Questa è la storia di un bambino che si addormenta. Si addormenta e sogna. Non ci sono storie della buona notte, mamme affettuose, padri premurosi, case accoglienti e lettucci caldi. O forse ci sono, ma la storia non ce lo dice. C’è solo il bambino, il suo sonno e il suo sogno.
Il sogno di Peregrin (quanto significativo questo nome) è un viaggio alla scoperta di un mondo nuovo. Un viaggio che comporta l’attraversamento di un braccio di mare, che Peregrin compie a cavallo di un pesce, anzi, del suo pesce rosso misteriosamente e miracolosamente ingigantito, che lo invita a saltargli in groppa perché «il mondo è grande e molti sono i suoi paesi!» Un viaggio di scoperta, dunque, per il puro piacere della scoperta.
Il luogo dove Peregrin giunge è straordinario: un mondo di civiltà, accoglienza, condivisione, di diritti rispettati e di piacere d rispettare i propri doveri. Un mondo dove è bello lavorare, dove si divide con gli altri il necessario e il superfluo. Un mondo in cui i bambini partecipano alla vita collettiva come adulti, in autonomia, alla ricerca della propria indipendenza, ma in un contesto caldo, amichevole, in una comunità forte, ma amorosa.
Il viaggio sul pesce di Tom Siedmann-Freud ci racconta questo sogno con un testo ritmato, quasi poetico e illustrazioni essenziali, lineari, precise in cui prevalgono colori morbidi e allegri. Testo e immagini riescono a creare un incantesimo, grazie al quale noi che leggiamo – e i bambini che leggono con noi – abbiamo la sensazione che questo mondo esista. Una sensazione così forte e viva da costringere l’autrice a specificare, in epilogo: «Ma tutto questo Peregrin l’ha sognato. / Non è ancora proprio tutto vero.»
Questa ultima frase racchiude il piccolo segreto di questo libro. Non è scritto: non è vero, ma non è ancora proprio tutto vero. Non è quindi un disclaimer: è una promessa. Quel mondo ci sarà. E sarà proprio come lo ha sognato Peregrin. Questo ci dice Tom Siedmann-Freud. Nel 1923.
Visitando la mostra che Documenta 14 (Kassel) ha dedicato a Tom Siedmann-Freud, mi sono convinto che il sogno di Peregrin sia il sogno di un movimento politico, il sionismo, dal quale è nato, fra grandi travagli, Medinat Yisra'el: lo Stato di Israele. Non è il caso ripercorrere qui la storia del sionismo (cosa che si potrà fare, sinteticamente, consultando la relativa pagina di Wikipedia), ma vale la pena ricordare che il movimento fondato da Theodor Herzl promuoveva l’istituzione di uno stato ebraico favorendo la corrente migratoria ebraica verso la Palestina. Va ricordato che molti degli insediamenti ebraici in Palestina si fondavano su una organizzazione economica ispirata al socialismo comunitario (il kibbutz) che molto assomiglia al mondo sognato da Peregrin.
Due bozzetti originali per la copertina del libro.
È documentato, invece, l’impegno di Tom Siedmann-Freud per la pubblicazione di libri destinati ai bambini ebrei migrati in Israele. Questo suo impegno prese le mosse intorno al 1922, grazie al suo incontro con Hayim Nahman Bialik, un poeta e traduttore. Proprio con Bialik, Tom Siedmann-Freud e suo marito Yankel Siedmann fondarono una casa editrice, battezzata Ophir, la cui missione era diffondere la letteratura mondiale presso i bambini di lingua ebraica, nell’ambito di un progetto teso a stabilire una moderna società ebraica in Palestina. Fu il fallimento di questa casa editrice la causa del suicidio di Yankel Siedmann, nel 1929. Quattro mesi dopo, in preda alla disperazione, anche Tom Siedmann-Freud si suicidò. (Una sintetica biografia dell’illustratrice si trova su Le figure dei libri.
Tom Siedmann-Freud con la figlia.
È interessante notare come alla nascita di questo impegno a favore dello sviluppo culturale delle comunità ebraiche in Palestina corrisponda un mutamento stilistico nel lavoro di Tom Siedmann-Freud, che passa una marcata adesione allo Jugendstil a riferimento molto evidenti al Nuovo Oggettivismo, una corrente artistica che si stava affermando proprio in quegli anni, caratterizzando le proprie illustrazioni con linee sottili, forme geometriche e colori delicati, quasi trasparenti ma comunque ricchi. Nella mostra di Kassel questo passaggio viene evidenziato dal confronto delle tavole per la prima edizione delle favole dei fratelli Grimm, pubblicate nel 1921 in puro jugendstil e la traduzione ebraica del 1923. È anche da notare come, in questo passaggio, la distinzione di genere fra maschi e femmine diventi molto vaga, se non totalmente indecifrabile. [È interessante notare, anche a sostegno della mia tesi, come la trasformazione dei contenuti non si limitasse solo alle immagini ma anche ai testi, che vengono in questa edizione intrisi di ideali socialisti.]
La trasformazione dello stile di Tom Siedmann-Freud avvenuta a cavallo fra il 1922 e il 1923.
Il primo esperimento di questo nuovo stile di Tom Siedmann-Freud è proprio Die Fischreise, cioè Il viaggio sul pesce che ora proponiamo per la prima volta in lingua italiana, grazie a un accordo con l’editore Albin Michel e la Bibliotheque Nationale de France, che hanno proposso la riedizione in lingua francese.
Il passaggio dallo jugendstil al nuovo oggettivismo, in quattro tavole.
Mi preme qui, da ultimo, ricordare che questo libro fu pensato per – e dedicato a – Theo Freud, il fratello al quale Tom era affezionatissima, annegato nel Mäckersee, nei pressi di Berlino, nel 1922.