di Joanna Concejo, 2008
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Una finestra. Una sedia. Un macina caffè. Un personaggio grigio che non è nessuno e che ogni sera, in silenzio, fabbrica stelle vere.
Il Signor Nessuno è voltato di spalle, davanti alla finestra e guarda oltre il davanzale. Un guardare lungo, che somiglia all’attesa e che con gli occhi del pensiero va lontano. La sensazione è di sospensione. È l’alba e, a quell’ora, chi non è sveglio, sogna. Scrive Roger Callois: «L’apparizione è lo strumento del fantastico: ciò che non può accadere e che tuttavia si produce, in un punto e in un istante precisi, nel cuore di un universo perfettamente sondato e dal quale si credeva bandito per sempre il mistero. Tutto appare come ogni giorno: tranquillo, banale, senza nulla di insolito, ed ecco che lentamente si insinua, o all’improvviso erompe, l’inammissibile.» Sulle pagine de Il Signor Nessuno accade esattamente questo.