20 buone ragioni per regalare un libro a un bambino

di Giovanna Zoboli e Sagramola, 2013 08,00 | Acquistalo su Topishop

La casa editrice di Milano Topipittori ha realizzato una serie di cartoline natalizie sull’importanza di regalare libri ai bambini. Uno dei motivi, si legge sul blog della casa editrice, è che secondo uno studio recente, i bambini sotto i due anni nati in una famiglia povera sentono ogni giorno in media 670 parole. “Un bambino nato in una famiglia benestante, invece, ne sente fino a 12mila. Questo risultato evidenzia una forte correlazione fra la recettività del vocabolario dei più piccoli e le capacità di lettura dei ragazzini, perché chi sente più parole è in grado di capire più velocemente, accumula un vocabolario più ampio e farà meno fatica a imparare a leggere e a scrivere. C’è bisogno di dire altro? Regalate parole ai bambini, e non solo ai vostri o a quelli che avete vicini, ma a tutti”. La grafica del progetto è di Giulia Sagramola. In La stanza dei grafici, Internazionale, 13 dicembre 2013.

Come una scatola di cioccolatini questa confezione di schede è irresistibile: puoi sfogliarle come un libro, giocarci come con un mazzo di carte, appenderle come sogni al sole… Per chi ama leggere, chi vuol vedere il mondo con altri occhi e… chi non sa mai che regalo fare! Età di lettura: tutte! In 20 buone ragioni per regalare un libro a un bambino, Oahna.

Pacchetto di 20 cartoline. Va beh, sono bellissime, le ha disegnate Giulia Sagramola; le ha scritte Giovanna Zoboli, non so se siano in vendita, alla Fiera lo erano, mi pare. L’interessante qui per FN è: sono una pubblicità, è evidente che sono una pubblicità. La cosa strana è che spesso la pubblicità ci fa arricciare il naso se parla di libri. [...] Dicevo ci s’arricciano i nasi. Non staremo qui a disquisire se il libro sia una merce come le altre o meno - discussione appassionantissima un po’ come disquisire se per esempio la pasta sia una merce come le altre, le scarpe siano una merce come le altre, i budini siano una merce come le altre, le locomotive siano una merce come le altre, per dire -; il fatto è che ogni merce c’ha bisogno di una pubblicità pensata per quella merce lì. Il punto non è se il libro sia una merce come le altre il punto è che la pubblicità deve essere diversa - nei modi, nelle forme, nei temi, nel concept - per ogni tipo di merce. Se il libro è percepito da chi lo desidera avere come fosse un tipo speciale di merce forse devi parlargli in modo che lui pensi che pure tu lo pensi e più sembri credibile e più sembri sincero e più sembrate accomunati nello stesso sincero amore più il cliente ti dirà ti lovvo forever. È evidente che Mondadori, che è solo un marchio, che è difficile vederci dietro una-due persone, lo può fare - se può farlo - in modo diverso da un piccolo marchio come Topipittori; quel che è certo è che Topipittori, leggetevi il loro blog, lo fan benissimo. Al di là del digitale non digitale, è questo il modo di fare editoria contemporanea con qualche speranza di salvezza. In Editoria>Cartoline, di Federico Novaro, Federico Novaro Libri, 4 marzo 2014.