Ulisse, bambino e scienziato avventuroso

La copertina di Teatro di natura, di Michelangelo Setola (Canicola edizioni, 2021).

Nel 2021 è uscito per le bolognesi edizioni Canicola, il racconto a fumetti Teatro di natura di Michelangelo Setola, biografia storica e immaginifica di Ulisse Aldrovandi, considerato il padre della moderna Storia Naturale, una delle figure di scienziato più eminenti della passato, fra Cinquecento e Seicento. Naturalista, medico, botanico, entomologo, fondatore dell’Orto Botanico di Bologna, diede vita a uno dei primi musei della storia, il Teatro di natura, appunto (che nome bellissimo), collezione di reperti naturali di cui Aldrovandi fu instancabile raccoglitore e che conservava presso la propria abitazione. Oggi la collezione è visitabile al Museo di Palazzo Poggi per la gioia dei visitatori, soprattutto bambini che, come si sa, non si saziano mai di ammirare ogni genere di prodigiose creature come coccodrilli, pesci palla e serpenti etc. Aldrovandi scrisse anche una monumentale encilopedica Storia Naturale, che, realizzata insieme a pittori, disegnatori e incisori, aveva lo scopo di divulgare la conoscenza del mondo naturale.


Dato che nel 2022 ricorre il cinquecentenario della nascita di Aldrovandi, e Bologna si prepara a festeggiarlo a dovere, Teatro di natura da fumetto (vincitore del BRAW Comics 2022) è diventato un progetto a cura di Canicola edizioni, che coinvolgerà l’intera città, attraverso mostre, laboratori, incontri eccetera. Le tavole originali del libro sono esposte fino al 30 Aprile presso la Biblioteca Universitaria di Bologna, Atrio dell'Aula Magna (via Zamboni, 35, Bologna). A cura di Orto Botanico ed Erbario fino al 30 aprile sarà visitabile un percorso espositivo diffuso realizzato da pannelli con l’intento di creare un itinerario alla ri-scoperta dei luoghi della cultura collegati a Ulisse Aldrovandi. Il percorso è dislocato in varie zone della città: l’Orto Botanico ed Erbario, la Biblioteca Universitaria di Bologna, il Parco della Montagnola, il Museo Archeologico, la Biblioteca Salaborsa e la Biblioteca dell’Archiginnasio.

Abbiamo intervistato Michelangelo Setola e Liliana Cupido per farci raccontare di questo libro e di queste iniziative.

L'autore.

Come è nata l’idea di dedicare ad Aldrovandi questa biografia per immagini?

Michelangelo Setola: Ho sempre amato le immagini legate alla figura di Aldrovandi. Mi attraggono profondamente il disegno botanico e biologico in genere, non saprei dire perché. Forse ci ritrovo un approccio artigianale che sento vicino alla mia attitudine a disegnare. Credo sia anche per questo che Canicola pensava da tempo ad un mio lavoro su Aldrovandi, o sull’immaginario generato dalla mole di opere che ha fatto realizzare nel corso di una vita. Quando mi hanno proposto il progetto ho accettato immediatamente.


Quali aspetti ti hanno più affascinato di questa figura? E quali hai deciso di mettere in primo piano, dando loro più spazio.



M.S.: Sappiamo che nel corso di una vita Ulisse Aldrovandi ha commissionato a svariati artisti migliaia di immagini tra disegni tempere acquerelli e xilografie che riproducessero ogni sorta di elemento naturale per poterlo studiare e divulgare. Aldrovandi era ossessionato dal visivo, studiando mi sono convinto che la sua passione per il disegno andasse oltre la necessità delle riproduzioni che soddisfacessero il suo desiderio di conoscenza. Sebbene l’amore per la conoscenza fosse per lui «l’essenza stessa del vivere», è indirettamente che traspare la sua passione per il visivo: il modo in cui nelle lettere si lascia trasportare quando parla degli artisti con cui lavora o lo sconforto con cui racconta del non poter lavorare con un pittore anziché un altro, sono sì sempre legati all’esigenza di poter disporre delle migliori immagini possibili su cui poter portare avanti la sua ricerca, ma nascondono anche un’attrazione quasi viscerale per tutto ciò che riguarda il visivo.

Questo aspetto mi ha stupito, o forse ho lasciato che questa idea mi suggestionasse fino a crederla vera e l’ho utilizzata per lavorare. Passando così tanto tempo a sfogliare disegni commissionati da Aldrovandi in alcuni momenti mi è sembrato di provare una febbre simile a quella che potevo immaginare provasse lui quando gli veniva recapitato un nuovo dipinto. Questo aspetto non l’ho portato nel racconto a livello narrativo, ma ho cercato di utilizzarlo come stimolo trasversale nel lavoro.

La scelta di rivolgerci a un pubblico di piccoli lettori attraverso una biografia anziché attraverso una storia inventata di sana pianta, ci ha messo di fronte alla problematica di rendere attraente la vita di un uomo accademico del Cinquecento che ha passato gran parte del suo tempo sui libri o in aule universitarie tra colleghi e studenti. Studiando e leggendo le diverse biografie disponibili ho trovato uno spunto interessante, in alcuni episodi si narrava di un Aldrovandi bambino e poi adolescente, più avventuroso, che intraprese viaggi solitari in Italia e poi in Europa. Ho scelto quindi di incentrare la prima parte del libro sui viaggi in età bambina e adolescente riportando episodi realmente presenti nella biografia, accostati ad altri inventati a partire da ciò che alcune immagini esaminate mi suggerivano, in una dimensione di romanzo di avventura. 
Poter disporre di questi episodi mi ha permesso di sviluppare una prima parte in cui il lettore si immedesima col protagonista bambino, cosicché una volta che Ulisse diventa adulto si è già creato un legame tra il lettore e il protagonista che sarà così più disposto ad affrontare parti meno accattivanti della biografia. Quindi, quando l’Aldrovandi adulto affronta un processo per eresia o disquisisce di quanti progressi nello studio della medicina gli stia facendo fare il suo orto, il lettore si è già identificato in quella figura ormai barbuta con la quale fino a poche pagine prima aveva girato il mondo, e forse e più propenso a continuare a seguirlo.



Questo fumetto ci sembra molto diverso dai tuoi precedenti, per il pubblico a cui si rivolge, per tematiche e per stile. In che modo hai lavorato sulla costruzione di queste immagini, sulla narrazione di una storia dedicata a un personaggio realmente vissuto in un tempo così lontano dal nostro?



M.S.: L’idea di partenza era quella di disegnare il fumetto non allontanandomi troppo dallo stile delle opere commissionate da Aldrovandi, lavorando su una figura che ha generato un immaginario così riconoscibile e potente era chiaro cercare di utilizzare appieno quel potenziale visivo. Inizialmente volevo gestire il fumetto esclusivamente a tempera, utilizzando principalmente il colore senza affidarmi al tratto con un guazzo molto più pieno di come invece è stato realizzato il libro. Nella prima parte della documentazione i miei riferimenti erano quasi esclusivamente le tavole a tempera o acquerello e volevo attenermi a quelle ma dopo qualche prova mi sono reso conto che portare avanti il fumetto in quel modo, per me che non avevo mai utilizzato il colore, sarebbe stato complicato e avrebbe notevolmente inciso sui tempi di produzione che sono da sempre il mio punto debole.
 Continuando con la documentazione ho riscoperto invece l’opera xilografica delle opere a stampa, i volumi enciclopedici suddivisi per specie e temi fatti stampare da Aldrovandi. Si tratta delle varie tavole dipinte già esistenti fatte tradurre in xilografia per poter essere stampate in più volumi e divulgate, alcune delle quali stampate a colori.
 Ecco che avevo trovato uno stile più vicino al mio modo di lavorare abituale che mantenesse viva la riconoscibilità e fedeltà al lavoro prodotto nel Cinquecento. Inizialmente avrei voluto anche mantenere un approccio più rigido tenendo i personaggi e il paesaggio su un piano completamente bidimensionale, senza usare la prospettiva, ma anche in questo caso ho accantonato l’idea perché sarebbe stata molto più difficile la gestione della costruzione narrativa. Molto impegnativa è stata anche la documentazione sui costumi e sull’aspetto degli edifici o delle città dell’epoca.

Teatro di natura mi pare che sia l’unica biografia a fumetti dedicata a un personaggio storico, pubblicata da Canicola. Cosa vi ha conquistato di questo personaggio e di come è raccontato, al di là della sua bolognesità che, se vi lega al personaggio, non credo sia la molla che ha fatto scattare tutto l’interesse.

Liliana Cupido: Sì è vero, fino a ora non avevamo mai pensato di misurarci con una biografia che si rivolgesse a giovani lettrici e lettori, ci piaceva l’idea di lavorare su un anniversario del genere per scoprire, noi per primi, la vita straordinaria di quest’uomo. Da subito abbiamo pensato al segno e all’attenzione maniacale per i dettagli di Michelangelo e questo ha contribuito a motivarci ulteriormente nel proseguire… e quando abbiamo approfondito la biografia siamo rimasti di stucco, sembrava proprio la migliore avventura per un libro per l’infanzia! Tanto intenso e avventuroso è stato il suo percorso di vita, da credere che ciò che viene raccontato sia tutto frutto di immaginazione, e invece è - quasi - tutto vero!

Puoi illustrarci che tipo di percorsi avete progettato per festeggiare a Bologna in occasione del cinquecentenario della nascita di Aldrovandi?

L. C.: Abbiamo cominciato a realizzare le prime attività attorno al libro già nel 2021, perché facessero da ponte verso il cinquecentenario di quest’anno. Laboratori di lettura e disegno per le scuole e a utenza libera, incontri con l’autore, una mostra delle tavole originali della storia in occasione di Bologna Children’s Book Fair, performances di live painting, un percorso espositivo diffuso in città, e altro ancora che potrà svilupparsi in itinere. Un dialogo tra l’opera a fumetti di Michelangelo e alcuni spazi culturali cittadini in chiave pedagogica.

In particolare con la mostra diffusa l’intento è stato quello di creare una rete dove il filo rosso della storia tenesse uniti i luoghi della cultura che sono legati ad Aldrovandi per ragioni diverse (l’Orto Botanico ed Erbario, la Biblioteca Universitaria – Palazzo Poggi, il Museo Archeologico, la Biblioteca Salaborsa e la Biblioteca dell’Archiginnasio, il Parco della Montagnola - qui c’è la nostra redazione!), da riscoprire attraverso la narrazione a fumetti di quest’opera contemporanea. La mostra è inoltre corredata da una mappa disegnata dall'autore che rende tangibile nell’immediato la ricchezza del percorso.

Al di là delle celebrazioni, pur sempre importanti, perché pensi sia interessante, oggi, proporre e raccontare ai più piccoli una figura del genere?

L. C.: Ulisse scappa di casa a 12 anni per andare a scoprire da solo Roma (proprio così comincia la storia), e già questa possiamo archiviarla come ottima motivazione… Credo ci siano davvero tante componenti a rendere la vita di Ulisse, e l’atmosfera immaginifica che Michelangelo ha saputo evocare, un’avventura meravigliosa che si presta a essere proposta all’infanzia come pubblico prediletto. Il desiderio di conoscenza verso ogni forma di vita esistente, un’insaziabile curiosità come impulso per agire nel mondo, e la capacità (reale o immaginaria, non importa) di intraprendere una relazione profonda con il regno naturale fino ad ascoltare “la voce” di piante, minerali, insetti… tutto questo armonizzato dal segno complesso e vibrante di Michelangelo che arricchisce la narrazione e amplifica il senso di stupore che si genera a ogni pagina.

A vostro avviso che tracce ha lasciato Aldrovandi nella cultura e nell’immaginario della nostra epoca e della vostra città? E intorno a quali vale la pena di partire per costruire buone narrazioni future?

L. C.: Aldrovandi, oltre ad aver dato il nome a strade e piazze un po’ in tutto il territorio emiliano, ha lasciato un ricchissimo patrimonio culturale a testimonianza della complessità del mondo e dell’ambiente in cui l’uomo agisce e con cui interagisce. Ci lascia la meraviglia per la scoperta e un estremo rispetto verso tutti i regni del micro e macro cosmo, e dell’uomo come parte del cosmo stesso.