Garabalda faffarata!

 Nel2010, Rizzoli Lizard ha dato alle stampe il fumetto Garibaldi.Resoconto veritiero delle sue valorose imprese aduso delle giovin menti, di Tuono Pettinato(seconda edizione, gennaio 2011).
A parte il fattoche con Tuono usciremo in autunno con Ilmagnifico lavativo, una graphic novel per bambininella collana Anni in tasca graphic,la ragione per cui abbiamo deciso di festeggiare questo 17marzo, tardivamente dedicato all’Unitàd’Italia, è che il suo Garibaldici è piaciuto e ci ha divertiti moltissimo.
Per questo vi proponiamo questa intervista all’autore,realizzata in fretta e furia, fra un suo spostamento e l’altro. Qui,invece, lo potete vedere e ascoltare.


Da dove nasce il progettodi Garibaldi: è stato l’editore che era alla ricerca diun progetto per le ricorrenze dell’Unità d’Italia o tusei sempre stato un garibaldino?

Il progetto nasce dallatemeraria volontà dell’editore di affidare la biografia del principaleeroe nazionale a un fumettista tutto matto come me. Sospetto che i mieipatriottici committenti avessero scorto in me (e prima ch’io stessome n’accorgessi) i germi di questo spirito garibaldino, perché findalle primissime letture di documentazione mi sono subito appassionatoalle vicende del noto Nizzardo, e quello che era nato come un lavorocommissionato e funzionale alle celebrazioni di rito, si è subitotrasformato in un sentito progetto personale. Senz’altro a contribuirea questo felice clima d’entusiasmo è stata anche la mia spiccatapropensione a raccontare in storie brevi le vite di celebri personaggistorici, generalmente buttandoli giù dal piedistallo per poterciparlare a quattr’occhi.

Ti sei posto ilproblema del confronto, quasi inevitabile, con gli altri dissacratoridei grandi capisaldi della storia d’Italia: Altan di Francesco eColombo, Rebori e Maggioni di Cuore?

In realtà, a causa della miasolita dabbenaggine, solo a libro ultimato ho scoperto il lavoro di questimiei illustri colleghi e patrioti dalle vocazioni biografiche. I mieipunti di riferimento, dal punto di vista fumettistico ed umoristico,son stati la monumentale e incomparabile Storia d'Italiaa Fumetti, letta a più riprese in infanzia, e la parodiadeamicisiana Libro Cuore (forse) del labronicoerudito umorista (e rinomato compositore) Federico Maria Sardelli, giàda anni mio punto di riferimento per una via colta al demenziale (o peruna via demenziale alla cultura).

Dallatua rilettura, in trasparenza, si intuisce quanto le cose sianostate molto più complicate di quanto la retorica dei libri di testoabbia mai messo in luce. Quanto hai dovuto documentarti su questi temi,e cosa ha significato documentarsi?

Il mio punto di partenza è stato il constatareche del Generale avevo solo dei vaghissimi ricordi scolastici. Così,convinto di dovermi inventare dal nulla situazioni divertenti,mi sono avventurato nella lettura delle fonti di documentazione,per scoprire che fortunatamente il materiale storico, a osservarlocon sguardo ironico, era ricchissimo di spunti esilaranti. Mi sonmosso principalmente su tre coordinate: il gusto di parodiare iltono enfatico della retorica da libri di testo classici (alcuneparti più esaltate derivano pari pari da Cuoredi De Amicis), i fatti strani e gli aneddoti gustosi emersi dalladocumentazione, e infine alcuni aperti anacronismi, per scombinareun po’ le carte. La documentazione inoltre mi era indispensabileper scegliere quale lettura dare alle vicende garibaldine, oggettooggi più che mai di letture contrapposte e giudizi contrastanti. Hotrovato che i ritratti tracciati dal libro di Montanelli e da quellodi Mack Smith si avvicinassero di più a quello dell’idealista pocolungimirante, dell’impavido e onesto sempliciotto che avevo in menteper il mio eroe dei due mondi.

Come è cambiata, dopo aver scritto e disegnato il libro, latua idea dell'Eroe dei due mondi?

Penso che sia mutata la mia percezionenei confronti di Garibaldi, non soltanto a libro concluso, ma anchee fortunatamente in corso di realizzazione. Il merito è dellevarie iniziative di sensibilizzazione relative all’importanza delcentocinquantesimo dell’Italia Unita, che raccontavano con vivacitàe partecipazione quali fossero le passioni che animavano i patriotiottocenteschi. Se inizialmente ero più interessato a demolire ilmito dell’eroe, rivelando le losche trame dietro al processo diunificazione, con il procedere delle celebrazioni mi appariva semprepiù importante affermare lo sforzo e la passione dei ‘padri dellapatria’, anche in risposta al diffuso umore antiunitario che tentaoggi di ostacolare le celebrazioni del Centocinquantesimo.

Che effetto pensi possa avere il tuofumetto sul senso patriottico dei lettori? Perché, al di là delleapparenze, la nostra impressione è che possa essere positivo. Peresempio si capisce che l’Italia non è stata fatta da mostrisacri, ma da persone “normali”.

Tutte le volte che mi sono accostatoa personaggi storici, l’intento era sempre lo stesso: quello ditoglier loro quell’alone di timore reverenziale e quella patinadi polvere da museo che li circonda, e di riportarli alla realtà,anche a costo di sbeffeggiarli un po’, pur di restituir loro quelladimensione umana che credo sia la chiave migliore per entrare nel loromondo e nelle loro vite.

Dai tuoitesti si intuisce una grande gioia e un grande piacere a scoprire erielaborare il linguaggio ottocentesco, risorgimentale. In che modol’hai usato e in che modo pensi che questo possa e sappia parlareal lettore di oggi?

La parodia e igiochi di linguaggio sono praticamente due costanti delle mie storiea fumetti. Mi piace cimentarmi con un linguaggio così elaborato edestraneo alla comunicazione come quello ottocentesco, ed è quasiper istinto mimetico che sento il bisogno spontaneo di giocarci e difarne il verso.
Giocare poi con il tono aulico, al di làdel divertimento intrinseco nel fare il verso e nell’imitare i toniretorici ed eccessivi alla De Amicis, è un’ottima occasione per farlientrare in collisione con la cruda realtà, con irresistibili effetticomici. L’esagerata solennità dei toni ottocenteschi rende ancora piùsonoro lo sberleffo e la smitizzazione.

I Topiringraziano: Tuonino Bixio; Tuonillo Benso conte d’Aznavour;il Contessino di Castiglioncello; Maria Cristina TrivulziaBella&Gioiosa; la Bella Rosin; e lo stimato collega RizzoliLizard per avere cortesemente accondisceso alla pubblicazionedelle patrie immagini dell’eroe.