Una libreria che accoglie tutti

Siamo arrivati alla nona intervista del ciclo dedicato alle Case dei Topi. Questa volta Beatrice Bosio incontra Nicoletta Maldini della libreria Trame di Bologna. Qui trovate le altre interviste alle nostre librerie fiduciarie: Spazio Libri La Cornice, di Cantù; La tana del Bianconiglio di Maerne di Martellago; La Pazienza Arti e Libri, di Ferrara; Testolinee Libreria dei Ragazzi, di Manduria; Aribac, di Milano; 365 storie di Matera e la libreria Dudi di Palermo.

[di Beatrice Bosio]

1. Ti chiederei di cominciare con una breve presentazione della libreria.

La libreria si chiama Trame e si trova a Bologna in pieno centro, in via Goito.

È stata aperta al pubblico nel dicembre 2005, dopo che, nel giugno dello stesso anno, con due amiche (io, Nicoletta Maldini: laurea in Lettere, 15 anni di esperienza precedente presso varie librerie; Orsola Mattioli: semiologa dell’Arte, collaborazione col Museo Medievale di Bologna, redattrice editoriale; Anna Vezzoli: laurea in Filosofia, diploma post laurea a Cambridge, esperienza professionale nel campo delle Pubbliche Relazioni e della comunicazione in genere), abbiamo costituito la società cooperativa Trame, con la convinzione del potenziale valore di una libreria di servizio, non specializzata, accogliente, con una selezione accurata di novità a rotazione veloce, e la professionalità necessaria per condurre ricerche bibliografiche in un ampio database, e affiancamento nelle ricerche di fuori catalogo.

Oltre all’attività commerciale, la libreria Trame ha ospitato fino a marzo 2020 presentazioni di libri, mostre di grafica, fumetto, fotografia e arte, un gruppo di lettura Letture sul sofà, percorsi di scrittura creativa in collaborazione con autori e autrici, concerti acustici e DJ set. Collaboriamo ancora con enti e associazioni presenti sul territorio (AIAS, Associazione PerWilma, TPO Teatro Polivalente Occupato, Labas, Teatro San Martino, Mercato Diverso, Future Film Festival, Libera Bologna, ANPI, Comunicamente, Città dei Bambini dell’Antoniano, Biografilm Festival, Dans La Rue e Crash, biblioteche pubbliche) con bookshop e supporti bibliografici.

Si fanno percorsi condivisi con altre librerie della città in eventi collettivi, e con altri gruppi di lettura cittadini, e affianchiamo biblioteche e spazi culturali con bookshop di servizio.

Fino al 2019 abbiamo portato avanti il progetto La libreria incontra la scuola, già sperimentato da decine di librerie indipendenti sul territorio nazionale, che ci ha permesso di lavorare insieme a molti insegnanti delle scuole primarie e secondarie.

Infine, affianchiamo gli studenti universitari in ricerche bibliografiche personalizzate per tesi di laurea o dottorato e offriamo consulenza per regali aziendali o individuali, anche su richiesta via telefono, mail o social network.

2. Perché proprio il nome “Trame”?

È un nome corto e anagrammabile. Inoltre, all’inizio eravamo ospiti del negozio di abbigliamento di mio padre e la parola faceva riferimento sia ai libri che ai tessuti.

 

3. Com’è che avete avviato l’attività di Trame nel negozio di tuo padre per poi spostarvi nello spazio di via Goito?

Avevo già lavorato in altre librerie e, quando la terza ha chiuso e sono stata licenziata, una cliente mi ha offerto di prendere in affitto lo spazio di via Goito per aprire una libreria che fosse nostra. Dato che questo spazio, però, non si sarebbe liberato prima di alcuni mesi, siamo state ospitate dal mio babbo in attesa di poterci trasferire nella sede definitiva.

4. Quindi hai sempre fatto, o comunque voluto fare, la libraia?

Io sono del 1961: ho studiato, viaggiato, fatto parecchi lavori, tra cui aiutare nel negozio di abbigliamento di mio padre. Nel 1990 ho iniziato alla Rizzoli di via Altabella; dal 1991 al 1994 ho lavorato alle Messaggerie Cappelli, in via Farini; poi dal 1994 al 2005 alla libreria Duomo, in via Indipendenza, di proprietà della famiglia Nanni della storica libreria di via de' Musei. Alla fine di questa esperienza mi hanno offerto, come ti dicevo, i locali di via Goito in affitto. Allora, insieme a Orsola, vecchia amica, e Anna, nuova amica, abbiamo pensato di intraprendere questa bella avventura. Da qualche anno loro sono rimaste in società, mentre io mi occupo della quotidianità.

5. In quanto Casa dei Topi, Trame è per definizione indipendente. Oltre a questo, ce l’hai descritta come una libreria (a) di servizio, (b) non specializzata, (c) accogliente, con (d) una selezione accurata di novità a rotazione veloce e (e) un lavoro specifico sui libri fuori catalogo. Potresti approfondire questi cinque aspetti che la caratterizzano?

Si tratta di una libreria di servizio perché cerchiamo di avere una buona disposizione d'animo verso i viandanti e ci dedichiamo con grande impegno alla ricerca dei titoli. È non specializzata perché propone una selezione che spazia fra tutte le proposte del mercato. L’ambiente è reso accogliente dal divano, presente fin dall’inizio e chiamato ancora oggi “il divano da allattamento”, tante sedie e la possibilità di usare il bagno, se necessario. Per quanto riguarda le novità a rotazione veloce, considera che il mercato editoriale propone circa 50 mila novità all'anno, a Trame ci stanno fra gli 8 e i 9 mila titoli a scaffale e ogni anno ne passano circa 12 mila. Perciò, quando vengono i rappresentanti delle case editrici a proporci le nuove uscite, io leggo accuratamente le schede e scelgo cosa proporre: più o meno un libro ogni otto/dieci segnalati. Per il resto, lavoriamo su ordinazione. Infine, in merito al lavoro sui libri fuori catalogo, noi non trattiamo l’usato, ma la ricerca del libro esaurito è spesso legata al desiderio di possesso. Molte volte chi cerca un libro esaurito non si accontenta del consiglio di controllare in biblioteca, ma vuole essere aiutato a recuperarlo, o fra i colleghi antiquari di Bologna, o sul circuito Maremagnum, che mette in rete centinaia di librerie di usato, in Italia e nel mondo.

6. Hai appena spiegato grossomodo come ti destreggi nell’ardua impresa di scegliere titoli da proporre. Cosa puoi aggiungere rispetto alla loro organizzazione e disposizione negli spazi della libreria? C’è un ordine che facilita l’orientamento dei clienti nella loro libera esplorazione?

Una prima suddivisione è quella per temi fra le varie sale della libreria; una seconda suddivisione è quella per editori nelle singole sezioni tematiche (così chi svolge brevi stage universitari da noi non impazzisce!).

 

7. Esempi di alcuni temi?

Niente di particolare, direi. Nella prima sala si trovano i puri piaceri della vita, come arte, fotografia, cinema, teatro, musica, poesia, e, a fianco alla cucina – settore che adoro -, c’è la zona Topi, proprio di fronte all’ingresso. Nella seconda sala, quella più grande, ci sono: a destra, i saggi; a sinistra, la narrativa; al centro, dei tavoli con su le novità; sotto, per lo più, catalogo e tascabili. Infine, nell’ultima saletta, abbiamo i libri per bambini e ragazzi, insieme a quelli su giardini, animali, viaggi, psicologia e benessere.

8. Quando ci siamo accordate per l’intervista, mi hai confessato i tuoi timori iniziali in merito alla proposta di diventare Casa dei Topi: temevi che Trame non fosse adatta al ruolo. Trascorsi ormai più di tre anni, ti sei ricreduta?

Avendo una libreria piuttosto comune e mainstream, e non avendo un settore ragazzi particolarmente raffinato, mi pareva di non poter valorizzare un editore abbastanza unico nella sua proposta come Topipittori. Devo ammettere, però, che aveva ragione Paolo: i Topi a Trame hanno senso e ha senso averli esposti nella sala di ingresso, dove tanti clienti possono scoprirli.

9. Nel corso della storia di Trame, quali sono i libri che hai venduto di più, considerando le varie sezioni? E saresti in grado di offrirci una lettura di questi dati tale da rivelarci l’identità di Trame?

Tra i più venduti ci sono sicuramente i quattro volumi de L’amica geniale di Elena Ferrante (edizioni e/o). Si tratta di un vero e proprio caso editoriale, più unico che raro: un’enorme quantità di copie vendute per dei libri la cui autrice ha volutamente rinunciato alla sua identità autoriale, nascondendosi dietro a uno pseudonimo e rifiutando la parte pubblica, quindi promozionale, legata alla sua figura. Le ragioni del successo le troviamo subito nel primo romanzo, che è accattivante, profondo, ricco: indaga la condizione delle donne nel Novecento e ci racconta le loro vite. Sono libri indubbiamente cari al mio cuore.

Un altro libro che ho venduto molto è quello d’esordio di un’autrice di origine ucraina trasferitasi in Inghilterra: Marina Lewycka. Pubblicato per la prima volta da Mondadori, prima nei rilegati e poi negli Oscar, col titolo Breve storia dei trattori in lingua ucraina, è stato recentemente ripubblicato da Astoria come Breve storia dei trattori in Ucraina. È un romanzo classico nell’impianto, con al centro una questione familiare di eredità: siamo in Inghilterra, un signore anziano, emigrato dall’Ucraina dopo la guerra, vedovo da qualche anno, vuole sposare una ragazza ucraina molto più giovane, per amore, ma anche per aiutarla; le due figlie sono contrarie. La voce narrante è quella di una delle due sorelle, che litigano terribilmente tra loro e col padre, in un racconto disgregato, pazzo, folle, la cui potenza è senz’altro la dirompente ironia. Quell’ironia tipicamente anglosassone, che a me piace un sacco, ma che forse agli scrittori italiani manca un po'.

Rimanendo ancora in Inghilterra, un altro titolo andato alla grande da Trame è La sovrana lettrice di Alan Bennet (Adelphi). Laureato in Storia a Oxford, questo scrittore britannico è anche un acclamato drammaturgo e sceneggiatore. Conosce bene “i suoi polli”, quindi il popolo inglese, ma anche l’animo umano in generale, con tutte le sue fragilità. Nel breve romanzo, la regina s’imbatte per caso nel furgone della biblioteca circolante e, sollecitata dal bibliotecario, sceglie un libro, poi un altro e un altro ancora… Libro dopo libro, la sovrana diventa una forte lettrice e questo ha ripercussioni sui suoi rapporti con la corte e altre conseguenze. Un libro divertentissimo, che mostra il rifiorire di una persona solo apparentemente appagata.

Per quanto riguarda il panorama italiano, consiglio e vendo spesso Le piccole virtù (Einaudi), una raccolta di racconti di Natalia Ginzburg, grande scrittrice del Novecento, nonché importante personaggio dell’editoria italiana, avendo lavorato a lungo per la casa editrice Einaudi. Le piccole virtù è un libro eccezionale, con un italiano pulitissimo, mai banale. Trovo che la scrittura nitida e limpida della Ginzburg sia facilmente accessibile a quei turisti che desiderano cimentarsi nella lettura di un classico italiano. A loro lo propongo sempre, insieme a “Marcovaldo” di Calvino.

Ho amato e proposto molto anche Ragazza, donna, altro di Bernardine Evaristo (SUR), romanzo corale con dodici protagoniste, perlopiù donne (e non aggiungo altro per non svelare niente). Scritto da una londinese con padre nigeriano, questo racconto collettivo è sontuoso, anticonvenzionale, e appassionante.

Non posso non citare anche Bologna a modo nostro. Trame, percorsi, emozioni a cura di Maria Beatrice Masella e Alba Piolanti, opera di dodici donne che hanno partecipato a un percorso di scrittura creativa tenutosi proprio da Trame. Prodotto da noi e stampato in tipografia, il libro è una guida sentimentale della città, in cui s’intrecciano momenti storici, politici e personali.

Infine, una specie di summa delle nostre proposte, esplicitamente intitolato Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno delle biblioterapiste Ella Berthoud e Susan Elderkin (Sellerio): un dizionario di romanzi e scrittori “terapeutici”, un manuale che rivela ai lettori quanto i libri possano fare bene.

Rispetto ai titoli più venduti della sezione bambini e ragazzi, direi sicuramente tutti i libri che, negli anni, sono stati scelti per il progetto La libreria incontra la scuola. Citiamo fra le collaborazioni: Patrizia Rinaldi, Antonio Ferrara, Daniele Nicastro, Lia Levi, Maria Beatrice Masella, Anna Vivarelli e altri.

Molto successo ha avuto tutta la serie Diario di una schiappa di Jeff Kinney, edita in Italia da Il castoro, un editore di mercato che secondo me fa un ottimo lavoro per quanto riguarda soprattutto i fumetti. Dello stesso editore, infatti, sono molto apprezzati dai giovani anche i graphic novel di Raina Telgemeier, capaci di raccontare con tatto e autenticità momenti cruciali della preadolescenza.

Un titolo di narrativa che ho venduto e vende ancora molto bene è Per questo mi chiamo Giovanni di Luigi Garlando (Rizzoli), che con estrema efficacia racconta la mafia a bambini e ragazzi.

Per i piccolissimi mi piace suggerire L’uccellino fa di Soledad Bravi (Babalibri), un libro molto divertente di suoni e rumori, perfetto per giocare con le prime parole.

Concludo con quel capolavoro de L’approdo di Shaun Tan (Tunuè), un silent book rivolto forse a un pubblico adulto, ma potente anche tra le mani dei bambini, una lettura intensa e immediata, che con immagini vivide e dettagliate narra una storia senza tempo, quella delle migrazioni per necessità, che ci riguarda tutti, da sempre. Ebbi la fortuna di incontrarlo, improvvisandomi sua traduttrice durante una conferenza: è una persona stupenda, di una gentilezza davvero disarmante.

 

10. In cosa consiste il progetto La libreria incontra la scuola, a cui hai accennato prima?

Si tratta di un progetto ideato e realizzato per la prima volta dalla libraia catanese Daniela Bonazzinga, che ha poi tenuto dei corsi in merito, rivolti a librai e libraie in tutta Italia. Dopo che Anna Vezzoli, la mia socia, lo ha frequentato, abbiamo cominciato anche noi a proporre il progetto. Ogni estate sceglievamo alcuni libri (chiaramente anche in base alla disponibilità degli autori). Durante l’anno scolastico alunni e insegnanti delle classi di primaria che decidevano di aderire (minimo quattro), lavoravano autonomamente su uno dei testi consigliati; poi, alla fine, tenevano un incontro con l’autore, un incontro “ribaltato” rispetto al solito: non era lo scrittore a parlare del proprio libro, ma i bambini che, avendolo letto, gli riferivano le loro impressioni. Il progetto ha funzionato sempre molto bene per diverse ragioni: un costo basso per le scuole, un certo numero di vendite assicurate per noi, l’opportunità per gli autori di raccogliere il vissuto dei loro giovani lettori.

Da dopo il Covid, però, non lo abbiamo più riproposto, perché troppo impegnativo in termini di tempo e organizzazione.

11. Quali titoli del catalogo Topipittori, disponibile da Trame in quanto Casa dei Topi, rispecchiano di più il tuo spirito e quello della libreria?

I volumi della collana di narrativa Gli anni in tasca sono sicuramente quelli più nelle mie corde. Mi piace il modo nostalgico, ma non scontato con cui raccontano, attraverso le diverse voci di importanti scrittori e non solo, l’infanzia e l’adolescenza, età che a posteriori tendiamo tutti a celebrare e rimpiangere, ma che, quando le si vive, non sono certo così idilliache e sempre piacevoli.

Mi fanno impazzire i “Libri delle stagioni” di Rotraut Susanne Berner, così pieni di dettagli, personaggi e storie magistralmente narrate (e senza l’uso di parole, tu pensa!) da poterli sfogliare e risfogliare senza mai stancarsi.

Adoro anche quelli della serie creata da Susanna Mattiangeli e Vessela Nikolova, Al museo, Al mercato e In spiaggia, caratterizzati da testi essenziali e illustrazioni accurate, che danno vita a libri ricchissimi di intuizioni e per questo capaci di incantare sia bambini che adulti.

Degna di speciale menzione secondo me è l’intera collana di saggistica, I Topi saggi, che testimonia la ricchezza del progetto portato avanti dalla casa editrice, sempre innovativa nel suo operato, ma anche coerente e riflessiva (una rarità nell’editoria).

Pensando più in generale allo spirito di Trame, ti direi i titoli di autori molto noti e amati a Bologna, come Beatrice Alemagna e Sergio Ruzzier.

Per il resto lascio che sia proprio lo scaffale su cui ho disposto i libri del catalogo Topipittori, in prima sala, frontale, quindi in uno spazio prioritario, a fare gran parte del lavoro.

 

12. Parlami un po’ della clientela di Trame: chi entra generalmente in libreria e che rapporto cerchi di instaurare con ciascuno di loro?

La clientela di Trame è un fritto misto. Ci sono persone che vengono da me dal 1990, e ora iniziano ad avere una certa età (come me!). Poi ci sono clienti più recenti, che hanno conosciuto il negozio qualche anno fa – magari da adolescenti o tra i venti e trent’anni – e continuano a frequentarlo con regolarità – alcuni adesso arrivano perfino con i figli. Questi amici di nuova data mi danno grande soddisfazione: sono il risultato di solidi rapporti di fiducia e stima. Non mancano studenti e insegnanti che, grazie al buono docenti, sono richiamati dalla selezione per bambini e ragazzi e dalla saggistica su pedagogia, didattica e simili. Infine, ci sono le persone di passaggio, turisti in visita per il centro, ma anche curiosi attirati dal mio discreto lavoro sui social.

Per quanto riguarda la relazione con i clienti, tieni presente che lavoro nel commercio da quando ho dodici anni: ho la pretesa di poter vendere veramente qualsiasi cosa a chiunque. Ma non è questo il punto. Mi piace davvero andare incontro alle necessità di ogni viandante, cogliendone il desiderio, e soddisfandolo.

Dare a chi entra un libro non adatto significa “tirargli un pacco”: è un cliente perso.

Per capire cosa vuole davvero chi mi chiede consigli, ribalto i ruoli e faccio molte domande. Se conosco la persona, ripercorriamo insieme i libri acquistati e letti e, sulla base di quelli, propongo nuovi titoli che mi sono piaciuti o sono stati apprezzati dai gruppi di lettura della libreria. Se si tratta di una persona nuova, invece, le chiedo un libro molto amato e uno odiato. Mi aiuta a individuare subito i due estremi di una linea lungo la quale potermi muovere.

Altrimenti mi gioco l’asso nella manica: una lista di titoli con cui riesco sempre a stupire. Primo fra tutti è il manga del giapponese Jiro Taniguchi Quartieri lontani, edito da Coconino Press (e precedentemente pubblicato da Rizzoli come In una lontana città), una storia poetica e nostalgica, lievemente fantascientifica, su un signore malinconico di mezza età che ritorna per caso alla propria città natale e, a causa di un viaggio nel tempo, trova una seconda possibilità. Gli altri sono Possessione di A.S. Byatt (Einaudi); La chiave a stella e Il sistema periodico di Primo Levi, per conoscere un altro volto dell’opera di questo eccezionale scrittore; Io viaggio da sola di Maria Perosino, un’iconografa che ha lavorato per Einaudi. Se ti caccio in mano uno di questi libri, c’è poco da fare: devi leggerlo!

D’altronde, l’esasperante esuberanza è proprio ciò che mi contraddistingue come libraia (e persona), insieme alla disponibilità nei confronti di tutti.

13. Quando hai presentato la libreria, hai accennato a due servizi interessanti: il supporto a studenti universitari in ricerche bibliografiche personalizzate e la consulenza per regali aziendali o individuali. Come funzionano esattamente?

Il servizio di consulenza è abbastanza semplice. Per i regali individuali – una vendita su tre nel weekend è di questo tipo – chiedo informazioni sul destinatario o propongo subito un buono; per quelli aziendali il discorso non è molto diverso. L’azienda di solito mi ordina o un determinato numero di buoni o di copie di uno specifico titolo (una volta, per esempio, un giovane dirigente ha voluto cinquanta copie di Intelligenza emotiva di Daniel Goleman), oppure apre un conto convenzionato da Trame.

Rispetto al supporto agli studenti, mi sono resa conto negli anni di quanto alcuni ragazzi possano essere disarmati e vulnerabili. Capita, talvolta, ma più spesso di quanto pensi, che vengano da me in libreria quando forse basterebbe andare in biblioteca. La libreria dev’essere un luogo di servizio, accolgo tutti, anche i giovani più spaesati, e cerco di fornire loro strumenti utili per orientarsi. Ragioniamo e proviamo a fare una piccola ricerca bibliografica insieme, così che poi possano procedere da soli. Voglio essere una figura di riferimento e di fiducia per i ragazzi. Mi sembra un modo sensato non solo di condurre una piccola attività commerciale come la mia, ma anche di contribuire al bene della comunità.

14. Pensando al contesto, definirei Trame, e le altre librerie della città, in un certo senso “privilegiate”: Bologna è la sede di diverse case editrici e culla internazionale dell’editoria per l’infanzia, ospita un grande e importante ateneo universitario, è turistica, viva culturalmente e centro significativo di svariati ambiti artistici – il cinema, per esempio. Cosa ne pensi?

Trovarsi a Bologna è una gran fortuna, è innegabile. Ed è anche la ragione per cui, dopo aver lavorato in tre librerie ed essere stata lasciata a casa tutte e tre le volte, ho pensato di aver maturato abbastanza esperienza per potermi lanciare e aprire la mia. Poi ci sono stati la crisi, l’avvento di Amazon, il Covid… sono stati anni di agonia, in cui ho davvero patito, ma il continuo e vivace fermento bolognese mi ha aiutato a “tenere botta” e adesso Trame ha un assetto abbastanza stabile. In uno scenario difficile come quello italiano, stare a Bologna è, come dici tu, un vero e proprio privilegio.

15. Cosa ti piace dell’essere libraia e cosa non sopporti?

Mi piace tutto, o quasi, e non esagero. È il lavoro che ho scelto e che faccio ormai da sempre praticamente. La mattina arrivo a Trame felice, sono contenta di accogliere chi entra, tengo interessanti incontri (dal Covid solo in spazi esterni e questo mi libera dalla fatica di dover sistemare e riordinare), partecipo a eventi culturali, collaboro con circoli e associazioni davvero stimolanti. Certo, mi dispiace fare le rese, ma quello è inevitabile considerate le dimensioni del negozio.

16. Prima di salutarci, ho un’ultima richiesta: dimmi una buona ragione per cui chiunque dovrebbe fare un salto da Trame.

Perché è gestita da una libraia con 34 anni di esperienza alle spalle e decine di migliaia di libri maneggiati in vita sua; perché è in centro, facilmente raggiungibile a piedi dalla stazione del treno; perché è circondata da trattorie che vanno da buone a buonissime – e non mancherò di suggerire le mie preferite a chi passerà a trovarmi da Trame!