Volare alto, altissimo!

Edward Lear, in un ritratto di WilhelmMarstrand.

Provate aimmaginare di essere nati da una madre che non vi ha desiderato (forse aragione avendo avuto altri venti figli), e vi abbandona alle cure di unasorella, di ventuno anni maggiore di voi. Immaginate anche di avere unpadre, che fa una professione rispettabile, ma commette la leggerezzadi non onorare i propri debiti e finisce in prigione. Immaginate diavere il primo attacco di epilessia a sei anni e il primo episodio didepressione acuta a sette. Immaginate anche di soffrire di bronchitecronica e di asma. E adesso una domanda: vi resterebbero il tempoe  la minima voglia disegnare, disegnare, disegnare?

Questa che pare proprio una triste vicenda è, in estremasintesi, la vitadi Edward Lear. E, a conoscerla più a fondo, non sembra poineanche troppo triste. In fondo, può capitare di peggio. Per esempio, nonsaper disegnare, non saper scrivere, non saper far ridere i bambini.

Edward Lear, pagina da A Book ofNonsense.


Ecco, proprio quest'ultimo talento ha offerto a Lear notorietànel campo della letteratura per ragazzi, della quale è statoun grande innovatore: è stato lui, infatti, a dare dignitàal nonsense e a far scaturire dal nulla unatradizione letteraria che avrebbe affascinato Lewis Carroll, SpikeMilligan, Douglas Adams e, dalle nostre parti, con non troppafortuna invero, Toti Scialoia e Fosco Maraini.


EdwardLear, disegno autografo per A Book ofNonsense.

Insomma, questo ragazzino malinconico,fortemente miope, debole di petto, troppo alto e con un naso elefantino(come lui stesso lo descrive) aveva imparato l'unica cosa che la sorellaAnn gli poteva insegnare (poiché era l'unica insegnata alle ragazze dellaprima età vittoriana): l'acquerello. E dato che era povero in canna esi doveva guadagnare da vivere, a 15 anni cominciò a vendere disegni,«in cambio di pane e formaggio», ai commercianti e ai passeggeridelle corriere a cavalli. In qualche modo, spinto dalla sua passione pergli animali, cominciò a frequentare lo zoo di Londra e i naturalistiche vi lavoravano. Apprese così un'applicazione più proficua delsuo talento, e divenne consapevole che c'era un pubblico disposto apagare perbuone stampe naturalistiche.


Edward Lear,dettaglio di Corvus corax, da The Birds ofEurope.



Edward Lear,Fenicottero, Field Museum Library/GettyImages.

A Lear mancava quasi tutto,ma certamente non il coraggio, se, a 19 anni, cioè nel 1832,si diede a pubblicare una monografia sui pappagalli (venduta inabbonamento), disponendo solo di una stanza in affitto, un'unica pietralitografica in formato folio imperiale (55 x 76) e non abbastanzasoldi per pagare l'affitto del torchio. Disegnava direttamentesulla pietra, nella sua stanza; poi se la caricava in spalla,andava alla stamperia, assisteva alla stampa, affidava i fogli aicoloristi, si caricava di nuovo la pietra in spalla, tornava a casa,cancellava il disegno con il carborundum e ricominciava da capo. Cen'era abbastanza da farsi venire un esaurimento nervoso. Come dire,un tempo avevano una certa tempra.






L'avventura finì male: le Illustrations ofthe Family of Psittacidae, or Parrots (42 tavole litografatee colorate a mano) fu un successo per la critica che lo consacrò, insiemea John James Audobon, il più innovativodisegnatore naturalistico della sua epoca. Ma fu undisastro finanziario, perché Lear non era capace difarsi pagare dagli abbonati.




Gli esiti furonodue: uno disastroso e l'altro fausto. Il suo lavoro fu acquistatoda John Gould, un naturalista abbastanza spregiudicato che, stancodi sfruttare solo il talento grafico della moglie Elisabeth,si diede a schiavizzare Lear per le sue opere di ornitologia,tentando - con successo - di accaparrarsene ogni merito. Ma, allostesso tempo, Lear, grazie alla fama acquistata, venne chiamato dal Ducadi Derby a Knowsley Hall, per dipingere gli animali delsuo serraglio privato.






EdwardLear, studi di pappagalli, Houghton Library, HarvardUniversity.


Knowsley era frequentata da stuoli di nipoti e pronipoti delvecchio duca, che sembrava avessero la propensione a scomparire, perstare in compagnia di quello strano tipo che, oltre a disegnare animali,confezionava per loro giochi di parole illustrati da disegni divertenti,dove si trovano persone che si strappano i capelli, mangiano migliaia difichi, si suicidano con una forchetta, muoiono di dispiacere, hanno incubispaventosi, finiscono arrostiti in un forno o mangiati da un cuccioloo tagliati in due (ma rimessi insieme da una potente colla).

Edward Lear, pagine da A Book ofNonsense.


Quando la cosa fu scoperta, Lear venne invitato ai pianisuperiori, in modo che potesse intrattenere la nobile famiglia alcompleto. ABook of Nonsense nacque così, con naturalezza, daltalento e dal piacere di stare con i bambini e di farli ridere. Sembrapoco, ma non lo è.

Un talento e un piacereche non si sono persi e che hanno accompagnato Lear nei suoi viaggiintorno al mondo (finanziati dal duca, che doveva essersi divertitodavvero molto in sua compagnia, per convincersi a sborsare tutti queiquattrini): ogni volta che faceva conoscenza con un bambino, Lear nonriusciva a resistere e gli regalava disegni di buffi uccelli, resocontigrafici di vicende strampalate, autobiografie surreali. Per esempio,una volta, in un hotel di San Remo...



Sei disegni di uccelliappartenenti alla serie di sedici,
disegnata da Lear nel 1880per Charles Pirouet, un bambino
che soggiornava nel suo stessohotel.