Arancione: tra il giallo e il rosso

 

[di Francesca Chessa]

“Arancione. Ma non un semplice arancione. Doveva essere il colore delle fiamme, comunicare una grande forza vitale, e al tempo stesso contenere il presentimento di una degenerazione. Forse la degenerazione che porta lentamente alla morte. Era un colore molto più difficile da ottenere. Doveva essere legato ad una passione. Una passione in balia del destino, eppure a suo modo salda.” (1)

Quando lessi questa frase, qualche tempo fa, pensai subito a quale incipit perfetto avrebbe potuto essere per un mio post sull’arancione. In poche righe lo scrittore Murakami era riuscito ad esprimere il mio pensiero su questo colore così amato, tanto quanto a volte mal sopportato, difficile da indossare e da stendere sulla tela, con la paura che perda brillantezza e forza: “mescolato con il bianco perde ogni carattere, offuscato con il nero piomba in un bruno smorto arido e insignificante.” (2)

Come scrive bene Kandinsky “ Il rosso caldo, rafforzato dal giallo che gli è affine, forma l’arancione. (…) L’arancione è come un uomo sicuro della sua forza, che dà un’idea di salute.” (3) e, come ribadisce Itten, ” Fisicamente possiede uno splendore solare che nel calore del rosso-arancio raggiunge il vertice dell’energia attiva.” (4)

Dal punto di vista psicologico il colore arancio è più vicino al giallo che al rosso, ma non ha la determinatezza di nessuno dei due. (5)

Al colore arancio associamo il frutto che porta il suo nome: “è probabile che in origine questo agrume sia stato coltivato in Cina e poi sia lentamente diffuso in Occidente, disseminando qua e là il suo nome, come bucce abbandonate per strada.” (6) Prima dell’avvento del frutto non esisteva una parola per indicare questo colore. Questo non significa che il colore non venisse individuato, ma non esisteva una parola specifica per definirlo quindi il colore arancio veniva indicato con un generico rosso o giallo-rosso. Si dovranno aspettare gli esperimenti di ottica di Isaac Newton a fine XVII secolo per stabilire definitivamente che l’arancione faceva parte dei sette colori dello spettro visibile.(7) Anche se, nella sezione sesta dedicata all’azione sensibile e morale del colore, de La Teoria dei colori di Goethe pubblicata nel 1810, il colore arancio non è ancora indicato se non nella forma di Giallo-rosso e Rosso-giallo. (8)

Alcuni toni caldi dell’arancione sono il colore della pesca e dell’albicocca, il colore della zucca, il colore salmone. Il colore salmone che nasce principalmente miscelando bianco (circa 50%) arancione (circa 30%), e rosa (circa 20%), percentuali che ovviamente variano a seconda della tonalità che si desidera ottenere.

A proposito del colore salmone, una coinvolgente installazione multimediale che ho potuto ammirare di persona al Castello di Rivoli intitolata “Salmon: A Red Herring” (Salmone: un’aringa Rossa) del collettivo londinese Cooking Sections composto da Daniel Fernández Pascual e Alon Schwabe candidato al Turner Prize del 2021, tratta del colore salmone, del suo utilizzo negli allevamenti industriali di salmoni e di altri modi in cui il colore si è intersecato con il mondo dell'agroalimentare. La mostra che esamina l'impatto degli allevamenti di salmone sull'ambiente fa parte di CLIMAVORE un loro più ampio lavoro in corso, che esplora come la dieta umana possa rispondere all'emergenza climatica abbracciando "una forma di alimentazione adattiva e reattiva".  

“Furono gli impressionisti a svelare l’arancione in tutta la sua potenza.” (9) L’arancio utilizzato con il suo complementare blu diventò ben presto una delle coppie cromatiche maggiormente utilizzate, basti pensare al dipinto di Claude Monet Impressione, levar del sole a cui si attribuisce l’origine del nome della corrente impressionista; oppure a Van Gogh, che in una lettera al fratello Theo  scritta nel 1885 parla “dei poli elettrici ottenuti accostando tra loro l’arancione e l’azzurro, meravigliosa gamma cromatica” (10).

 

Il contrasto cromatico tra arancione e blu è anche ampiamente utilizzato nel cinema, dove è noto come "teal and orange". Questa tecnica, negli ultimi anni sempre più diffusa, sfrutta la complementarità tra i due colori: il blu e l’arancione, piacevoli alla vista, creano una combinazione visivamente dinamica ed efficace, che va oltre il semplice effetto visivo ed è frequentemente usata anche nelle locandine cinematografiche: una scelta strategica utilizzata per attirare l'attenzione e trasmettere i temi principali del film. Dal dramma emotivo all'azione spettacolare, il blu e l'arancione possono rappresentare un'ampia gamma di emozioni e atmosfere, dal freddo mistero al calore dell'azione, dalla malinconia alla gioia, e forniscono un equilibrio tra toni “caldi e freddi” che rispecchiano i contrasti comuni nei film: bene contro male, azione contro calma, emozione contro logica, naturale contro artificiale. (11)

Anche Sarah Morris, per citare un’artista contemporanea che parla di connessioni tra cinema e pittura, usa opposti cromatici, tra cui il ciano saturo e il mandarino, per creare effetti roboanti e iperbolici sulle sue tele.

Il colore cosiddetto “ Tangerine o Mandarino” regala infatti una sensazione luminosa e fresca. Il nome richiama l’etimologia dell’arancio stesso anche se il Mandarino è un colore completamente moderno con un’opacità non possibile da ottenere senza pigmenti sintetici come l’arancio quinacridone (12)

A livello di “atmosfere polisensoriali” (13) il colore arancio regala sensazioni sonore stimolanti e calde, può essere reso più profondo e un po’ più rossastro se avvicinato al bianco, diventare più chiaro collegato ai toni scuri del grigio e diventare più luminoso e leggermente più giallo  vicino o sovrapposto al colore nero (14).

Come infatti diceva Josef Albers “il colore inganna di continuo” (15) e, a questa affermazione, neanche il colore arancio può sfuggire.

 

 

 

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(1) Haruki Murakami, L’assassinio del commendatore, Einaudi, Torino, 2020, pag.219

(2) Johannes Itten, Arte del colore, Il Saggiatore, 2002, pag.89

(3) Wassily Kandinsky, Lo spirituale nell’arte, Bompiani, Milano, 1995, pag. 70-71

(4) Johannes Itten, op .cit., pag.89

(5) Jorrit Tornquist. Colore e Luce, Ikon, Milano, 2005, pag.268

(6) Kassia St Clair, Atlante Sentimentale dei colori, Utet, Milano, 2018, pag.99

(7) David Scott Kastan con Stephen Farthing, Sul colore, Einaudi, Torino, 2018, pag.55

(8) Johann Wolfang Goethe, La teoria dei colori, Il saggiatore, Milano, 2014, pag. 192-193

(9) Kassia St Clair, op. cit. pag.101

(10) David Scott Kastan con Stephen Farthing, op. cit.  pag.60

(11) Riccardo Falcinelli, Cromorama, Einaudi, pag.331-332

(12) ) Laura Perryman, The colour bible: the definitive guide to colour in art and design, ‎Ilex, 2021, Edizione Kindle, pag.92-93

(13) Lia Luzzatto, Renata Pompas, Il Colore persuasivo, Il Castello editore, Milano, 2001, pag 82-83

(14) Emily Noyes Vanderpoel, Color Problems: a practical manual for the lay students of colour, pubblicazione in e-book dell’opera originale  del 1902, Sacred Bones Book, NY, 2018, pag.80

(15) Josef Albers, Interazione del colore, Il saggiatore, Milano, 2009, pag.47-49