14,00 | Acquistalo su Topishop
Siete alla ricerca di un libro da leggere in una classe di bambini che frequentano la scuola d’infanzia o le elementari? Per come è concepito, questo libro potrebbe rispondere alle vostre esigenze. La coda canterina si presta alla lettura in gruppo e allo svolgimento di giochi e attività adatte a stare insieme quando si è numerosi. La storia si sviluppa a partire da un rompicapo, la cui risoluzione sfugge di continuo ai personaggi che ne sono protagonisti . Il problema individuale di un bambino, si estende a una piccola comunità di adulti, diventando una questione collettiva. Quante volte capita, nella realtà, di trovarsi nelle medesime circostanze? La domanda, però, è un’altra: chi e come, in casi come questi, può collaborare a trovare una soluzione adeguata? Invitate i lettori a offrire il proprio contributo sull’argomento e lasciate che la loro immaginazione si spinga fin dove vuole arrivare. Le autrici di questo libro hanno fatto lo stesso. Il tono generale è scanzonato, paradossale e per questo La coda canterina è un libro in cui inventare soluzioni ai problemi è molto divertente. [...] La dimensione dell’ascolto marca più di tutto La coda canterina, anche quando in luogo delle corde vocali vengono attivate corde interiori, il pensiero, le emozioni. Una coda che canta non si esaurisce in uno shock percettivo. Essa dice di più. Per esempio: voglia di uscire, crescere, superare limiti; bisogno d’ascolto da parte di un mondo adulto che sente con le orecchie, ma, nonostante l’impegno, può non “sentire” il senso; piacere di sguinzagliare desideri così grandi, da farci volare, per un po’, in alto, lontano, via da tutto; necessità di muovere le idee e il corpo in uno spazio né stretto né largo, ampio secondo i nostri desideri ampi; ricerca di continuità tra luoghi d’origine e d’elezione; possibilità di tracciare attorno alle cose di questo mondo itinerari fantastici; scoperta che una coda non è mai senza capo e che un bambino non è mai senza testa.
Da A 40.052 chilometri da qui, di Giulia Mirandola, Catalogone 2010.
Siete alla ricerca di un libro da leggere in una classe di bambini che frequentano la scuola d’infanzia o le elementari? Per come è concepito, questo libro potrebbe rispondere alle vostre esigenze. La coda canterina si presta alla lettura in gruppo e allo svolgimento di giochi e attività adatte a stare insieme quando si è numerosi. La storia si sviluppa a partire da un rompicapo, la cui risoluzione sfugge di continuo ai personaggi che ne sono protagonisti . Il problema individuale di un bambino, si estende a una piccola comunità di adulti, diventando una questione collettiva. Quante volte capita, nella realtà, di trovarsi nelle medesime circostanze? La domanda, però, è un’altra: chi e come, in casi come questi, può collaborare a trovare una soluzione adeguata? Invitate i lettori a offrire il proprio contributo sull’argomento e lasciate che la loro immaginazione si spinga fin dove vuole arrivare. Le autrici di questo libro hanno fatto lo stesso. Il tono generale è scanzonato, paradossale e per questo La coda canterina è un libro in cui inventare soluzioni ai problemi è molto divertente. [...] La dimensione dell’ascolto marca più di tutto La coda canterina, anche quando in luogo delle corde vocali vengono attivate corde interiori, il pensiero, le emozioni. Una coda che canta non si esaurisce in uno shock percettivo. Essa dice di più. Per esempio: voglia di uscire, crescere, superare limiti; bisogno d’ascolto da parte di un mondo adulto che sente con le orecchie, ma, nonostante l’impegno, può non “sentire” il senso; piacere di sguinzagliare desideri così grandi, da farci volare, per un po’, in alto, lontano, via da tutto; necessità di muovere le idee e il corpo in uno spazio né stretto né largo, ampio secondo i nostri desideri ampi; ricerca di continuità tra luoghi d’origine e d’elezione; possibilità di tracciare attorno alle cose di questo mondo itinerari fantastici; scoperta che una coda non è mai senza capo e che un bambino non è mai senza testa.
Da A 40.052 chilometri da qui, di Giulia Mirandola, Catalogone 2010.