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Poesie per aria. Un titolo e una figura, non altro, e il libro di Chiara Carminati e Clementina Mingozzi, sta già raccontando moltissimo di sé. Che si tratta di una raccolta di poesie. Che il pubblico della poesia non è formato solo dagli adulti, ma anche dai bambini. Che la poesia va come i piedi di questa bambina, un po’ attaccati al suolo e un po’ sospesi, e scalzi, per sentire meglio. Che non si scrivono poesie solo per innamorati, perché la poesia è una voce, un canto, non un affare di cuore. [...]
Cos’è l’aria? Qualcosa che ha a che fare con il respiro. Luce Irigaray ha scritto che «soltanto la madre respira per il bambino. Dopo la nascita ciascuno(a) di noi, dovrebbe respirare per sé” e aggiunge che aria è un luogo «in cui respirare e contemplare ciò che ci unisce e ci divide, ciò che ci collega all’universo e rende possibile la nostra solitudine come i nostri scambi». Anna Maria Ortese sostiene che «La libertà è un respiro. Ma tutto il mondo respira, non solo l’uomo. Respirano le piante, gli animali. C’è ritmo (che è respiro) non solo per l’uomo. Le stagioni, il giorno, la notte sono il respiro. Le maree sono un respiro. Tutto respira, e tutto ha il diritto di respirare. Questo respiro è universale, è il rollio inavvertibile e misterioso della vita». Per Carminati e Mingozzi: «L’aria è fiato, soffio e brezza / sulle guance ti accarezza. / L’aria gonfia, svela, spinge / con le nuvole dipinge / fischia e schiocca tra le fronde / si riposa sulle onde. / L’aria è tutto e non è niente / c’è anche quando non si sente.» [...]
Le Poesie per aria bisogna averle viste, almeno una volta nella vita, per saperle scrivere e illustrare, e bisogna andarle a cercare, durante la lettura e successivamente, perché non restino pagina morta. La casa di queste poesie non è la confenzione del libro, bensì il mondo. Cercare poesie per aria è un gioco perfetto in estate, autunno, inverno e primavera, e consiste nel guardarsi intorno, dove si vuole: fuori dalla finestra, per terra, in mezzo al mare, sul limitare del bosco, ai bordi di una pozzanghera, nei pressi di una laguna, a ridosso di una ferrovia, in cima a un promontorio, vicino agli animali, sulla cresta di un’onda.
Da Faremo una poesia, di Giulia Mirandola, Catalogone, 2009.