Abbiamoricevuto, fra i commenti a questo post,il seguente messaggio da Pietro Biancardi della casaeditrice Iperborea:
Mi hanno segnalato questa frase: «equalcuno facendo pagare 12 euro per l'ingresso a una festain una struttura museale di proprietà dei Comune di Milanoottenuta gratuitamente», riferita chiaramente alla festaorganizzata da Iperborea insieme ad altri editori (Instar,La nuova frontiera, minimumfax, nottetempo eVoland) al Museo della scienza e dellatecnologia durante i giorni di Bookcity Milano.
Il museo è gestito dauna fondazione privata e non dal Comune, e non è affatto stato messo adisposizione gratis. I sei editori hanno pagato di tasca propria a prezzidi mercato l'affitto dello spazio. Essere calunniati non è mai bello,quando a farlo sono colleghi che si stimano è ancora peggio. Un carosaluto, Pietro Biancardi, Iperborea
CaroPietro, la ringraziamo per la rettifica e facciamo qui pubblica ammenda:avremmo dovuto verificare direttamente un'informazione che evidentementenon era corretta, invece di segnalarla come riportata.
D'altra parte, quello che abbiamo scritto nel post non aveval'obiettivo di attaccare colleghi che stimiamo. La assicuriamo che sequesto fosse stato lo scopo, avremmo messo nomi e cognomi. Intendevamo,piuttosto sottolineare come l'intera manifestazione fosse stataorganizzata frettolosamente e fornendo alle case editrici coinvolteinformazioni parziali e non uniformi.
Peresempio, a noi era stato detto che l'evento era riservato alle caseeditrici milanesi, motivo per cui noi, che pure lo avremmo voluto,non abbiamo coinvolto editori di altre città.
Bookcity, per come ci è stata spiegata e presentata,avrebbe dovuto essere un evento basato sulla gratuità delle iniziative(a conferma, c'è una dichiarazione di Boeri riportata sia dal Sole 24Ore sia dal Corriere della sera del 7 novembre scorso), tant'è che anchenoi, che abbiamo usufruito di uno spazio privato, di proprietà del FAI,non abbiamo chiesto ai partecipanti il pagamento dei laboratori, e comevoi ci siamo accollati interamente le spese dell'organizzazione deglieventi.
Date queste premesse, avevamosollevato la questione per reclamare maggiore trasparenza da partedell'amministrazione, chiarezza di regole, e di comunicazione dellecondizioni di partecipazione.
Ciò detto, non verificare le informazioniriportate è colpa grave anche per chi gestisce il blog di una casaeditrice e ce ne scusiamo, oltre che con lei e con gli altri colleghi,anche con la comunità dei lettori che ci seguono.