Leggere l'illustrazione /3: gli americani - corso propedeutico

Per quanto inmezzo ci sia solo uno stagno, Stati Uniti ed Europa sono stati ambitiscarsamente integrati nella creazione e produzione di albi illustrati,almeno fino a tempi molto recenti. Anzi, si potrebbe perfino sostenereche gli scambi fra i due universi siano in certa misura ancoraepisodici. Non è quindi strano che la letteratura sul picturebookabbia spesso trattato i due contesti separatamente, anche se noncome fenomeni completamente isolati.

Per cominciaread approfondire la storia del picturebook americano, la letturafondamentale è American Picturebooks: From Noah'sArk to the Beast Within, di Barbara Bader (dellaquale, colpevolmente, non ho notizie biografiche, ma che hacollaborato in passato con la celeberrima e polemicissima rivistaKirkus Reviews, e che nonè da non confondere con l'omonima storica dell'arte e studiosadell'illustrazione che dirige la Arts Education Research Unit dellaUniversità di Berna, in Svizzera), pubblicato nel maggio 1976da Macmillan. Si tratta di un librone di 615 pagine, profusamenteillustrato, ormai fuori catalogo ma facilmente reperibile su Amazon, eBay e AbeBooks, a un prezzo compreso fra i 10 e i150 dollari a seconda dello stato di conservazione (la nostra copia èsenza sovraccoperta, quindi aveva un prezzo nella gamma bassa).

L'arca diNoè di Boyd Smith (1905), dalla quale il titolo del libro diBader.


Bader traccia una storia del picturebook nella definizione piùampia del termine, a partire dai primi anni del Novecento perfermarsi ai primi anni Settanta, concentrandosi particolarmentesul secondo dopoguerra, quando un'editor del genio diUrsula Nordstrom (dellaquale non bisogna assolutamente lasciarsi sfuggire Dear Genius) haaperto la strada, con la complicità di autori e artisticome Margaret Wise Brown e Maurice Sendak, alle idee dellapsicologia dell'infanzia nell'albo illustrato.


Una sequenza diimmagini di "Two Little Trains" di Margaret Wise Brown e Jean Charlot(1949).


Non si tratta di un testo critico o di un'indagine particolarmenteapprofondita. Il suo valore sta proprio nell'essere una rassegnacompleta ed estesa, con una particolare attenzione  alletendenze e alle tecnologie produttive, alla continua trasformazionedella grafica e al lavoro degli illustratori. In pratica l'operapropedeutica della quale non si può proprio fare a meno.

Interessanticollane di libri di stoffa degli anni Trenta eQuaranta.


Molto interessanti, anche se forzatamente superficiali, i capitolidedicati a singoli illustratori: Wanda Gag, Helen Sewell, Roger Duvoisin,Jean Charlot, il Dr. Seuss, Marcia Brown e Maurice Sendak. Chi vogliatrovare analisi approfondite sull'immaginario di questi illustratorie l'evoluzione della loro opera resterà sicuramente deluso, ma perquesto ci sono altri strumenti, che tratteremo altrove. L'unica verapecca del libro, peraltro determinata dall'epoca di pubblicazione,quando la qualità delle riproduzioni a colori era ancora relativamentescarsa (gli scanner erano rari nei primi anni Settanta) e il lorocosto elevato, è l'apparato iconografico.

Proprio l'apparato iconografico è, invece,il punto di forza di Myth, Magic, and Mysteries – OneHundred Years of American Children's Book Illustration,catalogo dell'omonima mostra che fra il 2 giugno 1996 e il 6 aprile1997 ha viaggiato fra il Chrysler Museum of Art di Norfolk (VA),il Memphis Brooks Museum of Art di Memphis (TN) e il Delaware ArtMuseum di Wilmington (DE).

La mostra, cheha avuto molta risonanza e ancora oggi è considerata esemplare,non raccoglieva solo libri, ma anche illustrazioni originali,impaginati e maquettes, prove di stampa e disegni preparatori deipiù importanti albi illustrati americani del Novecento. Del libroesiste un'edizione rilegata con sovraccoperta (come la nostra) euna economicissima edizione in brossura che trovate su Amazon o su Abebooks.


Un'interessanteparallelo fra "Into the Night Kitchen" di Sendak (1973)
e le striscie di "Little Nemo in Slumberland" di Winsor McKay(1905-13).

Ilcatalogo è arricchito da testi curati da Michael Patrick Hearn, TrinkettClark e H. Nichols B. Clark, organizzati per grandi temi. Questi testi,come le illustrazioni che gli accompagnano, hanno, per noi europei,lo straordinario pregio di non fermarsi all'ovvio, ma di presentarciuna gran quantità di opere e di artisti che sono sfuggiti ai radardei nostri editori, ma che vale comunque la pena di conoscere.

Due schizzipreparatori del Dr. Seuss per una pagina di "The Cat in the Hat"(1957).


Mancano, va detto, alcuni nomi molto importanti, soprattutto deglianni più recenti: gli alfieri dello stile grafico più “estremo”,come Paul e Ayn Rand, Milton Glaser, Seymour Chwast, John Alcorne il gruppo degli artisti che in Europa hanno fatto la fortuna diHarlin Quist (del quale abbiamo parlato più volte nel blog, qui).

Esphyr Slobodkina, "Capsfor Sale" (1940).

Sonoquelli con i quali forse, noi europei abbiamo più familiarità. Ma questalacuna, forse non è casuale o incidentale, ma serve a sottolinearecome un certo stile di illustrazione e un certo modo di interpretarel'albo illustrato non siano mai stati, nonostante i successi commerciali,completamente accettati dall'editoria e dalla critica statunitense.

Un'illustrazionedi Allen Say da  "Grandfather's Journey"(1993).

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AntonioFrasconi ("See and Say", 1955) e Roger Duvoisin ("A isfor the Ark", 1952):
due approcci all'abbecedario aconfronto.