Si pensa comunemente di dover disporre di strumentiadeguati per affrontare in modo appropriato la narrazione scritta,credendo invece la lettura delle immagini più immediata, grazie auna certa loro obiettività.
Obiettività, in verità, da comprovare; amio giudizio molto vicina alle possibilità caleidoscopiche del giocod’immaginazione nel quale a turno un bambino mima un’azione o unoggetto e i compagni devono indovinare. C’è una bellissima vignetta– utilizzata da una summa ‘sul visivo’, The art of lookingsideways di Alan Fletcher (Phaidon, 2002)– che mostra benissimo la convinzione gestuale della bambina“a forma di fiorellino” in contrapposizione alle ben piùvarie interpretazioni dei compagni, secondo i loro temperamenti,passioni, distrazioni eccetera.
Un’esperienza ugualmentevalida anche di fronte a immagini più definite, naturalmente sedotate di una loro complessità.
Le immagini che mihanno condotto qui sono entrambi realizzate negli Stati Uniti, nel 1962:due libri per bambini illustrati sfruttano – probabilmente inconsapevolil’uno dell’altro – la stessa immagine: un bambino seduto leggeun libro, ricoprendolo quasi interamente. In entrambi il messaggioprioritario è l’interesse per il libro, nelle sue forme e nei suoicontenuti.
Una è la copertina di Books!(New York: Simon & Schuster, 1962) scritto da Murray McCain eillustrato da John Alcorn e l’immagine èutilizzata in copertina quale reiterazione figurata del titolo;il volto sorridente del bambino così come le illustrazioni diun fiore e di un uccello sulla copertina del libro aperto fannoimmaginare multicolori storie esotiche.
Ècompletamente travolto dal racconto – la fantastica descrizione diParigi – l’Henri descritto da Leonor Klein edisegnato da Saul Bass (Henri's Walk to Paris. NewYork: W. R. Scott, 1962, del quale potete leggere di più qui): il bambino è nudo o comunquescalzo in un ambiente famigliare e la sagoma bianca che indica illibro aperto è pervasa, come il resto della pagina, dalla descrizioneripetitiva delle atmosfere, dei colori, dei sapori dalle infinitepossibilità rappresentate da Parigi.
Sono entrambi immagini createda ‘designer’, da artisti abituati cioè a utilizzare un ampiovocabolario di strumenti adatti a un’efficace comunicazione: sonoimmagini ‘uguali’, fatte nello stesso anno, e sono l’oppostouna dell’altra.
Attraverso lo svuotamento piatto diforme e colori Saul Bass fa emergere in questa prima doppia paginadel libro Henri’s walk to Paris l’essenzadi tutto il racconto, l’esigenza prima che lo fa scaturire, lavoglia di evasione del bambino rispetto al suo confortevole ambientedomestico.
John Alcorn si affida al contrario allamassima definizione figurativa con la ferma volontà di conferireun medesimo peso visivo e semantico all’illustrazionee alla scritta Books! tanto da trasformarela copertina nel libro stesso, rendendo così perfettamentel’essenza di un libro sui libri.
Evidentemente ci sonomodelli ‘fortunati’ capaci di una loro immediata comunicazionema anche di infinite, sottili varianti: ne ha pescata una,sempre casualmente, Anna Castagnoli, nel suo imperdibileblog Le figure dei libri,tra i fondi di libri ottocenteschi giapponesi (nel post “Copertine illustrate giapponesi di fine‘800”). Non ho alcun vocabolario per poterla interpretare,non mi supporta la mia cultura visuale ma non ho resistito al giocodi rimandi, vicini e lontani.
È in questoflusso di casualità che si festeggiano i cinquant’anni di questeimmagini così uguali e così diverse, edite solo ora in Italia:Libri! da Topipittori; e Henri va a Parigida Corraini.