Mario Onnis ha intervistato per noi Marianna Doria e Ludovica Giovine, curatrici di La piccola invasione, la sezione dedicata ai ragazzi del festival La grande invasione, che si terrà a Ivrea (e ad Aosta, novità di quest'anno) dal 30 maggio al 2 giugno. Topipittori, oltre a essere la casa editrice ospite, con Giovanna Zoboli e Paolo Canton, il 31 maggio alle 16, presso la libreria La galleria del libro, sarà presente con diversi autori, ovvero Giusi Quarenghi, Pia Valentinis, Lilith Moscon e Bruno Tognolini, dei quali sulla nostra pagina Facebook trovate segnalati tutti gli appuntamenti.
Il Festival della lettura La grande invasione di Ivrea è nato nel 2013, la parte dedicata ai ragazzi è nata già a partire dal primo anno?
Sì, La piccola invasione, seppur in maniera molto ridotta, ha fatto parte del festival sin dalla prima edizione di La grande invasione. I primi anni ha partecipato con pochi incontri, alcuni dei quali tenuti dalle stesse organizzatrici del festival, le nostre predecessore: Lucia Panzieri e Silvia Trabalza.
Come è cresciuto il festival nel corso degli anni?
Il festival è cresciuto per numero di incontri, per partecipanti e collaborazioni. Ci sono stati cambiamenti anche nello staff che se ne occupa, ma lo spirito che lo guida è rimasto lo stesso.
La partecipazione con scuole del canavese che hanno la possibilità di conoscere gli ospiti del festival si sviluppa durante tutto l'anno scolastico?
No, autori e autrici incontrano le classi (dalla scuola dell'infanzia alle scuole superiori) solo in una giornata del festival, la prima. È a discrezione dei docenti fare o meno un percorso di lettura sul libro. Il giorno dedicato alle scuole per noi ha un grande valore perché centinaia e centinaia di alunni e alunne incontrano chi inventa storie proprio per loro, chi si sforza di capirli e di mettersi nei loro panni, chi li riconosce come persone e li tratta con estremo rispetto, e chi per questo riesce a creare un ponte con loro, tramite, peraltro, quello straordinario strumento che è il libro. C'è da considerare, infatti, che alcuni alunni e alunne non hanno molte occasioni di frequentazione dei libri, ma che al contempo quando incontrano gli autori e le autrici ne rimangono rapiti e vogliono assolutamente una copia del loro libro.
Come vi preparate a selezionare i temi e gli ospiti del festival?
Questa edizione è la prima ad avere un tema, seppure non vincolante: non tutti gli incontri, infatti, verteranno intorno a quello scelto. Di seguito la descrizione: "Quel che non si vede subito ma resta nascosto sotto la superficie, nel cuore delle cose. Ciò che vi è di antico, tracce ormai nascoste della storia del mondo che continuano a vibrare sotto i nostri passi. Un invito a scavare oltre le apparenze per scoprire la bellezza della complessità spesso annidata in fondo al vaso, terra dei piccoli semi, che hanno dato e daranno vita anche agli alberi più imponenti. Alcuni incontri della Piccola invasione 2025 verteranno proprio intorno a questo tema: ciò che si può scoprire in fondo al vaso." Non a caso abbiamo individuato questo come primo tema, perché racchiude l'essenza della Piccola invasione: partire dalle cose piccole, dalla loro osservazione e cura.
Ogni anno scegliamo una casa editrice ospite fra quelle che stimiamo per il loro lavoro e la loro storia (Topipittori per il 2025, orecchio acerbo per il 2024, il Castoro per il 2023...). Per quanto riguarda i libri, partiamo dalle nostre sensibilità circa ciò che può interessare i piccoli lettori; per gli autori, invece, cerchiamo di intercettare la genialità di chi scrive, illustra, inventa per i bambini. Molto lo dobbiamo al lavoro delle case editrici con cui siamo in contatto, a cui solitamente ci rivolgiamo per sapere se hanno delle novità che fanno al caso nostro. Teniamo molto inoltre alla collaborazione con le associazioni del territorio, alcune delle quali sono ospiti fisse della Piccola invasione da anni e anni.
Nel corso del tempo avete notato se ci sono delle tematiche che riscuotono più attenzione rispetto a altre?
Non ci sembra ci siano tematiche più "di successo", tuttavia sappiamo con certezza che ci sono delle fasce d'età che riusciamo a raggiungere con più facilità, mentre con altre abbiamo decisamente più difficoltà, come quella dei 12-14 anni.
Gli ospiti di quest anno sono i Topipittori, ci sono dei libri in particolare della nostra casa editrice a cui siete più affezionate e perché?
In generale, siamo affascinate e affezionate ai silent book e alla magia che contengono. In particolare, dal catalogo di Topipittori citiamo Professione coccodrillo: Ludovica, dopo averlo scoperto, l'ha utilizzato in una lezione di italiano per stranieri e la storia ha coinvolto e divertito il ragazzo ucraino con cui lavorava tanto da fargli dichiarare che l'avrebbe comprato per il suo fratellino più piccolo, rifugiato in Repubblica Ceca con il resto della famiglia. Ci sembra sia una vera e propria favola, quella di Professione coccodrillo, senza bisogno di parole scritte per raccontarsi, grazie alle sue illustrazioni contemporaneamente precise e oniriche.
I libri Topipittori che partecipano all'edizione 2025 di La piccola invasione.
Tra gli invitati c'è Pia Valentinis, che ha appena pubblicato Fare Figure con noi, come sarà il suo laboratorio? Vi occupate direttamente di individuare un certo tipo di attività o solitamente sono gli ospiti a scegliere?
Lasciamo sempre a chi terrà l'incontro o il laboratorio la massima libertà nello scegliere la modalità di svolgimento che preferisce; riteniamo fondamentale che si trovi innanzitutto a proprio agio. Per questo motivo, lasciamo parlare Pia Valentinis al posto nostro riguardo al suo laboratorio su Fare figure, riproponendo la descrizione che ci ha fornito lei: Una figura di me - Laboratorio di autoritratto con Pia Valentinis.
Com'è la mia faccia? Cos'ha di particolare? Saprei raccontarla a parole? Nella fase di osservazione cercheremo di ricordare i nostri lineamenti passando le dita sul viso. Non c'è nemmeno bisogno di specchi: lo sguardo degli altri ci può aiutare, perché insieme abbiamo tanti occhi. Realizzeremo un autoritratto ciascuno, ritagliando pezzetti di carta colorata. “La colla solo alla fine!”, così dirò. “Bisogna stare attenti a non soffiare forte!” Altrimenti, tocca cercare i pezzetti in tutta la stanza.
Quanto contano le realtà locali per la riuscita dell'organizzazione? Di cosa non potreste fare a meno?
Sulle realtà locali ti abbiamo già risposto nella quarta domanda. Non potremmo fare a meno delle volontarie e dei volontari: alcuni sono solo di passaggio, altri ci accompagnano da anni, due di loro sono addirittura nostre affezionate lettrici ad alta voce.
Che importanza hanno gli spazi all'aperto per il vostro festival?
Grande importanza hanno gli spazi all'aperto, dove si svolgono gran parte dei nostri incontri. È un modo per sentirci più vicine e più all'interno della città, che - tra Grande e Piccola invasione - invadiamo in senso letterale. L'altra faccia della medaglia è la repentina e poco piacevole risistemazione degli incontri in caso di pioggia.
Come ci si sente alla vigilia di un impegno così importante anche dal punto di vista organizzativo?
Così su due piedi, stanche (ti stiamo rispondendo alle 11 di sera in una delle nostre videochiamate Torino-Roma). Alla fine del festival, felici. Durante, tantissime emozioni che non abbiamo il tempo di elaborare, ma che ci fanno sentire grate per il lavoro che da tre anni facciamo insieme.
Che tipo di pubblico riuscite a coinvolgere col vostro festival? Ci sono persone che arrivano da tutto il Piemonte?
Il pubblico è perlopiù molto giovane, si parla principalmente di bambini dai 3 ai 7 anni. Molti incontri sono però rivolti a chi di questi bambini si prende cura: genitori, educatori ed educatrici, insegnanti. Altri incontri, più coraggiosi, provano a rivolgersi alla fascia più alta; come ti dicevamo, talvolta senza riuscirci pienamente. Tuttavia abbiamo notato che i ragazzi che raggiungiamo tendono ad affezionarsi al festival e alle sue proposte, crescendo con la Piccola invasione e scoprendo la Grande, con gli anni.