Quella faccia strana e paurosa

 Immaginetratta da I Quindici, volume 5, Feste ecostumi.


Si sa, è nei giorni delle feste comandate che si tornatutti un po' bambini. Forse per questa ragione, a noi, nellericorrenze vengono in mente quei pilastri della cultura infantile chefurono, durante gli anni Sessanta, I (magnifici) Quindici.Forse ricorderete che ve liabbiamo proposti a Natale e a Pasqua. Beh, la notizia è che veli beccherete anche per Ognissanti.
Ai nostri tempi, Halloweenera una festa anglosassone, che nessuno si filava, qui da noi. Da noila festa di questi giorni, si chiamava, solennemente e crudamente, “Imorti”. Si andava al camposanto con la nebbiolina, in un pittorescoplanare di foglie. Si rimaneva a fissare qualche nome originale sul marmodelle lapidi mentre gli adulti sistemavano i fiori, spazzavano la cappellae armeggiavano con gli innaffiatoi. Si mangiavano le 'fave' dette perl'occasione 'dei morti', tipico dolce del periodo. E poi, si tornavaa casa. Morta lì, appunto, per rimanere in tema.
Quindi,le grosse teste luminose delle zucche erano, a quei tempi, un esotismoda leccarsi i baffi. E, unica simil strega del calendario, restava,incontrastata, la Befana.
Oggi tutte le cartolerie, i grandimagazzini, i negozi di travestimenti e di giocattoli, i cinema pullulanodi mostri, zucche, cappelli da strega, scheletri e tutte la chincaglieriaorrorofica prescritta dai consumi della festa più dark dell'anno. Nientedi strano: i tempi cambiano rapidamente e la globalizzazione fa affarid'oro con la propensione festaiola della razza umana, specie se subodoral'ennesimo modo di accedere ai portafogli di genitori fragilissimi difronte alla fame senza fondo di figliolini vispissimi, iperconnessie iperconsumisti.
Per fortuna, in quegli anni, c'eranoloro, I Quindici, a spiegarci come si festeggiavanel resto del mondo, il quale, sembravano suggerirci a ogni pagina,non coincideva - sopresa!-, col nostro, pur mirabile, ombelico.
Lo facevano con quel loro impareggiabile ottimismo yankee. Con quellaloro allure cosmopolita da Reader'sDigest. Con quelle loro immagini rassicuranti e seducenti. Conquei testi (leggeteli!) che dicevano tutto e niente, e, come lasiepe dell'Infinito, per questa vaghezza riuscivanonell'intento di scatenare le fantasie più splendenti, sconfinate. Eternagratitudine, editori dei Quindici...

 Immaginetratta da I Quindici, volume 5, Feste ecostumi.