Una frescura al centro del petto

“Una capanna, un rifugio, nel quale sentirsi protetti ma fatto in modo che si possa contemplare il cielo, con i suoi misteri”.

È l’immagine che la scrittrice Silvia Vecchini consegna al lettore di “Una frescura al centro del petto” a proposito dell’albo illustrato.

Sì, proprio un titolo di meraviglia che veste con delicatezza pagine di attesa e scoperta.

L’autrice indaga, approfondisce, confronta, offre i suoi studi come ingresso ai luoghi della conoscenza. Parla di pensiero magico e di ricerca della spiritualità, del diritto di porsi le grandi domande e di incontrare il mistero della vita, al di là della religione o della non religione degli adulti. Intende la spiritualità come una terra di mezzo in cui ognuno può trovare rifugio e scoprirsi, perché l’unica definizione è quella del cuore.

Come accompagnare i bambini nel rifugio da cui guardare le stelle? Attraverso la strada dell’attenzione e della meraviglia, leggendo insieme un libro illustrato, un paesaggio, la propria dimensione interiore. “Accompagnare, offrire con generosità storie e figure, ascoltare e rispondere”. Occorre seminare libri nel percorso di crescita dei bambini, spiega l’autrice: “libri che aprono orizzonti sulle realtà spirituali, occorre avere questo tipo di speranza e pazienza”.

A questo punto inizia il viaggio. Una costellazione di albi illustrati, frutto di desiderio e ricerca di Giovanna Zoboli e Paolo Canton, fondatori a Milano, nella primavera del 2004, della casa editrice Topipittori.

Silvia Vecchini riconosce nelle scelte degli editori “un appello lieve, costante, affettuoso all’ascolto del mistero della vita”. Sente compiersi nel connubio di immagini e parole una creatività continuamente rinnovata. Usa l’immagine della fonte antichissima per spiegare il ricco patrimonio di libri realizzati in quindici anni di vita, oltre 220 titoli. Rintraccia cinque sentieri nell’importante catalogo: nascere; cercare il mistero nascosto delle cose; conoscersi; aprire le fonti; amare la bellezza. Per ogni percorso tanti preziosi libri a cui affidarsi. Gli albi illustrati di Topipittori sono avventure per il cuore, ponti sicuri da attraversare verso l’esplorazione.

L’ultima parte del saggio è dedicata ai dialoghi dell’autrice con Giovanna Zoboli e Giulia Mirandola. A loro chiede di raccontare esperienze e scelte. La scrittrice e cofondatrice di Topittori, Giovanna Zoboli, spiega come il percorso intrapreso si chiarisca strada facendo e come i libri nascano dagli incontri e dalle situazioni inaspettate. Spiega l’importanza di dare spazio a illustratori e autori ancora inascoltati, perché rappresentano una possibilità di pensiero fino a quel momento inesistente: “Ci sono esperienze interiori che non avvengono perché non trovano tempi e spazi adeguati. E finché non li trovano, non si realizzano”.

Giulia Mirandola, punto di riferimento nel mondo dell’editoria e della formazione per la lettura delle immagini dei libri, mette in luce il potenziale educativo dell’albo illustrato nella vita dei bambini e degli adulti: “Laddove l’oggetto risponda a determinate qualità, leggere le figure significa guardare con tutto il corpo, non solo con gli occhi”.

Un saggio ricco di riflessioni, bibliografie, immagini, pensato per insegnanti, atelieristi, educatori, ma anche genitori, studenti, librai, bibliotecari, psicologici, terapeuti e appassionati di libri per ragazzi.

Da Topipittori e i motivi di una scelta: aprire le fonti e amare la bellezza, di Silvia Paccassoni in Dorature, 16.09.2019.

Ai bambini si può parlare di tutto, l’importante è trovare le parole, i modi, gli strumenti più giusti, idonei, adatti, adeguati, efficaci: Silvia Vecchini ha una notevole esperienza nell’ambito della scrittura per l’infanzia e per l’adolescenza, il che la porta anche ad avere numerose occasioni di incontro con i ragazzi, e spesso a vivere il privilegio di trovarsi accanto a loro nel momento in cui per la prima volta i loro pensieri prendono forma. Ciò che nella sua esperienza sostiene infatti di aver riscontrato è che spesso la scrittura prende spunto dall’autobiografia: del resto ogni opera porta traccia del suo artefice, senza il quale non esisterebbe, e quindi anche quando ci si inventa un altro mondo o quando si descrivono delle figure che non hanno nulla a che vedere con la realtà in verità si costruiscono delle specie di schermi, che proteggono ma allo stesso tempo evidenziano l’identità dei soggetti, come se fossero sotto la luce di un riflettore. Per esempio i ragazzi sono molto sensibili allo sforzo, al desiderio, alla conquista e alla bellezza del sapere: sono percezioni che si affacciano alla soglia della coscienza già in tenerissima età, quando hanno sensi spalancati per ricevere e scoprire ma richiedono anche l’aiuto di un adulto che li tenga per mano e li guidi. Del resto a loro appartiene anche una spiccata spiritualità, un po’ quella che faceva dire a Matisse che ogni arte è religiosa, ma non in senso confessionale…

Già in età precocissima i bambini cominciano a realizzare i primi scarabocchi disordinati, per poi iniziare a un anno a disegnare in maniera vera e propria, anche se certo non strutturata, e dopo poco tempo sono facilmente in grado di abbinare i colori in maniera via via sempre meno convenzionale, accostando quelli caldi a sensazioni di apertura, mentre le tinte fredde sono di consueto più caratteristiche di personalità introverse, e se da un lato non si può dire che in realtà il disegno libero, che è e deve restare un gioco, del bambino possa essere interpretato, dall’altro è senza dubbio un formidabile strumento comunicativo: come dice il sottotitolo stesso di questo volume dal titolo lirico e immaginifico, nella crescita e nella vita interiore dei bambini l’albo illustrato ha una rilevanza di primissimo piano. Silvia Vecchini, perugina, dottoressa in lettere moderne, è appassionata di poesia, sceneggiatrice di fumetti, da anni scrive libri per bambini, romanzi per ragazzi, graphic novel: qui con approccio chiaramente divulgativo, competente ma mai didascalico o cattedratico, con grande ricchezza di esempi e un lessico limpido che si rispecchia nelle immagini a corredo, si immerge e fa immergere in una dimensione che si prefigge l’obiettivo che è poi quello dell’arte, ossia di conoscere l’inconoscibile e comunicare l’incomunicabile. Attraverso un tipo di linguaggio diverso da quello delle parole e a esso complementare, ovvero quello delle arti figurative, l’autrice dimostra come un albo possa essere un ottimo strumento per instaurare un dialogo solido, reciproco e costruttivo tra adulti e minori, che così potranno essere accompagnati nella crescita senza mai sentirsi sbagliati e imparando a coltivare e a non perdere nessuna delle parti di sé che li compongono e che li rendono unici, speciali e perfetti.

Da Una frescura al centro del petto, di Gabriele Ottaviani in Mangialibri, 2019.