Sei zampe e poco più di Geena Forrest, autrice esordiente, è uscito alla fine di luglio per permettere a tanti piccoli entomologi in erba di scoprire la gioia del naturalismo e dell'osservazione diretta. Il nostro blog aveva già chiuso i battenti, allora, così ci siamo dovuti limitati a informare del sua uscita sulla nostra pagina Facebook.
Risultato sorprendente, accoglienza stellare, un numero imbarazzante di like e condivisioni. Insomma, abbiamo capito subito che questo primo esponente della collana PiNO, ovvero Piccoli Naturalisti Osservatori (gemella della PiPPo, Piccola Pinacoteca Portatile, dedicata all'arte) oggi al suo esordio e dedicata alla divulgazione scientifica e alla pratica del disegno e delle notazioni dal vero, stava piacendo moltissimo alle persone, librai, lettori, lettrici...
L'estate ce lo ha poi confermato: Geena Forrest ha partecipato a incontri e laboratori suscitando grande entusiasmo e attenzione. E possiamo dire con sorpresa e orgoglio che in questi giorni Sei zampe è il nostro libro che vende di più.
[di Geena Forrest]
Ogni libro che nasce ha una storia alle spalle; questa è quella di Sei Zampe, riassunta, ci credereste?, in sei punti.
Perché Sei Zampe è strutturato in questa maniera? Tra un po’ lo scoprirete…
Punto Primo: Lo devo aver detto già da qualche altra parte, ma lo ripeto qui: da bambina avevo fondato l’esclusivissimo (ero l’unica socia) Club delle Giovani Naturaliste, mi piaceva andare in giro per la collina e disegnare le cose interessanti che mi capitavano a tiro. Disegnarle significava osservarle bene, memorizzare i particolari e il luogo dove le avevo trovate.
Avevo ad esempio un’insana passione per le tane. Chi ci abitava? Erano vuote al momento? Ci si poteva infilare una mano dentro? Questa dovrebbe essere una di tasso.
Poi questa cosa del disegno a zonzo la persi un po’ con l’adolescenza, ma non la passione per lo studio naturalistico che, dopo il liceo, mi portò ad iscrivermi alla facoltà di Scienze Forestali e Ambientali. Durante quel periodo, in parrocchia facevo anche attività di animazione e mi stupivo sempre di come durante le numerose passeggiate i bambini riuscissero a vedere dettagli minuscoli e, con indicazioni base, imparassero senza sforzo un sacco di informazioni di botanica ed entomologia. Mi sembravano i compagni ideali per il mio Club (esclusivissimo).
Mai sottovalutare dei bambini in passeggiata. Da Etwas von den Wurzelkindern, di Sibylle von Olfers.
Punto Secondo: Ho due figli maschi, che hanno amici maschi. In casa mia le costruzioni Lego raggiungono quantitativi vergognosi e sono, in certi casi, l’unico mezzo di interazione durante i momenti di svago. Così un giorno mi sono messa lì tra scatole e pezzi, ho diviso mucchietti tutti uguali, ho assegnato a ognuno una funzione (questi sono gli occhi, queste sono ali membranose, questi sono bilanceri…) e li ho invitati a costruire dei modelli.
Ditteri innocui.
Quel giorno imparammo giocando la differenza tra ditteri e imenotteri e quel giorno iniziai anche il lavoro per delle tavole che avrei poi spedito a Bologna: Istruzioni di EntomoLEGOlogia.
Non sono bellissime, lo so: però onestamente come si fa a rendere piacevole un’illustrazione su fondo azzurro e bordo giallo?
Erano tavole goffe e imprecise, però sono le stesse che spedii ai Topi per spiegare il mio progetto e a loro piacquero subito.
Punto Terzo: in quel periodo stavo leggendo anche la biografia di Maria Sibylla Merian (donna meravigliosa, coraggiosa, tenace: vi consiglio caldamente di fare come me).
Maria Sibylla Merian (1647- 1717), informazioni base da cui partire.
Figlia di un artista, da fanciulla passava le giornate ad allevare bruchi e farfalle, ritrarli con fiori e piante in superbe incisioni acquerellate e annotare le sue osservazioni. Un procedimento da vera scienziata, intriso però anche di gusto e bellezza, un lavoro “per deliziare tanto più gli occhi dell’amatore quanto più sono attenti e sensibili, e per dar lustro a un piccolo capolavoro dell’infaticabile natura”. Nella prefazione del suo primo libro, La Meravigliosa Metamorfosi dei Bruchi, Sibylla si rivolge all’illustrissimo lettore come “amante dell’arte”.
Insomma gli insetti sono belli. Punto. E sono interessanti.
Maria Sibylla Merian, incisioni acquerellate: come darle torto?
Deve averlo pensato tempo prima anche Ulisse Aldrovandi (1522-1605) che, in un’epoca in cui qualcuno ancora credeva agli insetti che nascono dal fango e sono creature del diavolo, con De animalibus insectis libri septem, cum singulorum iconibus ad vivum expressis diede inizio all’illustrazione entomologica moderna, accompagnando descrizioni e nomi di esemplari a ordinati disegni chiarificatori.
… cum singulorum iconibus ad vivum expressis, xilografie di Aldrovandi, potete vederle tutte qui.
Oggi l’illustrazione entomologica ha raggiunto, grazie anche all’utilizzo di microscopi sempre più potenti, livelli di perfezione ed esattezza incredibili. Ci sono in pratica giovani entomologi, appassionati di disegno, che riescono a fare cose così:
Alessio Morelli, Parancistrocerus androcles marginalis,tempera acquerellata su carta e Firminus procerus, china e tempera bianca.
Quando con i Topi fu il momento di scegliere come dovessi raffigurare gli insetti nel libro, non avemmo quasi nessun dubbio: dovevano assomigliare a illustrazioni da manuale, dovevano essere belli e veritieri.
Geena Forrest, Lucanidi, matite.
Punto Quarto: Il libro era impostato, gli argomenti decisi, eppure c’era qualcosa che mancava. E non capivo cosa fosse.
Schemini iniziali; qui in effetti mancava un sacco di roba.
Finché un giorno Francesca Ferri, a cui va la mia gratitudine, vedendo i miei disegni mi fa: “Sembrano veri, mettili in una scatola”.
Mettili in una scatola!
Mi stavo insomma dimenticando una parte fondamentale del lavoro di un entomologo: la raccolta, sia essa per studio o per collezione. E se con Sei Zampe avremmo invitato i piccoli entomologi a disegnare insetti, allora doveva esserci anche una scatola entomologica che raccogliesse quelle osservazioni disegnate. L’aletta dell’ultima pagina del libro, prevista dall’impaginazione della neo-collana PINO (PIccoli Naturalisti Osservatori), sembrava nata per contenerla.
Punto Quinto: La stesura del libro è durata praticamente un anno e mezzo; sì, sono lentissima. Però in questo anno, a casa mia, c’è stato un via vai di piccoli tester, dai quattro ai dieci anni, a cui ho sottoposto appunti e disegni nei pomeriggi dopo scuola.
Fasi pre-pubblicazione: Sei Zampe funziona?
Se una cosa non era chiara, cercavo di capire quale fosse il miglior modo per dirla. Se una cosa era troppo semplice e generava altre domande, aggiungevo ulteriori informazioni e termini scientifici. Mi sono accorta che semplificazione e chiarezza non vanno sempre di pari passo. (I tester sono stati ricambiati con merende luculliane, disegnini e libri: nessun minore è stato sfruttato.)
Punto Sesto: Sei Zampe è uscito questa estate; è stato già utilizzato in due laboratori bellissimi, uno a Lavarone in occasione del Festival ApertaMente; e uno al Masetto, workshop tra i numerosi svoltisi in quel luogo fantastico. In entrambe le occasioni siamo stati accompagnati da un vero entomologo, i bambini hanno osservato e disegnato e lo hanno fatto anche gli adulti che erano lì con loro.
Lavarone e Masetto, super laboratori.
So però che Sei Zampe è stato adoperato anche in escursioni private e caldi pomeriggi da molti bambini conosciuti, purtroppo, solo attraverso internet, ma che gentilmente mi hanno resa partecipe delle loro scoperte.
Filippo (7 anni) e Camilla (4 anni): il Club ha nuovi iscritti, bravissimi.
Ecco così, Sei Zampe è nato, viva!