costruzione del nuovoospedale Alba-Bra. Centinaia di pensieri, riflessioni,racconti, osservazioni, realizzati dai bambini sotto forma di disegni,scritti, collage, costruzioni, mappe, plastici, sui temi piùdiversi: le cure, le tecnologie, le camere, il personale, i medici,la vita quotidiana, gli spazi l'architettura, ...
Elaborati pieni di intelligenza, immaginazione,umorismo, speranza, per attraversare con coraggio, fiducia e passo allegroi temi della paura, del dolore fisico, del timore della solitudine,della malattia, cercando, come scrive Elisa Miroglio, presidente dellaFondazione, nella prefazione al volume, di immaginare l'ospedale non solocome “luogo per tutti, ma di tutti”. E come ormai spesso accade inambito pediatrico, in cui il punto di vista dei bambini sta diventandol'elemento discriminante nella progettazione degli ambienti, nellasomministrazione delle cure, nei comportamenti del personale, la grandericchezza dei materiali raccolti e selezionati sta avendo una ricadutareale sulle forme e la vita dell'ospedale, concorrendo fattivamentealla sua ideazione e al suo miglioramento.
Vi proponiamoqui, dal libro, la bellissima “storia della buonanotte”La flebo magica.
Nell'ospedaledi città del Messico, un bambino Jonh era nel letto della salabambini e tremava di paura. L'infermiera Claudia gli mise la flebonon sapendo che era magica. Durante la notte, Jonh ad un tratto,udì una vocina che gli chiedeva se aveva sete. Jonh si girò unpaio di volte e, alla fine, vide la flebo che apriva la boccae gli chiedeva se voleva un chinotto artigianale, un EstaThe,una Pepsi, una Fanta, una Sprait, una gassosa o dell'acqua. Jonhun po' disorientato chiese il Chinotto.
La flebo gli disse che avrebbero fattoun piccolo viaggio. Dopo aver bevuto il Chinotto, ad un tratto scomparvee si ritrovò nello spazio respirando dalla flebo. Uscirono dalla ViaLattea e si diressero verso la galassia H. Quando arrivarono atterrarononel pianeta Hospital, si ritrovarono in un ospedale per bambini dovesi curavano infrettissima perché c'erano dei farmaci spaziali che,una volta iniettati nelle vene, mantenevano il loro effetto per 20-30anni. C'era una piscina con acque curative, le infermiere raccontavanostorie alla sera e facevano guardare un po' la super mega TV a 100pollici ed a 40 indici che ti coinvolgeva nel film. A pranzo venivanoservite pizza e pasta al forno in bianco spaziali e alla sera ai bimbipiccoli si cantava la ninnananna.
Si accorse che era tardi:doveva tornare nell'ospedale Terrestre. Chiese un passaggioipergalattico al portale tri-galattico e ritornò all'ospedaleTerrestre. Poi coi genitori tornò a casa sua e per 20 anninon si ammalò più!!!
Se qualcuno fosse interessato al libro, puòrichiedere informazioni sulle modalità di acquisto, alla pagina contattidella Fondazione.