[di Cecilia Valagussa]
Ho conosciuto Marta durante una jam session al Club Reserva di Gent, nella parte fiamminga del Belgio. Era il 2013, Marta stava frequentando un master in Jazz Vocals presso il KASK Conservatorium e spesso suonava negli innumerevoli locali della città; io mi ero appena trasferita in Belgio per seguire un master in Comics & Illustration alla LUCA School of Arts di Bruxelles. Entrambe avevamo studiato a Milano - Marta ai Civici Corsi di Jazz, io al triennio di Arti Visive della NABA - e in breve tempo diventammo amiche e anche colleghe. Infatti, per riuscire a mantenerci cominciammo a lavorare come aiuto-cuoche al Club Reserva; terminati gli studi, sia io che Marta decidemmo di rimanere a Gent, fermamente intenzionate a trasformare le nostre passioni in una professione.
Nel 2016 i nostri sforzi personali cominciarono a dare i risultati sperati: Marta riuscì a pubblicare il suo primo album Invertebrates, prodotto da Tup Studio, e quasi contemporaneamente vide la luce la mia prima graphic novel, Les Errances du Vaurien, edita da Obriart Editions. A novembre fui invitata a presentare la graphic novel da Piola Libri, libreria-enoteca di Bruxelles, celebre punto di ritrovo per tutti gli italiani espatriati. Vista la particolarità del posto, pensai di coinvolgere Marta per organizzare un evento più speciale rispetto alla tipica presentazione firmacopie. Guidata dalla mia predilezione assoluta per il disegno analogico, decisi di utilizzare la lavagna luminosa per creare una proiezione live da affiancare alla performance musicale di Marta. In quel periodo aveva ideato una nuova formula per i suoi concerti solisti, combinando un processore vocale, un sintetizzatore e vari strumenti giocattolo; la lavagna luminosa si sposava perfettamente con quell’atmosfera sperimentale e giocosa. Realizzammo uno spettacolo molto spontaneo e istintivo, nel quale Marta cantava le canzoni del suo album mentre io improvvisavo disegni dal vivo con i personaggi del mio libro, proiettati su un telo alle nostre spalle. La serata si rivelò un successo inaspettato: la singolare alchimia tra musica e immagini riuscì a catturare l’attenzione di tutti i presenti, dai bambini fino ai più anziani. Per noi fu una bellissima esperienza che, unita al riscontro positivo ricevuto, ci portò a decidere di sviluppare questa collaborazione.
Nei mesi successivi lavorammo fianco a fianco per costruire un nuovo spettacolo ispirato ai miti cosmogonici e incentrato sul rapporto uomo-natura, tema ricorrente sia nelle canzoni di Marta che nelle mie storie illustrate. Cominciai ad esplorare le possibilità della lavagna luminosa, sfruttando le sagome di oggetti, fogli colorati trasparenti e materiali modellabili come la sabbia per creare animazioni simili alle ombre cinesi. In parallelo Marta riadattò le sue canzoni per il progetto e ne compose una nuova ad hoc. Il risultato fu uno spettacolo di 40 minuti, Lullaby, caratterizzato da alcuni elementi chiave che ancora oggi sono alla base delle nostre performance. Per prima cosa, la narrazione è più evocativa che descrittiva, mirata a coinvolgere un pubblico eterogeneo di tutte le fasce d’età, senza rinunciare alla varietà e alla complessità della performance.
Musica e immagini sono strettamente connesse e attivano un dialogo continuo, nel quale ognuno dei due linguaggi ha lo stesso peso e valore, senza gerarchie. Inoltre, il processo di creazione dello spettacolo è parte integrante dello spettacolo stesso: io e Marta siamo sedute in primo piano, davanti alla proiezione, ognuna alle prese con i propri strumenti; lo spettatore può lasciarsi trasportare dalla storia e contemporaneamente osservare le modalità con cui viene creata.
Da maggio a settembre 2017 portammo Lullaby in vari locali, associazioni e festival tra Belgio e Italia. Poco dopo la fine di questo tour, Marta disse addio al Belgio per trasferirsi a Kathmandu: nel 2014 era stata infatti tre mesi in Nepal per insegnare al conservatorio e aveva instaurato un profondo legame con il luogo e le persone incontrate. Tra queste c’era Rishi, che divenne il suo compagno, così, dopo un anno di relazione a distanza, Marta decise di andare a vivere con lui e iniziare una nuova vita a ottomila chilometri da casa. A questo punto, ciò che sembrava essere la naturale conclusione del nostro progetto si rivelò invece l’occasione per rafforzarlo ed evolverlo ulteriormente, portandolo alla forma attuale. Infatti, poco dopo il suo trasferimento, Marta mi propose di trascorrere un mese a Kathmandu per creare un nuovo spettacolo da presentare in Nepal.
Su suggerimento di Rishi decidemmo di focalizzare lo spettacolo sul pangolino, un animale nepalese simile al formichiere, in forte rischio di estinzione. Questo tema veicolava perfettamente l’esigenza condivisa di raccontare una storia meno astratta e generica, che potesse trasmettere un messaggio forte senza soffocare il carattere poetico ed evocativo del progetto. Decidemmo inoltre di dare un nome e un’identità più definita alla nostra collaborazione: Fossick Project. Il verbo to fossick significa cercare, frugare, scavare alla ricerca di materiali preziosi, e ben descrive l’attitudine che io e Marta condividiamo. Ad aprile 2018 arrivai a Kathmandu e ci mettemmo subito al lavoro; la fase di produzione fu molto intensa e durò circa tre settimane. Dopo aver delineato una sorta di sceneggiatura, Marta scrisse e compose tutti i testi e le musiche mentre io sperimentavo nuove soluzioni visive al suo fianco, in un processo costante di dialogo e contaminazione reciproca. Introdussi la costruzione di personaggi semoventi, simili a marionette di carta, che potevano muoversi a tempo di musica. Entrambe ci lasciammo ispirare dai ricchissimi stimoli generati dall’incontro con la società e la cultura nepalese: i suoni, le ritmiche, i colori, le forme e le tradizioni popolari, in particolare i dipinti Mithila.
Il 21 aprile 2018 presentammo lo spettacolo Long Tong Tales, davanti a duecento persone nel cortile del Patan Museum, edificio storico e patrimonio dell’UNESCO situato nel cuore di Kathmandu. Tutto ciò fu reso possibile grazie all’aiuto di Rishi, all’appoggio del Consolato Generale Onorario d’Italia e della fondazione SMCRF (Small Mammals Conservation and Research Foundation). Il successo di questa serata indescrivibile ci permise di organizzare una serie di date in Nepal, Belgio e Italia nel corso del 2018. Nel frattempo ricevemmo l’invito a partecipare al Sandscape 2019, un festival multimediale itinerante in India.
Così, grazie al supporto dell’Istituto Italiano di Cultura di New Delhi, a febbraio 2019 portammo Long Tong Tales nel Rajasthan (India del Nord), spingendoci fino al deserto del Thar. Tra uno spostamento e l’altro, iniziammo a scrivere un nuovo spettacolo ispirato all’otarda indiana, un volatile in via d’estinzione simile allo struzzo.
Al termine del tour in India tornammo in Nepal per completare il progetto. Il 23 marzo presentammo The Great Giant Leap nel suggestivo cortile del Yalamaya Kendra, un complesso di edifici storici di Kathmandu.
Tra gli spettatori era presente un’insegnante della International French School of Kathmandu, che intuendo il potenziale educativo del progetto ci invitò a tenere un laboratorio per i suoi alunni. Abbiamo quindi trasformato il nostro modus operandi in un workshop, in cui i partecipanti vengono guidati nella creazione di un breve spettacolo collettivo ispirato agli animali in via d’estinzione scrivendo la storia, componendo la musica e costruendo i personaggi per la proiezione con la lavagna luminosa. Questo strumento desueto suscita un fascino particolare sui bambini, abituati agli schermi digitali, e li sprona a ingegnarsi in modo manuale ed esperienziale per costruire ed animare gli elementi della proiezione. Sulla scia del primo laboratorio abbiamo poi realizzato cinque workshop per bambini e ragazzi in diverse scuole e associazioni nepalesi, tra cui il Children Art Museum. Ad aprile sono tornata in Europa, trasferendomi definitivamente da Gent a Bologna.
Attualmente io e Marta stiamo programmando una nuova serie di date in Francia, Belgio e Italia per i mesi di maggio e giugno: le trovate sul nostro sito. Invitiamo chiunque sia interessato ad organizzare uno spettacolo o un workshop a contattarci.
Grazie di cuore a Giovanna Zoboli e Topipittori per averci concesso la possibilità di raccontare la nostra storia.