La quarta intervista del ciclo dedicato alle Case dei Topi, condotto da Beatrice Bosio, è ad Antonella Giuliano, della Libreria testolinee di mandura. Trovate qui la prima intervista a Spazio Libri La Cornice, di Cantù; qui la seconda, alla libreria La tana del Bianconiglio di Maerne di Martellago, in provincia Venezia; qui alla La Pazienza Arti e Libri, di Ferrara.
[di Beatrice Bosio]
1. Ti chiederei di cominciare con una breve presentazione della libreria.
La nostra libreria si chiama Testolinee Libreria dei Ragazzi e si trova a Manduria, in provincia di Taranto. L’abbiamo aperta a fine dicembre del 2016 io, Antonella Giuliano, educatrice, e Giuseppe Tassielli, architetto. Testolinee è stata la prima libreria del territorio specializzata in letteratura per l’infanzia. Ha una predilezione per i libri con le figure e l’illustrazione, e dà spazio e voce soprattutto alla piccola e media editoria di qualità. La nostra libreria è luogo di incontro per i lettori, grazie a gruppi di lettura ed esperienze creative con i libri.
2. In quanto Casa dei Topi, Testolinee è per definizione una libreria indipendente. Oltre a questo aggettivo, te ne vengono in mente altri che possano descriverla?
È una domanda che non mi aspettavo, non ci avevo mai riflettuto prima e per questo ti ringrazio.
Se ripenso all'esperienza di questi sette anni, alle persone che abitualmente o anche sporadicamente hanno frequentato la libreria, mi vengono in mente, così a caldo, i seguenti aggettivi. Innanzitutto, accogliente e a misura di bambino: lo vedo da come si comportano i piccoli clienti e le loro famiglie quando entrano da noi, sembrano perfettamente a loro agio e si muovono nello spazio con estrema naturalezza. Poi è colorata dai libri: sulle pareti bianche spiccano le copertine degli albi illustrati, veri protagonisti. Nel progettare la libreria, il nostro desiderio era quello di far emergere i libri con le loro forme e colori grazie a un ambiente neutro e pulito. Infine, moderna: scherziamo sempre sul fatto che volevamo che Testolinee, col suo aspetto, potesse stare bene anche nella via principale di una grande città europea o statunitense.
3. Testolinee non è una realtà nuova ai lettori più affezionati del blog Topipittori. Negli anni passati ne avevi già scritto, raccontandone l’idea, la realizzazione e il primo anno di vita. Tema ricorrente in quegli articoli era il rapporto col territorio: la scelta di Manduria e non più Lecce, la consapevolezza della scarsità della domanda in un paese del sud, le difficoltà, ma anche le possibilità date dall’essere pionieri, l’entusiasmo di poter finalmente cambiare le cose. Testolinee era ed è strettamente legata al contesto che la ospita, eppure, come hai spiegato, potrebbe stare benissimo in una grande metropoli: non è affatto scontato. Rispetto ai primi anni di apertura, che rapporto ha oggi la libreria col territorio? Cosa è diverso e cosa è rimasto uguale?
Ti rispondo a bruciapelo, dicendoti che l’anno scorso è stato come se una tegola ci cadesse dritta in testa quando, a poche decine di metri da noi e del tutto inaspettatamente, ha aperto una libreria di catena. Il nostro è un paese non molto grande (Manduria conta poco più di trentamila abitanti) e dove si legge poco: da questo punto di vista il territorio è davvero difficile, perciò è come spartirsi una fetta di torta già misera! Ciò che mi rincuora, però, sono le parole che i nostri clienti più affezionati ci hanno rivolto nel corso dei mesi: riconoscono l'identità unica e inconfondibile di Testolinee. Questo è, secondo noi, esito dell’aver seminato con cura il terreno e di averlo dissodato giorno per giorno, con attenzione, dedizione, responsabilità, studio.
Una cosa che è cambiata è il fatto che molte più persone adesso ci conoscono: non è scontato, dato che a lungo siamo rimasti sconosciuti ai più, come alieni arrivati da chissà dove. Piano piano, ma sempre più, stiamo diventando davvero un punto di riferimento per ciò che riguarda soprattutto gli albi illustrati e la prima infanzia. Quello che è rimasto uguale è l’ambiente culturale, poco propenso al cambiamento e alla curiosità, caratterizzato da un generale disinteresse per la lettura e la letteratura per bambini e ragazzi.
4. In un territorio così ‘ostile’, quali strategie avete adottato per farvi conoscere e riuscire a conquistarvi una buona clientela? Chi sono a grandi linee i vostri clienti (in termini di età, provenienza, contesto socioculturale, etc.) e che rapporto cercate di instaurare con loro?
Ho sempre pensato che il nostro lavoro fosse paragonabile a quello di un sarto o, meglio ancora, di un ricamatore: si procede un punto dopo l'altro, con ago e filo - hai presente il punto croce? -, valutando passo dopo passo il colore e il tono giusto, per arrivare poi alla silhouette o composizione finale.
La cura e il rispetto di ogni singolo cliente, anche il più inesperto, è parte irrinunciabile del nostro lavoro. Spesso i librai danno per scontato che chi entra nel loro negozio sappia già, ma non è così. Col tempo ho capito, per esempio, quanto Testolinee apparisse bizzarra a molti, sia per la disposizione inusuale dei libri (la maggior parte messi di piatto), sia per l’assenza di indicazioni in merito alla fascia d'età consigliata, sia per i titoli proposti (non commerciali). Quello che faccio è, letteralmente, ‘raccontare’ la nostra libreria a tutti i nuovi clienti.
Il passaparola è sempre il mezzo più efficace per farci conoscere, specialmente nei piccoli centri urbani dei dintorni, tant’è che arrivano numerosi clienti a cui il nostro nome è stato consigliato e questo ci fa davvero piacere. Ovviamente, come tutti, utilizziamo molto anche i social, ormai indispensabili.
La nostra clientela è formata perlopiù da famiglie con bambini piccoli o piccolissimi: ultimamente, infatti, sta crescendo la domanda di libri per la prima infanzia. Sono famiglie di Manduria, ma anche dei paesi circostanti, grazie alla crescente diffusione del nostro nome.
5. Tra gli attributi che prima hai scelto per descrivere la libreria, mi hanno colpito ‘accogliente’, ‘a misura di bambino’ e ‘colorata dai libri’: denotano una particolare attenzione per gli spazi e il loro allestimento, aspetti importanti per garantire il benessere dei bambini. Non a caso a capo del progetto ci sono un architetto e un’educatrice. Anche la disposizione inusuale dei libri a cui accenni risponde a questa logica. Potresti spiegarci com’è, fisicamente, la libreria, segnalando quali aspetti sono frutto di vostre precise scelte?
Giuseppe desiderava tanto che chiunque entrasse in libreria si sentisse subito circondato dai libri, proprio come quando si visita una mostra d'arte: per questo, inizialmente, avevamo pensato di chiamare il nostro negozio "Galleria libraria". Testolinee si trova su un largo e soleggiato corso in centro città, la vetrina è piccola e la porta d'ingresso davvero minimal: insomma, non è appariscente dall'esterno, va letteralmente scoperta, richiede uno sguardo attento e curioso per essere trovata. Una volta dentro, si viene accolti da due ampie pareti laterali con i libri sistemati di piatto, che sono il fiore all'occhiello della libreria (adesso quella di sinistra è interamente dedicata a Topipittori). Non ci sono espositori classici. Tavoli e sgabelli in legno naturale scaldano l'ambiente e permettono ai clienti di accomodarsi e leggere o chiacchierare. In fondo alla stanza, di circa sessanta metri quadrati, ci sono quelli a misura di bambino, così che i piccoli possano sedersi a sfogliare i libri, oppure a giocare con le costruzioni, i giocattoli d'ispirazione montessoriana o i piccoli strumenti musicali a loro completa disposizione. A volte capita che bambini appena entrati, pur non conoscendo bene la libreria, si dirigano spontaneamente in questo spazio, come guidati da un immediato senso di appartenenza. A parte i libri, poche sono le note di colore: alle pareti due macchie di blu e rosso, i colori del nostro logo; al mobile della cassa un piano giallo. La narrativa classica per ragazzi è disposta su dei sottilissimi ripiani in metallo bianco, di modo che i volumi sembrino essere sospesi.
6. Nella realizzazione della vostra libreria non c’è nulla di lasciato al caso, tutto è stato accuratamente pensato. Questo vale chiaramente anche per il nome, che con ‘testo’ richiama le parole e le immagini e con ‘linee’ i segni e i disegni che si creano (così avevi scritto in un articolo sempre sul blog). C’è una spiegazione anche per la scelta dei colori (blu e rosso) e la forma del logo?
Ci è venuto quasi spontaneo pensare ai colori primari. Il blu è il colore preferito di Giuseppe, mentre il rosso è più vicino al mio sentire. Il giallo lo abbiamo scelto per ultimo, ma sempre in modo molto naturale, per permettere di identificare più facilmente la postazione del mobile del registratore di cassa e del computer.
Per quanto riguarda il logo, lo abbiamo disegnato più volte e adesso ci fa tenerezza andare ogni tanto a riguardare i primi bozzetti. La forma rappresenta due testoline(e), due palloncini rovesciati, forse noi due.
7. Oltre alla disposizione prevalentemente frontale dei libri, biglietto da visita di Testolinee è, visibilmente, anche l’assortimento, caratterizzata da una propria forte identità. Come scegliete (in linea generale) i titoli da vendere?
A uno a uno. La scelta dei titoli è un lavoro quotidiano e certosino che occupa buona parte della giornata. Ogni libro ha un perché da Testolinee e noi cerchiamo sempre di consigliare conoscendo bene tutto ciò che proponiamo: mi sono accorta, infatti, che più conosco un libro, meglio riesco a raccontarlo ai clienti, che allora restano volentieri ad ascoltarmi. Il nostro assortimento si è strutturato e arricchito col tempo e assume una forma sempre più definita, ma al contempo mutevole, aperta al nuovo. I nostri libri hanno bisogno di tempo - come noi, del resto - per esprimere se stessi, il proprio valore, il proprio potenziale narrativo e letterario. Un libro che esce adesso, può diventare fondamentale per noi tra un anno, quando non è più una novità.
8. Entrando ancor più nel dettaglio dei libri che trovano spazio nella vostra libreria, sapresti dirmi quali sono i titoli che avete venduto di più dal 2016 a oggi? E cosa raccontano di voi?
Indicativamente - non possiedo i numeri precisi, ma ne ho chiara percezione – i tre titoli che abbiamo venduto di più sono: In una famiglia di topi della fortunata coppia autoriale Giovanna Zoboli e Simona Mulazzani (Topipittori), Pezzettino di Leo Lionni (Babalibri) e Il viaggio di piedino di Elisa Mazzoli e Marianna Balducci (Bacchilega editore).
Questi tre titoli raccontano una libreria che presta grande attenzione all'albo illustrato e che con la sua proposta di autori, illustratori ed editori intende affermare a gran voce l’esistenza di una letteratura per l’infanzia di qualità, una letteratura che vuole far conoscere nel proprio territorio.
9. Per quanto riguarda il catalogo Topipittori, che è tratto distintivo delle Case dei Topi, ci sono alcuni titoli a cui siete particolarmente affezionati? E perché?
Uno è sicuramente La leggerezza perduta di Cristina Bellemo e Alicia Baladan, in assoluto il primo albo che abbia letto ad alta voce a un gruppo di bambini. È un libro di una ricchezza e una profondità narrativa tali che ogni volta che lo si legge sembra condurre su strade diverse. L'ho letto davvero tante volte e ne conservo un ricordo affettuoso.
Un altro è Storie della notte di Kitty Crowther, perché è geniale, visionario e onirico. La cura delle parole e delle immagini fanno di questo libro un piccolo gioiello a cui nessuna persona può rinunciare, piccola o grande che sia: sembra parlare a tutti noi.
Infine, Nove storie sull'amore di Giovanna Zoboli e Ana Ventura: uno dei libri più belli che abbia mai letto. La donna che non aveva niente, se non un innaffiatoio di latta pieno di pioggia con cui manifestare il proprio sentire, è metafora stupenda della cura per le cose e le persone. Il libro contiene nove racconti tutti meravigliosi, da leggere e rileggere ancora.
10. Nella presentazione iniziale, così come nei precedenti articoli sul blog, ti riferisci a Testolinee come a un luogo di incontro, aggregazione e scambio per i lettori. Fin dal primo anno avete cercato di rendere la vostra libreria un vero e proprio presidio culturale di resistenza e impegno civile, con la proposta di attività e progetti rivolti ai vostri clienti, alle scuole e alle biblioteche. A tal proposito, ci sono esperienze significative che avete avviato di recente? Oltre che con scuole e biblioteche, collaborate anche con altre librerie?
Purtroppo la pandemia ha inevitabilmente avuto un impatto negativo in tal senso. Eravamo aperti da soli tre anni e proprio quando stavamo finalmente stabilizzando certe relazioni e proponendo sempre più incontri e laboratori, l’emergenza sanitaria ci ha costretto a chiudere, arrestando tutto bruscamente. Per almeno due anni siamo stati fermi, poi con molta lentezza siamo riusciti a riprenderci, ma ormai molti contatti si erano sfilacciati. È stata una vera e propria ri-partenza.
Per quanto riguarda i nostri progetti attuali, prima dell'estate abbiamo avviato una serie di incontri di lettura focalizzati su specifici autori e vorremmo continuare a proporli nel corso del tempo. Crediamo, infatti, che questi appuntamenti di lettura costituiscano una piena immersione nella poetica autoriale e favoriscano quindi l’incontro fra i bambini lettori e i grandi scrittori e illustratori. Un’altra esperienza di cui siamo molto soddisfatti e che condivido con piacere è “OPLÀ”, un ciclo di letture dedicate ai piccolissimi e ai loro genitori. Negli ultimi mesi le abbiamo interrotte per concentrarci su “Io Leggo perché” e sulle forniture alle biblioteche, ma in primavera riprenderemo sicuramente.
11. Il ruolo di chi lavora in una libreria indipendente, specialmente se per bambini e ragazzi, è complesso e richiede un ricco bagaglio di competenze diverse – gestionali, relazionali, intellettuali. In questo pensi che ti influenzi la formazione e la precedente esperienza lavorativa da educatrice?
Sì, e tanto. Tutto è iniziato proprio nei nidi comunali fiorentini. Lavoravo in Toscana come educatrice quando ho cominciato a interessarmi alla letteratura per l’infanzia: mi colpì molto, infatti, l’abitudine quotidiana di leggere albi illustrati ad alta voce ai bambini piccoli come prassi didattica consolidata. Prima di allora (parliamo di almeno quattordici anni fa), il mondo dei picture book mi era del tutto ignoto, anche perché il mio percorso di studi universitari non prevedeva alcun corso di approfondimento sulla letteratura per l’infanzia e sui benefici della lettura nell’età dello sviluppo. Quell’esperienza mi ha aperto un mondo e da lì è cominciato il mio viaggio tra gli albi. Mi rendo conto che, oggi, probabilmente, non farei la libraia, se prima non fossi stata educatrice nei nidi: per questo devo tanto a quello straordinario contesto formativo fiorentino che mi ha accolta, a tutti i bambini, le educatrici e i libri incontrati in quei tre anni. Anche l'attenzione che pongo nella predisposizione dell’ambiente da Testolinee è eredità del mio lavoro da educatrice nei nidi di Firenze: c’erano spazi e allestimenti educativi d'eccellenza oltre che bellissimi.
Insomma, adesso sono una libraia, ma in fondo mi sento ancora un’educatrice.
12. Sempre in merito alla professione di libraia, rispondendo di pancia, qual è l’aspetto che
preferisci e quello che ti piace meno?
Adoro quando, davanti ai miei occhi, un bambino sceglie in piena autonomia il libro che gli piace, un libro che io ho selezionato precedentemente, che conosco e di cui apprezzo il valore letterario. Al contrario, non sopporto quando gli adulti non permettono ai bambini di scegliere da soli ciò che vogliono.
13. Ultima richiesta: una ragione originale per convincere chi ancora non è stato a Testolinee, a venire a trovarvi.
Se cerchi libri illustrati che siano il top del top, da Testolinee fai pit stop!