[di Redazione]
Grazie mille per la risposta generata automaticamente, per la seconda volta.
Saluti
Redazione torna su questi schermi e lo fa mossa dalla sola forza in grado di issarla dal letto di strascichi della Gestione Straordinaria Pre- e Post-Bologna Children's Book Fair: l’onta di essere scambiata per un bot.
Che cos’è un bot? Un bot è un’applicazione che opera in rete, programmata per eseguire compiti ripetitivi. In genere i bot vengono utilizzati per imitare e sostituire le attività di un essere umano: simulano conversazioni, lasciano commenti, inviano mail, rispondono nelle chat dei Servizi clienti. Si tratta di interazioni automatiche, cioè che non hanno bisogno di alcun essere umano per essere avviate.
Immaginando una singola persona che riceve continui avvisi di casella piena pur rispondendo nient’affatto automaticamente a circa 160 proposte editoriali a settimana, capirete lo sgomento nel trovarmi in un simile equivoco. Tuttavia, una Redazione non ha tempo di indugiare nello sgomento, perciò per capire meglio l’accaduto e superare l’onta mi sono servita di uno strumento fondamentale che ho messo a punto negli anni: il Protocollo di Redazione per la Gestione Sgomento da Risposte Alle Risposte.
1. Assicurarsi che non si tratti di risposta emotiva.
Siamo abituati a ricevere, a fronte di un rifiuto, risposte dettate dalla delusione. Non è la norma, ma succede regolarmente. Ragioni di sgomento? Nessuna.
2. Assicurarsi che si tratti di risposta rivolta effettivamente a Redazione.
Molto spesso riceviamo proposte editoriali tramite mail spedite a molti destinatari: case editrici, riviste, parenti, colleghi. Altrettanto spesso (e abbastanza comicamente) riceviamo anche le successive comunicazioni di chi, forse nella fretta o forse grazie ai bot, clicca coraggiosamente su “Rispondi a tutti”.
Ragioni di sgomento? Nessuna.
3. Mettersi nei panni del mittente della Risposta alla Risposta.
Proprio a causa del fatto che a gestire centinaia di mail c’è una persona e non un bot, le nostre risposte possono arrivare a giorni o settimane di distanza dall’invio della proposta. Per qualcuno può essere frustrante e per questo può capitare che alcune proposte vengano inviate più volte o che venga sollecitata la risposta. In questi casi, sempre a causa delle centinaia di mail e della mancanza di bot, può capitare che a una doppia proposta segua un doppio rifiuto. L’elemento che probabilmente innervosisce il mittente è la forma delle risposte: si tratta di una risposta standard, che è però una cosa diversa da una risposta automatica. Una risposta standard viene inviata da una persona che ha valutato la proposta e comunica l’esito di questa valutazione, mentre una risposta automatica è la risposta di un bot che - con ogni probabilità - non ha valutato la proposta. Utilizziamo risposte standard per un motivo molto semplice: se dovessimo scriverle una a una, personalizzandone i contenuti, le risposte arriverebbero a distanza di anni dall’invio della proposta e per qualcuno potrebbe essere molto frustrante.
Ragioni di sgomento? Nessuna.
4. Tornare nei panni di Redazione.
La maggior parte delle Risposte alle Risposte che riceviamo sono ringraziamenti per la pronta e gentile risposta, che a quanto pare sorprende. Una volta qualcuno rispose addirittura che gli sarebbe piaciuto ricevere più rifiuti come il nostro.
Concludiamo dunque questa prima stagione di Inbox letteraria senza sgomento e senza equivoci: nessuna delle nostre risposte è generata automaticamente. Leggiamo ogni singola mail che riceviamo, scarichiamo ogni singolo progetto e ogni singolo portfolio e - dopo aver valutato il materiale - rispondiamo.
Nessun passaggio di questo processo è automatico: potete prendervela personalmente con Redazione.