Nel cuore dei diritti

[di Elena Pasetti]

Un po’ allergica alla celebrazione degli anniversari lo sono sempre stata, anche perché il calendario propone ogni giorno anniversari più o meno importanti.

Ma stavolta per me, direttrice da quasi vent’anni di PInAC – Pinacoteca Internazionale dell’età evolutiva Aldo Cibaldi, la casa dei disegni delle bambine e dei bambini del mondo - all’ultimo anno in questo ruolo, il trentennale della Convention on the Rights of the Child (CRC) del 1989 sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza era molto più di un anniversario: era l’urgenza di rinnovare un impegno, di rilanciare la conoscenza, di essere testimone concreto.

Ed ecco il progetto del volume Nel cuore dei diritti, i sogni e i disegni dei bambini, i doveri e le responsabilità degli adulti.

L’idea del libro non nasce in solitaria, ma all’interno del Comitato scientifico di PInAC che presiedo, in cui ognuno, con le proprie peculiarità, ha portato il proprio speciale contributo.  Fanno parte del Comitato scientifico di PInAC il pedagogista Domenico Simeone, direttore della Cattedra UNESCO Education for Human Development and Solidarity among Peoples (Università Cattolica del Sacro Cuore), l’artista Armida Gandini, l’insegnante progettista Claudia Pisano, la pedagogista Monica Amadini, il giornalista Fausto Lorenzi, lo psicologo Beppe Pasini.

La prima mossa per sviluppare la nostra idea è stata quella di studiare: in pratica conoscere e valutare ciò che a gennaio 2019 esisteva ed era reperibile sul mercato editoriale rispetto CRC spaziando fra albi illustrati, saggi, romanzi e pubblicistica varia. L’approfondimento dell’esistente ha rivelato che, soprattutto gli albi illustrati e alcuni romanzi, sono pensati per rivolgersi direttamente a bambini e ragazzi; che la pubblicistica è spesso espressa con linguaggi settoriali complessi e di taglio giuridico; infine che le esperienze scolastiche visionate in rete documentano lavori di aula in cui il disegno infantile descrive o decora il percorso, spesso con qualche caduta sul piano moralistico.

Abbiamo capito, in base all’analisi, cosa non vogliamo fare: non ci rivolgeremo direttamente ai piccoli ma agli adulti che ne hanno la responsabilità, racconteremo gli articoli della Convenzione con un linguaggio semplice e amichevole accessibile a tutti, non utilizzeremo i disegni come decorazione o descrizione convergente rispetto al contenuto degli articoli ONU ma come veri e propri testi, ci terremo lontano il più possibile da tentazioni moralistiche e solo politicamente corrette.

Partiamo da una scelta di campo: parleremo dunque agli adulti per far conoscere, leggere o rileggere la CRC. Vogliamo realizzare un libro di immagini e parole per far crescere gli adulti, dare loro la possibilità di innalzarsi all’altezza dei bambini, sollecitare la cura educativa nei confronti di chi sta crescendo.  Quando abbiamo pensato a questo volume avevamo in mente le parole del famoso pediatra ed educatore polacco Janus Korczak, morto nel campo di sterminio di Treblinka il 6 agosto del 1942 con i 192 bambini della Casa degli orfani da lui diretta: «Dite: è faticoso frequentare i bambini. Avete ragione. Poi aggiungete: perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli. Ora avete torto. Non è questo che più stanca. È piuttosto il fatto di essere obbligati a innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti. Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi. Per non ferirli.» (Janusz Korczak, Quando ridiventerò bambino, Luni Editore, Milano 2013).

Parliamo sì dei Diritti dei bambini, ma chiediamo direttamente un impegno responsabile da parte degli adulti a partire dall’educazione.

Vogliamo raggiungere il nostro obiettivo valorizzando al massimo la specificità della raccolta museale PInAC che attraverso il linguaggio grafico-pittorico dei più piccoli e dei giovanissimi del mondo, offre un distillato del tesoro specialissimo costituito dagli oltre 8000 disegni provenienti da pìù di 84 Paesi, tesoro che PInAC conserva nei cassetti del proprio archivio a partire dalla fine degli anni ’50. Infine vogliamo utilizzare pochissime parole di voci diverse, attentamente selezionate, che sappiano interpellare le coscienze e stimolare il pensiero delle donne e degli uomini che hanno a cuore l’educazione e la crescita dei più piccoli.

E bambine, ragazze ragazzi e bambini sono estranei a questo progetto? Evidentemente no. Il libro può e deve essere letto e sfogliato anche insieme ai più piccoli, prestando ascolto alle domande che ne nascono, alle contraddizioni che si evidenziano, alle criticità che la stringente logica infantile pone con molta semplicità e spesso inchioda gli adulti. Insomma un libro per fare domande ai grandi dalla parte dei più piccoli che pretendono risposte oneste, non scontate, non moralistiche.

Non solo: abbiamo trasformato il libro, con l’apporto dei servizi educativi di PInAC, in una mostra itinerante, dallo stesso titolo, costituita da sette prismi e sei cubi in forex autoreggenti, che ha proprio l’obiettivo di parlare ai più giovani perché si informino sulla Convenzione stessa e interpellino gli adulti che hanno vicino, dai genitori agli insegnanti, dai preparatori sportivi agli animatori  dei Crest. A corredo dell’istallazione abbiamo stampato un quaderno di sostegno alla visita delle famiglie e una bibliografia mirata.  La mostra itinerante è nata per spostarsi e raggiungere le Biblioteche, i Comuni, le Università, i Centri culturali e quindi può essere richiesta a info@pinac.it. Il viaggio è partito dalla vivacissima Biblioteca di Brugherio (MI) e ha già fatto una mezza dozzina di tappe. Nei prossimi mesi sarà: in Val Camonica a Edolo al Centro Tennis; a Calcinato presso la Casa dei bambini A. e M. Bianchi; sul Lago di Garda a Salò in Biblioteca; a Rovato presso l’Istituto Canossiano Annunciata Cosi.

Gli ingredienti con cui abbiamo lavorato per oltre sei mesi sono stati dunque di quattro tipi:

  • la consapevolezza delle centinaia di migliaia di bambine e bambini i cui diritti sono violati sia dalle povertà educative del nostro ricco occidente sia lungo i confini, coi fili spinati, nei campi profughi che raccolgono le famiglie di migranti in fuga dai teatri di guerra e dalla fame;

  • il testo della CRC da riscrivere con parole amichevoli per dialogare con la freschezza delle opere infantili e la concretezza della vita in esse rappresentata. Inoltre poiché la CRC interviene sugli stessi principi con diversi articoli si è convenuto su dodici principi generali, immaginando una sorta di grandi ombrelli concettuali sotto i quali raccogliere, a grappoli, i primi quarantadue articoli. Da questa scelta nasce l’impostazione grafica del volume scandita da dodici separatori cromatici che mostrano, anche visivamente con un indice, quali siano i principi più articolati e ricchi di specifiche norme;

  • i disegni realizzati dai piccoli e dai giovanissimi che, con il segno e il colore, raccontano la loro condizione alle diverse latitudini del mondo, ci interpellano e rivendicano il concreto diritto alla vita nelle condizioni che ne possano garantire crescita e sviluppo. Sono voci che parlano molte delle lingue del mondo e sono le protagoniste delle pagine dove giocano a intrecciare specialissimi dialoghi con le parole scritte;

  • brevi citazioni testuali come piste di pensiero laterale o di suggestione. Dalla prosa alla poesia alla saggistica nei territori dalla pedagogia, del romanzo di formazione e dell’albo illustrato; testimonianze autorevoli e quelle di vita di ragazzi, aforismi e versi della canzone d’autore; per commentare e invitare il lettore a un’ulteriore riflessione fra cuore e mente.

La difficoltà maggiore è stata scegliere: scegliere come semplificare il testo normativo degli articoli; scegliere fra le migliaia d’immagini a disposizione quelle che potevano essere le più efficaci e rappresentative; scegliere le citazioni nello sterminato mondo delle parole scritte, senza una gerarchia di generi o di stili, sempre con l’intento di offrire materiali per sostenere l’impegno e la partecipazione responsabile degli adulti che quei diritti devono garantire, tutelare, difendere; scegliere l’impostazione grafica dei dodici separatori, confortati dal lavoro dello studio grafico; e infine scegliere la carta tatami per le centoventotto pagine previste, scegliere il formato cartonato di una certa misura con un occhio ai costi, scegliere una copertina soft touch che ricorda la morbida pelle dei più piccoli.

A lavoro finito e pubblicato è stato inevitabile pensare «Però si poteva scegliere anche… invece… altro…».

Morale: si può sempre fare meglio e di più ma intanto Nel cuore dei diritti ha cominciato la sua vita in cerca di lettrici e lettori complici, attenti e impegnati; adulti che sentono come loro dovere prioritario sostenere e loro responsabilità individuale difendere e agire concretamente sul fronte dei diritti dell’infanzia.