La nostra terza novità di questo autunno è Sole luna stella di una coppia davvero straordinaria: Kurt Vonnegut e Ivan Chermayeff. Il primo, uno dei più grandi scrittori del Novecento americano; il secondo, una delle figure maggiori della grafica USA. Come è nato questo libro lo racconta il testo sull'aletta dell'edizione originale, di Harper & Row del 1980:
This book is the curious brainchild of Frank Platt, a geniale publishing consultant in New York City, who suggested to his friend Ivan Chermayeff and Kurt Vonnegut that they do a book togheter - but with Chermayeff making the illustrations first, without sayng what they meant, and with Vonnegut then making up a story to fit them. This is a song, then whose music came first. Others may find it entertaining to put their own words ti Chermayeff's tune.
Lunga vita allora a Frank Platt, senza il quale questo libro non esisterebbe. È merito suo se questi due grandi autori, che non avevano mai fatto un libro illustrato in vita loro, si misero all'opera. La sequenza di tavole creata da Chermayeff, una visionaria cosmogonia che racconta la danza di tre corpi celesti - un sole, una luna e una stella-, fu intrepretata da Vonnegut come uno dei più noti miti della storia di tutte le religioni: la nascita di un dio bambino. Il libro uscì nel 1980. È passato un po' di tempo, ma non è invecchiato, anzi il contrario. È ringiovanito.
Oggi, infatti, siamo più preparati a capirlo. O almeno ci piacerebbe pensarlo. Oggi non ci poniamo più certe questioni sulla capacità dei bambini di capire certe storie raccontate in un certo modo, o sulla opportunità di proporre letture che toccano temi religiosi a bambini laici. Oggi sappiamo che questa storia appartiene all'umanità, fa parte del patrimonio della sua cultura, qualunque credo essa professi o non professi. Per realizzare questa edizione ci siamo avvalsi di due collaboratori abbastanza eccezionali: Monica Pareschi, per la traduzione; e Riccardo Falcinelli per la realizzazione di una nuova copertina, che è l'unica parte del libro originale che è stata cambiata. Oggi Monica Pareschi racconta in che modo ha accolto e affrontato questo testo, da traduttrice. Più avanti Riccardo Falcinelli spiegherà il lavoro che c'è dietro la copertina che è stata scelta.
Kurt Vonnegut, Ivan Chermayeff, Sole luna, stelle, Topipittori 2016 (prima ed., Harper & Row 1980)
[di Monica Pareschi]
Devo a Kurt Vonnegut e a Ivan Chermanyeff, ma anche e più pragmaticamente agli editori Paolo Canton e Giovanna Zoboli, e allo scanner della Topipittori, un’esperienza per me fin qui inedita e per certi versi divina: inventare il mondo visibile.
Come sanno i traduttori, ogni incontro col testo avviene su un terreno sdrucciolo, inclinato, spesso molto inclinato, informe, petroso, soprattutto avviene al buio. Muoversi a tentoni, cercare l’appiglio più prossimo, scivolare e aggrapparsi nel punto in cui la roccia non frana subito: è questa l’infinita pazienza richiesta, il fiato lungo, l’atletismo del traslocatore notturno di parole. La terribile massa da affrontare, l’angoscia della quantità che si manifesta nel numero delle pagine sfogliate e saggiate, lo spessore della costa del libro, il suo peso, il corpo compatto o fragile (attenzione, maneggiare con cura!), la stampa fitta o sparsa che prelude a fatiche diverse. Fatiche di schiena, di occhi, di mani, anche. Spalle da facchino e dita da ricamatrice, e occhi che non vedono come vorrebbero: perché questa è soprattutto una faccenda di corpo.
Kurt Vonnegut, Ivan Chermayeff, Sole luna, stelle, Topipittori 2016 (prima ed., Harper & Row 1980)
Sole Luna Stella è arrivato in allegato a un’email, l’ho subito stampato perché sono una traduttrice tattile (il buio aguzza sensi imprevisti), le pagine erano una trentina, l’impalcatura delle frasi rarefatta, gli a capo come in poesia, lo sfondo nero, grandi pagine vuote di testo; e poi le illustrazioni, grafiche angolose frammentate debordanti, a colori densi e solidi nel PDF, che con la mia stampante in bianco e nero si appiattivano nel bianco e nel grigio sporco. È così che mi sono messa a tradurre, dal buio come sempre ma forse di più, questa favola della Natività, un nascere al mondo che è insieme creazione del mondo, un universo equivoco e umano; e il buio onnisciente del principio, il buio che come in una favola mistica tutto conosce, pian piano e con divino stupore è diventata visione imperfetta, offuscata, ambigua – umana, appunto, e poetica.
Kurt Vonnegut, Ivan Chermayeff, Sole luna, stelle, Topipittori 2016 (prima ed., Harper & Row 1980)
Perché se il neonato, per definizione vergine al mondo, un tempo fu il Dio che tutto conosce senza vederlo – e senza dirlo – se paradossalmente il pacchettino di carne in fasce nella mangiatoia, l’infante dagli occhi velati e ignoranti, se la tabula rasa percettiva che scopre faticosamente il mondo attraverso i sensi è anche il Creatore del mondo, allora è il mondo stesso a essere invenzione umana: parziale, faticosa, ambivalente. Serve scoprire il mondo per inventarlo, e per tradurlo, e il mondo – il mondo visibile, letterario, poetico – è quello che si inventa scoprendolo. Serve Dio per farlo, ma il Dio umano creatore che è in noi, e con noi: Emmanuele.
Kurt Vonnegut, Ivan Chermayeff, Sole luna, stelle, Topipittori 2016 (prima ed., Harper & Row 1980)