di Hélène Gaudy e Simone Rea, 2016
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Siamo proprio sicuri che la paura del buio riguardi solo i bambini? Andare a dormire, lasciare lo spazio al buio e alla notte è sempre un momento critico per tutti, anche per gli appassionati del notturno. Nuove forme, assenza di colore, silenzio. Chi abita il buio? Chi può dirlo con certezza? C’è chi vive la notte affrontandola con spavalderia e chi invece la subisce entrando in un mondo fatto di sogni, di lenzuola e di abat-jour rivolte verso il muro o vestite di foulard dai toni grigi per lasciare uno spiraglio di luce. Quando siamo piccoli la regola è si sta svegli di giorno e si dorme di notte ma, per farlo, dobbiamo avere la certezza della ritualità che apre la porta di un mondo fatto di pochi colori dove il grigio la fa da padrone.
Oscar, il piccolo protagonista, coniglietto con gli occhiali, non vuole la notte, la notte lo annoia. Lui vorrebbe fare tutto quello che fa di giorno, giocare, mangiare, fare girotondi ascoltare delle storie. “Ma la storia è finita: adesso è ora di dormire” – dice la mamma ad Oscar.
Ecco che qui si apre l’incanto e la magia di questo libro dove il testo e le immagini viaggiano parallelamente senza che una diventi didascalia per l’altra. Ci sono un papà e una mamma, che sono i nostri genitori, i genitori di tutti noi, una casa che è nostra e Oscar che siamo noi oppure noi siamo quella mamma o quel papà e Oscar è il nostro bambino. È ora di dormire.
Gli autori ci fanno entrare in questa casa e in queste vite comuni, in punta di piedi un po’ come “La finestra sul cortile” noi siamo spettatori, siamo dentro perchè ci appartiene e fuori perchè non siamo noi i protagonisti. Oscar ha paura del buio, la mamma vuole dormire. Il papà prepara una tisana, il latte per oscar, è presente e silenzioso. È un mondo di affetto, di fatica, di lotta tra amore e regola.
Voglia d’intimità tra adulti, quell’intimità che con l’arrivo di un figlio viene inevitabilmente minata. La mamma perde la pazienza e poi la ritrova, il papà arriva dove lei non ce la fa, il gatto segue queste tre vite facendo la sua, un po’ come noi. È un gioco-forza dove alla fine Oscar cede alla notte ed entra nel mondo dei sogni e i grandi escono in punta di piedi, ritrovandosi nella loro vita di genitori.
La matita di Rea trasforma questo momento comune in un momento speciale. Per chi conosce questo illustratore sa che è un’eccellenza nel dominare la tecnica dell’acrilico ma questa opera così raffinata lo rende unico anche in questa realtà fatta di matite colorate che ritroviamo ne L’uomo dei palloncini, testo di Giovanna Zoboli, Topipittori, 2014. Le sue matite lavorate per questo progetto sul cartonlegno, supporto difficilissimo da gestire, fanno di lui un artista outsider.
I colori scelti ci presentano un illustratore sapiente, l’azzurro del copriletto, della cameretta, dei pantaloni della mamma, della capanna-nascondiglio-tana e delle pareti ci fanno pensare al cielo, al giorno in contrapposizione al nero della notte.
Non è un nero assoluto come ci suggeriscono le parole dell’autrice, Hélène Gaudy. Troviamo infatti tante sfumature di grigio che ci conducono dolcemente al nero. Elementi familiari e non, stanno al gioco del chiaroscuro e questo vedere ci fa pensare a qualcosa di amico, di non pauroso. Nera è la notte ma anche i pantoloni del papà e il cardigan della mamma. Grigio è il sentiero che ci porta nel sogno, nel riposo. I pois sono dappertutto come l’allegria di una casa abitata da persone che si vogliono bene. Il rosso è la vita, l’amicizia, il gioco. Rosso è il maglione del papà, il tappeto dei giochi, i giochi stessi, un mondo rosso è quello del frontespizio dove vivono gli amici del piccolo protagonista. Rossi sono anche gli occhiali di Oscar.
Per i più attenti Rea ci regala uno spin-off, in casa appesa al muro c’è anche la rana di Favole di Esopo, Topipittori, 2011. Héléne Gaudy, autrice parigina, Simone Rea, illustratore di Albano Laziale dove vive e lavora, ci fanno fare pace con la notte, con la paura. Ci fanno sentire un po’ meno soli. Chi di noi non è stato Oscar? Quanti Oscar ci sono nel mondo da mettere a letto? Ecco, dorme anche il gatto, ora possiamo spegnere la luce.
Da Via buio, togliti!: un viaggio nella notte in punta di piedi, di Giulia Coniglio, in Outsiders Webzine, 1 ottobre 2016.