Velluto. Storia di un ladro

di Silvana D'Angelo e Antonio Marinoni, 2007
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Nella casa di un architetto e di una ballerina, il ladro Velluto non tocca nulla, ruba a naso. Un’opera d’arte che risale il tempo e ritrova intatto il profumo dell’infanzia. È fine maggio, in un appartamento abitato. La voglia d’estate spalanca le finestre di ogni stanza. All’ora di cena, il giro d’aria provoca un venticello gradevole che rinfresca gli ambienti e agita le tende, come sulla copertina di questo libro. [...] Fin da qui, Velluto. Storia di un ladro tiene il lettore in sospeso. Ferma la sua attenzione e ferma il tempo. [...] Da fuori e dall’alto, la luce si proietta sul pavimento, come un faro sul palcoscenico, formando un quadro che indica, al proprio interno, i creatori della storia e del libro, ed è speculare, per formato e rilievo, alla finestra superiore, dove è in corso un’azione sbalorditiva. Mani di uomo nero affiorano sul davanzale. Su questa soglia, il lettore fa come il ladro. Entra non visto, in casa di sconosciuti. Il momento che precede l’inizio di un concerto, di un balletto, di un’opera, è da sempre, in teatro, gravido di domande, buio, silenzio sacrale. Con Velluto. Storia di un ladro si assiste a un fenomeno analogo, cui prendono parte esseri umani, animali, minerali, piante, in un’alternanza felpata di fasci di luce e coni d’ombra. Alle opere d’arte, coro maestoso per cinquantasei pagine, è affidato un ruolo antidecorativo e antimuseale. La casa in cui Velluto si infiltra, non nasconde di essere un monumento alla creatività umana. L’idea di bellezza che abbraccia è enciclopedica. Cose antiche, moderne e contemporanee – originali e falsi, pezzi unici e di serie –, offrono al lettore variazioni e relazioni infinite. Ma le stesse cose – antiche, moderne, contemporanee – sono elementi drammaturgici, personaggi che commentano l’azione, amplificano o presagiscono il corso degli eventi. Il loro peso è determinante, poiché, per figure, sorvegliano ogni passo del testo e scrivono il finale. [...] Questo libro è una Wunderkammer. [...] Parole come carezza, onda, casa, bene, sera, primavera, azzardo, complice, naso, accordo perfetto, conferiscono a questo esordio un tono caldo, da grande occasione, che fa di Velluto un personaggio avvincente, un po’ piratesco e un po’ metropolitano. Portati in primo piano, lettore e ladro aderiscono a un progetto comune, solidarizzano in un territorio alieno a entrambi. È un luogo domestico, una casa felice e « una casa felice è una casa ospitale».

Da I fantasmi, dunque, esistono, di Giulia Mirandola, Catalogone 2007.