PIPPO significa PIccola Pinacoteca POrtatile. Edè una nuova collana dedicata all'arte. Ci pensavamo da tempo, auna collana sull'arte. Il problema era: come la facciamo? Riguardoalle immagini, non ci piaceva l'idea di ricorrere a riproduzionifotografiche. Riguardo ai testi, non ci piaceva l'idea di un tagliotroppo didattico, da piccola storia dell'arte: per questo ci sonoi libri di scuola, che non rientrano nei nostri intenti. Invece cipiaceva l'idea di un libro ibrido: fra il grande gioco e la cosamolto seria. E soprattutto ci piaceva l'idea di un libro su una cosabella che è l'arte, che fosse anche lui bello.
Così, a un certo punto, ci sono venuti in mente dei disegni,strepitosi che Guido Scarabottolo ha appesiall'ingresso di casa sua. E che ha fatto nel 2009 per una mostrache si è tenuta a Givigliana, in Friuli: la PIPO (tutte lenotizie qui, sull'ex blog di Andrea Rauch,Socialdesignzine). Che poi sarebbe la PInacoteca POrtatile(portatile perché Givigliana è un paese dicinque abitanti faticosamente raggiungibile e per farci una mostrac'era bisogno di quadri che fossero facilmente trasportabili,piccoli e leggeri: da qui l'idea della pinacoteca mobile). LaPIPO a sua volta nasce dal lavoro di rielaborazione di grandi opered'arte del passato e del presente che Scarabottolo ha realizzato per numerose copertine della casa editriceGuanda, casa editrice di cui è art director.
Lefiglie di Loth di Carlo Carrà, ridisegnato da GuidoScarabottolo. |
Il medesimodisegno colorato suggerisce un possibile modo di utilizzare lepagine. |
L'idea della PIPO era così bella che quando un paese microscopico,ma dinamicissimo in campo artistico, che si chiama Topolò, ha chiesto aScarabottolo di progettare un evento, lui l'ha ripresa e riutilizzata percreare la PUT. Che poi sarebbe la Pinacoteca Universale Topolò. Alla PUTogni ospite che passa è invitato a creare il doppio di un'operad'arte a sua scelta, per poi lasciarlo in omaggio alla localePinacoteca. Date un'occhiata al sito: ce ne sono di magnifici,e comunque tutti insieme funzionano a meraviglia. Funzionano cosìbene, che pensa che ti ripensa, abbiamo messe insieme tutte questecose, PIPO e PUT, ed è nata la PIPPO, che è sì una pinacoteca, masenza sede né temporanea né permanente. La P in più di PIccolasegnala la destinazione ai bambini (ma ovviamente ci può giocarechiunque sia preso dal desiderio di farlo, anche in età adulta).
Ilrinoceronte di Pietro Longhi, ridisegnato da GuidoScarabottolo. |
La pinacoteca e collana d'arte PIPPO è una serie di libriche i bambini potranno usare come credono: per leggere,guardare, ritagliare, colorare, disegnare, ricamare, incollare e viadiscorrendo. E tutte queste cose potranno esser fatte nel medesimomomento. A nostro avviso, se un bambino si mette a giocare con lafigura della Dama dell'Ermellino o con l'Adamo ed Eva del Duomo diModena, nel giocarci li guarda con grande attenzione. Ci entra dentro,ci fa amicizia. E alla fine, a forza di colori, forbici, colla, liconoscerà così bene che gli diventeranno familiari. Un modo unicodi riflettere ed entrare in relazione con le forme dell'arte.
Adamoed Eva di Wiligelmo, ridisegnati da GuidoScarabottolo. |
POrtatile, poi, nel nostro caso significa che alla finedel gioco le pagine (che sono fustellate), si possono staccaree appendere, per creare dove lo si desidera la Propria PP ovveroPinacoteca Personale. Così uno se le può tenere sotto gli occhiqueste pagine che mescolano grandi pittori e rivistazioni personali,e può guardarle quando ne ha voglia, come si fa, dal vero o incartolina, coi quadri che piacciono di più (e su quanto sia utilenel quotidiano guardare anche con la coda dell'occhio opere d'arte,Alan Bennett ha scritto cose illuminanti di cui abbiamo parlato qui e qui).
Il primo volume dellaPIPPO si intitola Quadri, quadretti animali, conillustrazioni di Guido Scarabottolo, ça va sans dire:chi altro poteva inaugurare la collana? E quale altro tema potevaessere migliore che quello degli animali, per i bambini, che neiquadri vanno sempre in cerca di cani, gatti, pappagalli, insetti,lepri, mucche...?
Francescopredica agli uccelli di Giotto di Bondone, ridisegnato da GuidoScarabottolo. |
I testi della PIPPO, invece, si devono a Marta Sironi, studiosa di illustrazionee arte. Perché la scelta è caduta proprio su Marta? Perché quandoci siamo posti il problema di che testi scrivere per accompagnarequeste immagini, ci siamo detti: dovranno esser scritti con lostesso spirito con cui Munari parla di Leonardo da Vinci inDisegnare unalbero.
Che poi è lo stesso spirito diScarabottolo quando rifà con la biro e la matita i capolavori dell'arte:rispetto assoluto, ma nessun imbarazzo, grande libertà e piacere, maal tempo stesso tutta la serietà che richiede il gioco. Volevamo deitesti brevi e belli, che dessero spunti, che incuriosissero i lettoriparlando anche solo per accenni della cose meravigliose che abitanonei quadri, delle storie e delle parole che ci sono nascoste dentro,dei personaggi, delle scene, dei simboli... Così ci è venuta in menteMarta, che frequenta il nostro gruppo di lettura e ha curatoper noi un'altra novità di questi giorni. Insommalei ci sembrava perfetta per trovare le cose giuste da dire e perfettalo è stata.
Nei prossimi giorni vi presenteremo il secondoPIPPO.
E poi naturalmente ce ne saranno altri di PIPPO... maper questi bisognerà aspettare i prossimi mesi.