Il segreto di Nadia Terranova

Scrivere per ragazzi fra terra e mare, memoria e fiaba

Costruttori di Libri. Conversazioni in pubblico sulla letteratura per l'infanzia contemporanea fa parte di quelle iniziative sorte intorno a un rinnovato interesse verso i libri con le figure che ha caratterizzato il settore della letteratura per l'infanzia negli ultimi vent'anni. Nasce da un'idea di Antonella Abbatiello, Lorenzo Cantatore, Martino Negri e Giovanna Zobolicon l'obiettivo di approfondire e fornire strumenti adeguati alla conoscenza di questi libri e dei processi creativi che li rigardano. L'appuntamento della quarta edizione di Costruttori di Libri, si è tenuto a Roma, presso il Dipartimento di Scienze della Formazione, il 28 aprile 2023. Oggi pubblichiamo il testo di Chiara Lepri relativo al terzo intervento in programma, dedicato a Nadia Terranova. Sulle scorse edizioni di Costruttori trovate notizie qui. Il nostro blog ha pubblicato tutte le presentazioni di autori, illustratori, studiosi, editori, scritte, nel tempo, dai partecipanti.

[di Chiara Lepri]

Scrittrice tra le più affermate e interessanti sulla scena letteraria nazionale e internazionale, voce autorevole nel dibattito critico editoriale e collaboratrice di note testate giornalistiche, Nadia Terranova (Messina, 1978) giunge finalista al Premio Strega nel 2019 con Addio fantasmi (Einaudi, 2018), ma debutta come scrittrice per l’infanzia nel 2012 con un albo edito da Orecchio Acerbo e illustrato da Ofra Amit, Bruno. Il bambino che imparò a volare, uno sguardo delicato sull’infanzia dello scrittore ebreo Bruno Schulz. Da allora alla scrittura rivolta ai piccoli lettori approda ciclicamente e con molta convinzione, manifestando uno stile del tutto estraneo a certe preclusioni e snobismi che il mondo della cultura ancora riserva a questo comparto della produzione editoriale, per il quale l’autrice sperimenta e alterna con disinvoltura forme, generi, linguaggi: a partire da Bruno, che le vale il Premio Laura Orvieto e il Premio Napoli, i successivi romanzi, rivolti a un pubblico preadolescenziale (Storia d’agosto di Agata e d’ inchiostro (Sonda, 2012); Le nuvole per terra (Einaudi Ragazzi, 2015); Casca il mondo (Mondadori, 2016), svelano una scrittura intimistica capace di esprimere con particolare nitore i processi interiori, sino alla riscrittura di miti siciliani con Omero è stato qui, edito da Bompiani nel 2019 e impreziosito dalle immagini di Vanna Vinci: è questa un’opera che sancisce un profondo radicamento dell’identità autoriale di Nadia Terranova in uno spazio fisico e concettuale che è lo stretto di mare fra Messina e Reggio Calabria, luogo di contaminazioni e origine di un immaginario antico e inesauribile: “Io sono stata bambina su quelle sponde”, scrive, “i miti e le leggende che lì ho respirato sono state le mie favole dell’infanzia. Le avevo dentro come l’aria, l’acqua, l’immaginazione”. I racconti tramandati da generazioni sono così rielaborati attraverso i percorsi personali della memoria: ne esce un tributo a quella terra di luce e di transito che avevamo salutato in Addio fantasmi e che è scenografia implicita ed esplicita ricorrente nella narrativa di Nadia sino al romanzo Trema la notte (Einaudi, 2022) sul terremoto del 1908.

Assieme ai miti, le fiabe rappresentano un altro termine di confronto per l’autrice, che nel 2013 riscrive Le mille e una notte (La Nuova Frontiera) e nel 2020 propone, ancora per Orecchio Acerbo, una splendida versione di Aladino e la lampada magica illustrata da Lorenzo Mattotti. Ma vi  è anche un’altra prospettiva che la scrittrice privilegia: quella che origina da sensibilità e sapienze femminili, cui Nadia dà voce.

Il riferimento è a Non sono mai stata via, pubblicato da rueBallu (2020) con le illustrazioni di Pia Valentinis, una biografia della filosofa Maria Zambrano, ma anche alle più recenti prove nelle quali la terra (di Sicilia) coi suoi regni silvestre e animale si impasta ai vissuti, i pensieri, le parole di una serie di memorabili “personagge”, da Isabella del graphic novel Caravaggio e la ragazza (con Lelio Bonaccorso: Feltrinelli, 2021) a Carmen e le “streghe” de Il cortile delle sette fate (Guanda, 2022, ill. di Simona Mulazzani), ambientato a Palermo al tempo dell’Inquisizione, alle due Adele de Il segreto (Mondadori, 2021; Premio Andersen 2022, Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2022), nonna e nipote protagoniste di uno stupefacente affresco nel quale la prosa poetica di Nadia dialoga con le misteriose e superbe illustrazioni di Mara Cerri in un racconto dai tratti magici.

Un contributo interpretativo all’identità di Nadia Terranova costruttrice di libri per bambini e ragazzi ci proviene anche da una raccolta di saggi pubblicata nel 2019 da Italo Svevo Editore, Un’ idea di infanzia. Libri, bambini e altra letteratura, in cui l’autrice osserva che la scrittura rivolta ai più piccoli non è operazione facile e che “l’equilibrio tra la non adultizzazione dell’infanzia e la comprensione della sua complessità non è semplice: servono in parti uguali sensibilità, attenzione, cultura e serve uno sguardo capace di meraviglia senza banalità e senza presunzione”.

È su questo luminoso crinale che incontriamo Nadia e ne distinguiamo chiaramente il valore di promotrice di arte e di cultura dell’infanzia e delle sue storie.