Sandol Stoddard e Ivan Chermayeff, 2018
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Un albo commovente, che racconta in modo poetico – la traduzione del testo di Sandol Stoddard è stata affidata a Bruno Tognolini – l’inizio della giornata. Una mamma che chiama, che saluta in modo sbrigativo, che urla, che invita ad alzarsi, a vestirti, che sollecita a far presto, a indossare maglione, calzini e scarpe, «a lavarsi le mani, tutte e due, bene», a mettere la maglia, che pretende la velocità, «dai, per favore». Un bambino che si attarda, in silenzio, perso nei suoi pensieri che si mescolano con le richieste incalzanti della mamma. «Stavo pensando … stavo pensando sul lavare bene … stavo pensando all’acqua, a secchiate, a ruscellate, a vasche piene e a cose fredde come pietre lisce e a tutte le conchiglie e le campane e fontane … Stavo pensando a lune e palloni. A palloni e poi a ruote. A palloni e poi a foche …».
I pensieri del piccolo sono ricchi di colori, immagini, sapori, sono affidati ad una scrittura sensoriale concreta, emozionante; l’immaginazione ha il sopravvento sulla realtà; il tempo viene sospeso e si dilata per far posto a luoghi, a grotte profonde, a giardini e a stagni, a cieli blu, a giochi, ad animali grandi ma anche ad animali lenti, alla pioggia e all’amore. «Io stavo pensando che ti voglio un milione di bene … anzi un bilione … anzi un trilione … stavo pensando che ti voglio bene come una torta di crema e cioccolato …».
La narrazione mette in poesia un momento spesso vissuto in modo tragico e faticoso in quasi tutte le famiglie: uscire alla mattina di casa in fretta per essere a scuola e al lavoro puntuali! Le parole poetiche di questo albo suscitano una serie di riflessioni:
- il fatto che spesso la comunicazione con i nostri figli è sterile, è di tipo funzionale, dettata da ritmi veloci e scambi comunicativi rapidi, superficiali, strettamente limitata e riferibile alla concretezza di cose da fare … usiamo spesso un linguaggio povero, manchiamo di ascolto reciproco ed empatico. Non perdiamo tempo ad ascoltarci e a parlarci.
- Che effettivamente non conosciamo intimamente i nostri figli, i loro pensieri ricchi variegati, colorati, densi di immagini, scoperte,
- Che non ci soffermiamo a pensare, che il pensiero non è contemplato nelle nostre giornate, che non favoriamo la riflessione, che conduciamo una vita caotica che non riconosce questo bisogno, questa necessità, questa urgenza interiore che dovremo coltivare in noi ma che dovremo anche alimentare nei nostri bimbi.
- I bambini ci vogliono bene comunque, nonostante tutto … anche se manchiamo, siamo distratti, presi da altre mille cose, continuamente affaccendati, sempre concentrati su altro … ecco i nostri bambini ci amano anche se siamo in difetto, con loro!
Un libro per bambini, non so… forse più per adulti che devono tornare a pensare!
In Stavo pensando, di Maria Teresa Nardi, da Libri e giochi, 28.10.2018.