Grazie a Ekdoseis Kokkino, l'avventuroso editore cheha pubblicato le Favole di Esopo in Grecia, ho potutovisitare la fiera del libro di Thessaloniki (Salonicco) e, in cambiodi qualche dedica, ho lavorato gratuitamente per tre giorni comestandista in un ambiente che mi sarei aspettato depresso, vistala situazione economica e politica del paese, ma che in realtà siè rivelata dinamica e accogliente.
Questanona edizione della fiera è stata organizzata e voluta con forza,nonostante l'asprezza della crisi finanziaria, il taglio dei salarie un mercato (non solo librario) a pezzi. Per la sua riuscita,è stato fondamentale lo slancio degli espositori e il caloredell'accoglienza riservata ai visitatori.
Arrivato a Salonicco,ho subito voluto visitare la fiera. Noèmi Smadja (la fondatrice diEkdoseis Kokkino) mi ha portato direttamente al padiglione. Muovendoi primi passi sopra quella morbida moquette mi sono sentito subitoaccolto in un ambiente semplice, famigliare, silenzioso. Dopopochi metri siamo arrivati nello stand di Noèmi, dove ho conosciuto ilmarito (grande oratore e distributore semiautomatico di cataloghi).
Gli stand dedicati all’editoria per l’infanzia eranotutti decorati con palloncini, bandierine o altri addobbi semplici ecolorati.
Il nostro (cioè, sono bastati pochi minuti perchéquello del mio editore diventasse anche "il mio"), dove avrei passato itre giorni successivi, era il più originale; l’unico "personalizzato"con un rivestimento delle pareti, a coprire il solito anonimo grigiolino,a teli rossi (Kokkino in greco significa rosso) e anche l’unico aospitare una mini mostra di illustrazioni originali. Naturalmente quelledelle mie Favole.
Rispetto allefiere che conosco e frequento (Bologna. Montreuil e Roma), lospazio espositivo della fiera non era molto grande: due padiglionirettangolari, collegati da un corridoio sopraelevatodove c’era un piccolo bar con dei tavolini. Ma in questa limitatasuperficie c'erano molti spazi per conferenze e due aree delimitateda pannelli colorati dove per tutto il giorno si susseguivanoattività dedicate ai più piccoli.
Nello stand di Noèmi sirespirava un aria per me fin troppo famigliare. Tuttilibri di qualità che conoscevo abbastanza bene; da Che cos’è unbambino di Beatrice Alemagna a Le Tour du Monde deMouk di Marc Boutavant o Adieu Chaussette diBenjamin Chaud. Così ho deciso di andare fra gli altri stand allaricerca di qualche chicca "esotica" da riportare a casa, ma con grandestupore non ho trovato niente d’interessante o semplicemente diversodai soliti libri rosa con coniglietti mangia carote o bambine dagliocchioni grandi e impeccabilmente modaiole.
Non conoscendo affattol’editoria greca, ho chiesto informazioni a Noèmi che, sintetizzando,mi ha spiegato che in Grecia si possono trovare bravissimi musicisti,eccellenti scrittori e importanti poeti, ma di illustratori di qualitànon se ne trovano molti. E che l’interesse per l’editoria perragazzi è molto limitato rispetto all’Italia, alla Spagna, allaFrancia...
Kokkino sta prendendo piede in Greciae non mi sembra affatto strano. Ho notato infatti che molti visitatori(e l’affluenza è stata strepitosa) non compravano affatto libri finquando non si fermavano nello stand Kokkino. Sicuramente la crisi sifa sentire, è un dato di fatto, e lo dimostrava l’attenzione cuigrandi, ma anche piccoli, sfogliavano i libri, leggendo il contenuto,guardando le figure, sorridendo, per poi passare a un altro libro esolo dopo averlo letto, decidere se comprarlo o meno. Questo approccioall’acquisto è stato per me la cartina di tornasole: la gente sadi non poter cedere all'impulso all'acquisto e cerca e compra solo ilmeglio. La crisi impone prudenza e limita le opzioni: se deve essereuno solo, IL libro deve innamorare. Una cosa stupenda è stata vederel’interesse dei bambini; osservatori silenziosi, un po' guardavanome che disegnavo e un po' sfogliavano libri con sguardi assorti,senza sapersi decidere su cosa fosse più importante.
Per l’evento dedicato a Esopo, Noèmi ha ancheorganizzato una rappresentazione musicale di alcune favole e i tre ragazziche recitavano sono stati bravissimi a intrattenere grandi e piccolicon voci armoniose e giochini coinvolgenti.
Dal secondo giorno fino a chiusurafiera, non ho visto più molto, sono andato a ringraziare l’Istitutoitaliano di cultura che aveva uno stand e che insieme aNoèmi ha trovato i fondi per ospitarmi.
Chiudosottolineando la cortesia degli espositori nei confronti del pubblico,ma anche nei miei, sconosciuto artista italiano in visita: hanno volutoconoscermi, parlare e si sono dati da fare per procurarmi i colori cheavevo dimenticato in albergo.
Ovviamente devoringraziare sinceramente Kokkino: questo viaggio è stato corroborante,mi ha "ricaricato le pile". È bello vedere come anche nelle situazionipiù difficili il lavoro dell'illustratore e dell'editore possa avereun senso profondo. L'entusiasmo di questo pubblico, la sua serietà,l'attenzione delle sue scelte, il peso che attribuisce al mio (o,meglio, al nostro) lavoro di illustratore sono il migliore incentivoper insistere con la solita ostinazione a cercare di trasformare unapassione in lavoro.