Il 10 gennaio del 1840, a pochi anni dall'inizio dell'età vittoriana, il servizio postale del Regno Unito introdusse l'Uniform Penny Post. Fino ad allora, l'invio di cartoline tramite la Royal Mail non era una cosa comune, semplicemente perché era troppo costoso. Grazie alla riforma, qualsiasi lettera di peso inferiore a mezza oncia poteva essere spedita al costo di un solo centesimo.
Il regolamento della Royal Mail contenente i dettagli dell'Uniform Penny Post, datato 7 gennaio 1840
Henry Cole, il primo direttore del Victoria and Albert Museum, ebbe un ruolo chiave nell'introduzione del Penny Post e fu sempre lui a creare la prima cartolina di Natale. Nel 1843, commissionò al suo amico pittore, John Calcott Horsley, un'illustrazione che venne riprodotta in una tiratura di 1000 biglietti da spedire agli amici. La cartolina raffigura ai lati due scene di carità verso i più sfortunati e al centro una famiglia felice che brinda. Sembra funzionare il semplice augurio "Buon Natale e felice anno nuovo a te"; meno azzeccata la scelta di disegnare una donna che aiuta un bimbo a scolarsi un calice di punch, infatti fu subito scandalo.
La prima cartolina di Natale
I produttori di cartoline cercavano di rendere unici i loro biglietti di auguri per distinguersi dai loro concorrenti. Alcune riviste recensivano ogni anno i disegni più accattivanti, e c'era una continua ricerca di immagini anche molto insolite, perché nel frattempo il ceto medio aveva cominciato a collezionare gli auguri natalizi. Essendo un nuovo strumento di comunicazione, il suo linguaggio visivo era in divenire, con un simbolismo affascinante, ma per noi spesso incomprensibile. Ci sono eleganti tuberi che ci augurano buon Natale, abbracci orsini, allegre danze tra anfibi e insetti, uova, fiori e animali antropomorfi, pudding che diventano parchi gioco per bimbi affamati.
Nel tempo appaiono simboli e personaggi che ancora oggi associamo alle feste: vischio e agrifoglio, Babbo Natale, paesaggi innevati e alberi decorati. Uno dei soggetti preferiti era il pettirosso, il 15 dicembre del 1960 dichiarato uccello nazionale della Gran Bretagna e nuovamente incoronato nel 2015, da oltre 200 mila inglesi, tramite un sondaggio lanciato dall'ornitologo David Lindo. Ospite nei nostri giardini durante la stagione invernale, 'pettirosso' era anche il soppranome con cui venivano chiamati i portalettere in età vittoriana, perché indossavano cappotti o tuniche di colore rosso.
Ignorando leggende e folklore, l'ornitologo David Lack, nel suo libro The life of the Robin del 1943, sostiene che l'associazione tra il pettirosso e il Natale nacque proprio quando si diffuse l'abitudine di inviare cartoline di auguri. Sui biglietti compaiono pettirossi con sacchi pieni di lettere, o con una busta urgente da consegnare al volo.
Come per noi, anche per i pettirossi i giorni di festa sono molto impegnativi, oltre alla consegna della corrispondenza devono occuparsi di trovare i regali giusti,
presenziare a pranzi e cene infinite,
intrattenere parenti e amici,
esercitarsi in cori e nenie natalizie,
senza mai dimenticare la beneficenza.
Spesso pagano amaramente le conseguenze delle abbuffatte e dei brindisi.
Alcuni biglietti natalizi ritraggono i nostri amici pettirossi supini, con le zampette rigide. Secondo alcuni si tratta di rigor mortis, ma noi preferiamo pensare che si tratti solo di un lungo e meritato pisolino dopo le fatiche del Natale. E vi facciamo tutti i nostri migliori auguri di buone feste, in attesa dell'anno nuovo. Ci rivediamo a gennaio!