La cosa che più mi ha colpitodi questa prima sessione è stata la straordinaria partecipazione delpubblico: alle due giornate di lavori hanno preso parte circa cinquecentopersone. Insegnanti, bibliotecari, autori, illustratori, editori elibrai si sono affollati nel bellissimo auditorium del centro SESC Pinheiros per ascoltare le conferenze,acquistare libri e confrontarsi sulle tematiche legate alla formazionedei lettori. Se penso agli sparuti drappelli di professionistie appassionati che popolano iniziative analoghe in Italia, maanche in Francia, per quanto mi è stato dato di vedere finora,mi domando se la disattenzione verso l'infanzia, della qualeaccusiamo spesso la stampa e le istituzioni, non riguardi un po'anche noi, professionisti del libro e della lettura.
L'altro aspetto che ho trovato estremamente diverso da quanto hovisto a casa nostra è il senso di grande libertà e di informalitàche ha caratterizzato tutti gli interventi dei relatori (ma anchequelli del pubblico). Ho visto, nel primo panel della prima giornata,due esperte di cultura del gioco - l'ottantenne e vivacissima Lydia Hortelio ela più giovane ma altrettanto eclettica Yolanda Reyes, colombiana -scavalcare il tavolo e mettersi a giocare e cantare, seguiteda un pubblico incantato: un modo certamente efficace per farcapire che cosa accade ai bambini quando giocano e cantano. Maoltre a questo momento così spettacolare, in tutti gli incontrii relatori si sono sentiti liberi di interloquire, interrompersi,innescare conversazioni, coinvolgere il pubblico.
Soperfettamente che non è questa la norma, neanche in Brasile, delleconferenze e degli incontri sul tema. Il merito va senz'altro alle dueorganizzatrici, che hanno saputo creare un'atmosfera molto particolarenegli eventi e una vera e propria comunione fra i partecipanti graziea intensi momenti informali e conviviali. Brava Dolores! BravaPatricia!
DoloresPrades con il sottoscritto e l'aria di divertirsi unsacco. |
L'occasionedel viaggio mi ha anche permesso di incontrare, conpiù agio e tranquillità rispetto a quanto accade nellefiere, alcuni editori brasiliani: Alexandre Martins Fontes(WMF Martins Fontes), Cristinae Mariana Zahar (Zahar), Zeco Homen de Montes (OZéEditora), e Marcia Leite e Leonardo Chianca (Pulo do Gato). Adesso ho un quadro piùpreciso della realtà dell'editoria per ragazzi in uno dei paesi piùdinamici e attivi sul mercato internazionale dei diritti.
Marie-ClaireBruley, grande specialista di filastrocche eritornelli |
L'editoria perragazzi brasiliana si fonda principalmente sugli acquisti governativi escolastici. Il governo federale, i governo locali e le scuole acquistanoenormi quantità di libri, selezionati sulla base dei progetti presentatidagli editori, per distribuirli gratuitamente nelle scuole e allebiblioteche. Questo da una parte permette agli editori di prosperarema, dall'altra parte, crea scarsi incentivi alla creazione di prodottinazionali (l'acquisto dei diritti è molto più conveniente) e generauna dipendenza eccessiva delle case editrici dalla spesa pubblica e,quindi, da scelte politiche dettate sia dall'orientamento del governoin carica sia da considerazioni più generali di politica fiscale.
A proposito di diritti ceduti,dal Brasile sono tornato anche con quattro libri dei Topipittori,freschi di stampa nell'edizione in lingua portoghese. Sono tuttipubblicati da Edelbra esono: Zoo secreto (Zoo segreto),Un grão de romã (Un chicco di melograno),Nunca conte com ratinhos (Mai contare sui topi),ABC procura-se... (ABC cercasi). Quattro titoli che appartengonoagli albori dei topi, o quasi: un segnale molto positivo che indicacome i libri abbiamo una vita più lunga delle breve stagione dellenovità, anche grazie ad altre culture e mercati.
[Le foto sono di Christiane Angelotti]