Nuovissimo dizionario di Babbo Natale

[di Enrica Buccarella]

Da qualche tempo non aprivo con i bambini una bella conversazione, come invece facciamo spesso. E da qualche tempo, infatti, avevo la sensazione di lavorare male, che mi mancasse, ci mancasse, qualcosa. Un tempo nostro, un passaggio fondamentale per progredire nella giusta direzione e con veri stimoli. Mi sono lasciata prendere dalla fretta, dalle tantissime cose da fare, visto che siamo in quarta e il tempo stringe, il tic tac dei giorni assume sempre più il suono fatidico e preoccupante di un conto alla rovescia, si vedono progressi in tutti i bambini, ma non bastano mai. C’è sempre qualcuno che non scrive ancora l’accento sulla e e l’apostrofo al posto giusto, e in storia siamo decisamente indietro perché abbiamo letto un bellissimo libro su Mary Anning, la cacciatrice di fossili, e ci siamo attardati a capire quando e come sono nate scienze come la geologia e la paleontologia, poi abbiamo collegato tutto con lo studio dei miti cosmogonici e sì… vista in questa prospettiva non si può dire che non abbiamo lavorato, ma la sensazione che non basti è pressante. E poi arriva anche il Natale a pretendere il suo tempo, i canti, gli auguri, le storie… Ma a questo tempo cerco sempre di non farmi trovare impreparata e prenderlo in contropiede. Così, non è il Natale a interrompere il nostro lavoro e intralciarci la strada con le sue pretese, siamo noi ad accoglierlo in ciò che stiamo già facendo e imparando, e in primo luogo nelle nostre letture e nei libri che scegliamo con cura e su cui ecco che finalmente si apre la tanta sospirata conversazione, il confronto, spesso anche ironico e divertito, delle nostre menti, senza il pensiero immediato della perfetta aderenza al “programma scolastico”.

È quello che è successo anche quest’anno con il libro che ho deciso di proporre ai bambini. Un libro che ha ormai più di trenta anni e che, per fortuna, quest’anno è stato ripubblicato da Babalibri per la gioia e il divertimento di chiunque lo legga. Si tratta del Dizionario di Babbo Natale di Grégoire Solotareff, 240 pagine cariche di ironia e arguzia, basate sul gioco di mettere in relazione le più svariate parole con Babbo Natale, elencandole in ordine alfabetico. Cosa ha a che fare un carciofo con Babbo Natale? Assolutamente niente, e anche questa affermazione ci dà la possibilità di mettere in relazione le due cose. Abbiamo letto il libro con grande divertimento proiettandone le immagini sulla lavagna. Immagini che risultano indispensabili per completare il messaggio, che concorrono in modo complementare e perfetto a dare l’idea del gioco ironico, ma anche molto tenero, di indagare, come si legge anche nei risguardi del libro, “tutta l’umanità, la fragilità, la furbizia e la dolcezza che contraddistinguono il rapporto magico di Babbo Natale e i suoi piccoli aiutanti, gli elfi…”

E a questo aggiungerei anche il rapporto magico tra Babbo Natale e i bambini. Con la mia classe ho molto approfondito questo aspetto lo scorso anno dopo la lettura del libro Come fa Babbo Natale a passare dal camino (ho scritto un articolo, su questo, per Natale 2023). La capacità di argomentare cresce con la possibilità di farlo e quello che avevamo detto lo scorso anno è tornato in questa nuova situazione con un abito nuovo, quello dell’ironia e del divertimento, del nonsense, del gioco di parole, e perché no, dell’approfondimento lessicale e dell’uso del dizionario.

A scuola i libri si usano anche per questo. Sono strumenti, non oggetti sacri. L’unica cosa di cui dobbiamo preoccuparci è che siano belli, che poi bello e utile sono la stessa cosa, anche quando si voglia intendere didatticamente utile. Si leggono, si guardano, si discutono, si smontano, si rimontano e ci si lavora, non certo con le famose schede, ma cercando tutto ciò che la lettura condivisa può offrire ad una classe di 24 bambini di cui la maggior parte sta imparando la lingua italiana, le sue strutture e i suoi meccanismi, la possibilità di utilizzare le parole per costruire comunicazione con diversi registri, la possibilità di cercare in sé, ed esprimere, il proprio pensiero. In questo caso ci siamo soffermati sul registro ironico, umoristico, a tratti spiazzante. Perchè quando i libri sono proprio belli, non solo perchè ti fanno godere della lettura di parole e immagini, ma perché ti chiedono di partecipare, si possono anche riscrivere e trovare un modo nuovo per disegnarli”. Spesso questa cosa i grandi la chiamano "animazione del libro" che forse ora è un'espressione abusata, ma è nata, ormai un bel po' di anni fa, con l'intento di dire che i libri, soprattutto quelli fatti bene, hanno un'anima. E come le persone, può essere un'anima allegra, aperta e comunicativa, o introspettiva e malinconica. Questo libro ha decisamente un’anima giocosa.

A questo punto è facile immaginare il gioco proposto. Ad ogni bambino è stata assegnata una lettera e ognuno ha cercato, anche con l’aiuto del dizionario, le sue parole. Non tutte le lettere sono “facili” allo stesso modo, alcune offrono pochi spunti, le lettere poco usate nella lingua italiana ci hanno messo alla prova, ma infine hanno dato risultati tra i più efficaci. La preventiva raccolta di parole aveva alcuni scopi fondamentali per la riuscita felice del gioco:

1. impegnarsi prima di tutto a cercare tra le parole conosciute, considerando termini appartenenti anche a diverse categorie, nomi verbi aggettivi…;

2. esercitarsi nella ricerca di parole sul dizionario e imparare parole nuove;

3. non fermarsi alla prima parola che ci viene in mente, parole inconsuete portano a pensieri più originali.

Ecco che dopo questi passaggi mi sembrava di aver posto le basi su cui questa riscrittura potesse costruirsi più efficacemente e soprattutto con maggiore divertimento, perché proprio la ricerca delle parole meno tradizionali, meno natalizie, poteva creare quella relazione surreale, sorprendente e umoristica che stavamo cercando. Ma anche molto tenera e rivelatrice. Nelle frasi che i bambini hanno scritto infatti c’è molto della loro relazione con questo personaggio, che va dal rispetto all’ironia, da ciò che ne caratterizza l’immagine esterna a ciò che invece potrebbe pensare o desiderare (perché anche Babbo Natale ha dei desideri). Ho letto nelle parole dei bambini un Babbo Natale molto umano, a volte pigro e sbadato, dolce e generoso, un po’ presuntuoso e sempre in cerca di attenzioni, forte e invincibile come i bambini vorrebbero gli adulti. Un Babbo Natale che tiene molto al suo lavoro, ma a cui piace anche guardare il film del Grinch e persino i film horror (forse per disintossicarsi un po’ da troppa dolcezza). Un Babbo Natale che si arrabbia con i suoi elfi-bambini, ma che apprezza molto il loro lavoro (quasi come una maestra…). Infine, un Babbo Natale da amare, ma anche da dissacrare all’occorrenza, con la “stupidera” bambina che fa ridere quando dice pipì e ciccione e mutande e vomito… un modo forse per andare oltre la reverenza, la fede cieca, il legame stretto con l’infanzia nel senso dell’essere “piccoli” e, forse, anche oltre l’illusione.

Come accompagnare ora questo nuovo Dizionario di Babbo Natale dei bambini con le immagini? Come ho già detto è il Natale che viene ospitato in ciò che stiamo facendo, nei nostri percorsi scolastici e soprattutto nei suggerimenti dei bambini stessi. Avevamo appena lavorato sulla costruzione di marionette di carta a partire da una linea che diventa tridimensionale con la costruzione di un tubicino a sezione quadrata e si snoda con dei piccoli tagli. Con questa procedura abbiamo costruito degli scheletrini che, azionati da bastoncini di bambù, possono muoversi, saltellare, camminare.

    

Ma mentre i bambini festeggiano gioiosamente Halloween hanno già un occhio e un pensiero al Natale, così Riham aveva prontamente aggiunto alla sua marionetta-scheletro un bel cappellino rosso. Ecco che il prolungamento naturale di questa attività è stato quello di rifare le marionette dandogli la forma di Babbo Natale. Un Babbo-marionetta che, corredato di alcuni “oggetti di scena”, come dice Umberto, potesse interpretare le frasi scritte dai bambini. E allo stesso tempo un modo, per me, di capire come, una volta imparata una tecnica, i bambini sapessero renderla propria, modificando, aggiungendo, lavorando in modo del tutto autonomo a un progetto interamente autogestito.

 

In una giornata degna del miglior Nightmare before Christmas, nonostante la confusione laboriosa e il caos eccitato dei bambini, tutti i tasselli della nostra animazione sono andati al loro posto e con l’allestimento di uno studio foto-cinematografico, come ha detto Francesco, abbiamo fotografato, fatto piccoli video, registrato voci… e adesso siamo pronti a produrre il Nuovissimo Dizionario di Babbo Natale della classe Quarta, della nostra piccola Scuola Colombo di Castelfranco Veneto.

Qui vi lascio i testi dei bambini e le foto. Prossimamente il video completo.

E ovviamente, Buon Natale a tutti!

A come aspettare. Alcune volte Babbo Natale va fuori con un’ascia, taglia un abete, lo addobba e aspetta… che arrivi Babbo Natale e gli porti i regali.

A come aviatore. Quando le renne di Babbo Natale sono in pausa, lui prende il suo aereo, si mette la tuta da aviatore e va a dare i regali.

B come biscotti e bambini. Se mangiaste tutti i biscotti di tutti i bambini del mondo, anche voi sareste ciccioni come Babbo Natale!

B come birra. Babbo Natale a dire il vero non beve alcolici, a parte la birra rossa.

C come conigli. Tanto tempo fa gli elfi avevano dei conigli che distribuivano i regali, ma sono durati poco, perché le persone li catturavano per cucinarli.

D come dentiera. Babbo Natale non può assolutamente mangiare il torrone, perché ha la dentiera.

E come esperienza. Non si sa quanti anni abbia Babbo Natale, di sicuro ha molta esperienza. 

E come Est. La casa del fratello di Babbo Natale, che sarebbe Babbo Mortale, è a Est.

F come farfalle. Babbo Natale purtroppo non sa cosa sono le farfalle perché abita al Polo Nord.

G come garage. Babbo Natale in garage tiene nascosto un jet che usa quando le renne sono in ritardo.

G come gentile. Babbo Natale è gentile con gli elfi perché preparano la cioccolata calda ogni giorno.

G come Grinch. A Babbo Natale piace vedere il film del Grinch.

G come gara. Babbo Natale ha partecipato alla gara di slitte con la sua slitta velocissima e ha vinto. Gli altri concorrenti hanno protestato.

H come Hula hoop. Un giorno Babbo Natale andò in discoteca e si portò l’hula hoop e si mise a ballare.

H come horror. Babbo Natale quando ha finito di consegnare i regali si riposa e guarda un film horror.

I come Italiano. Gli italiani dicono che Babbo Natale è italiano.

I come indovinare. Babbo Natale indovina sempre i regali desiderati dai bambini

J come jeep. Babbo Natale guida una jeep rossa che invece della benzina usa lo sciroppo di fragola.

J come jeans. Durante l’anno Babbo Natale indossa i jeans come tutte le persone, solo che sono rossi.

K come Kimono. Quando Babbo Natale consegna i regali in Giappone non perde l’occasione per comprarsi un bel kimono natalizio.

K come Karate. La cintura nera di Babbo Natale non serve solo a tenere su i pantaloni. In realtà Babbo Natale è cintura nera di Karate!

L come letterina. Babbo Natale non può fare la letterina, è troppo impegnato a fare i regali. Potrebbero scriverla per lui i bambini!

L come lancette. Babbo Natale fa sempre in tempo a consegnare i regali anche se non sa leggere le lancette dell’orologio.

M come mare. Babbo Natale di notte va al mare a regalare i suoi giochi marini ai pesci, ma non ce la fa a stare troppo tempo là sotto.

N come NASA. Babbo Natale alcune volte deve mettersi il casco spaziale perché rischia di andare nello spazio.

N come numero: Babbo Natale non riesce mai a contare gli elfi perché si nascondono nella sua barba e persino nelle sue mutande.

O come orecchie. Nessuno ha mai visto le orecchie di Babbo Natale, perché nessuno ha mai visto Babbo Natale. Tutti però hanno visto quelle degli elfi.

P come pizza. Babbo Natale adora la pizza, approfittando della sua slitta veloce, va a comprare la pizza in Italia e poi torna al Polo Nord che la pizza è ancora calda.

Q come qua. Gli elfi di Babbo Natale giocano a nascondino. Quando Babbo Natale dice: “Dove siete?” Rispondono: “Qua qua qua!”

Q come quadrifoglio. Al Polo Nord è molto difficile trovare un quadrifoglio perché sono sotterrati dalla neve.

R come rompere. Babbo Natale non ha vasi preziosi in casa perché li romperebbe subito da quanto è sbadato.

R come rabbia. Babbo Natale si arrabbia quando i suoi elfi invece di lavorare giocano con i giochi, ma gli elfi rispondono: “Siamo bambini!”

S come scrivere. A Babbo Natale è sempre piaciuto scrivere, il suo sogno era diventare scrittore, ma non si rendeva conto di tutti gli errori che faceva.

T come tanti. Babbo Natale porta tanti regali ai bambini, soprattutto a quelli che si comportano bene.

U come uovo. Gli elfi alcune volte prendono in giro Babbo Natale quando mangia troppo e lo scambiano con un uovo.

U come uffa! Quando fa cadere la sua cioccolata calda Babbo Natale dice: Uffa!

V come vomitare. Babbo Natale in verità ha paura dell’altezza e spesso dalla slitta vomita.

V come vincere. Babbo Natale ha vinto più di cento medaglie perché ha consegnato tantissimi regali a tempo di record.

W come wallaby. Una volta Babbo Natale ha provato a far trainare la slitta dai wallaby, ma si è pentito.

W come wurstel. Babbo Natale non è bravo in cucina. I suoi wurstel sono letali. Per questo gli elfi a volte lo chiamano Babbo Letale.

W come week end. Babbo Natale nel week end non fa molto. Dorme tutto il giorno e si sveglia solo se deve fare i bisogni.

X come raggi X. Lo scheletro di Babbo Natale è indistruttibile, Si nota ai raggi X.

Y come Yeti.  Ogni anno a Natale lo Yeti si domanda: “Perché anche Babbo Natale non viene chiamato abominevole uomo delle nevi?” Per fortuna Babbo Natale e lo Yeti sono amici.

Z come zuppa. Quando Babbo Natale si ammala gli elfi gli preparano sempre una zuppa calda.

Z come zucca. Babbo Natale ad Halloween si mette una zucca in testa e va a fare dolcetto o scherzetto e finalmente può mangiare anche lui le caramelle.