Facciamo un patto!

[a cura del gruppo promotore]

Facciamo un Patto! è la proposta che sta girando nelle chat di classe di genitori e insegnanti. Ma anche di allenatori, animatori, babysitter e nonni. Si tratta di dare un esempio consapevole nell’uso dei device, per proteggere la salute e la fantasia dei piccoli.

In questi giorni nelle classi di Bagno a Ripoli (siamo nella città metropolitana di Firenze), dal nido fino alla secondaria di primo grado, viene distribuita a ogni bambina e bambino una brochure con tanti volti in copertina. È bello immaginare come scatti subito la gara a riconoscerli: “Questo è tuo papà!”, “Lui è il maestro della primaria!”, “C’è la mia pediatra!”, “E pure la mia nonna!”.

Ci sono, infatti, i visi che rappresentano un’intera comunità - dagli insegnanti ai medici, dai genitori ai professionisti dell’infanzia - ad assumersi la fiera responsabilità di un lavoro di squadra che per un anno ci ha impegnato a documentarci, confrontarci con gli esperti del progetto Custodi Digitali (che abbiamo raccontato su questo blog) e metterci in discussione, per arrivare a definire un manifesto di come auspichiamo l’educazione al digitale dei più piccoli. Ne è nato un Patto digitale di comunità, un insieme di regole di minima condivise che dovrebbero aiutarci, come adulti, a gestire in modo più consapevole la tecnologia in casa e ovunque ci siano bimbe e bimbi.

Si tratta di prendere degli impegni concreti, in famiglia, in palestra, a scuola, consci che è con l’esempio che si educa. Tra le proposte che facciamo c’è quella di definire momenti o luoghi in cui spegnere gli smartphone e dedicarsi al 100% alla relazione in famiglia: qualcuno di noi ha già posizionato una scatolina dove riporre i cellulari prima di entrare in sala da pranzo, ad esempio, per godersi la tavola senza notifiche; altri hanno stabilito di spegnerli completamente alla sera, privilegiando giochi e storie. L’idea è che ogni famiglia si cucia su misura il vestito, avendo però dei riferimenti comuni che agevolino il compito di tutti. Un altro punto cardine è quello di non dotare i bambini di uno smartphone personale per tutta la scuola primaria, e anzi darlo il più tardi possibile, dopo averne spiegato le potenzialità e le criticità. 

Sappiamo tutti che un impegno simile viene vanificato nel momento in cui altri compagni di classe dovessero avere un proprio dispositivo, tanto più se questo non avesse dei parental control installati: questo esporrebbe l’intero gruppo classe a contenuti potenzialmente non adatti all’età perché violenti, pornografici, magari fake o anche solo banali o strumento di marketing. Non a caso la normativa vieta la maggior parte dei social fino a 13/14 anni:  non sono un luogo sicuro né tantomeno facile da frequentare anche per gli adulti. Parimenti, per i videogiochi raccomandiamo di rispettare le indicazioni Pegi per valutarne i contenuti e le dinamiche previste: si gioca online? Si accede a chat con sconosciuti? Il mio avatar deve violare delle norme morali per vincere? Se i ragazzi si ritrovano a giocare insieme al pomeriggio, tutte le famiglie sono d’accordo rispetto a quel dato videogioco?

E poi le immagini. Ne abbiamo parlato molto. Dell’importanza di non esporre i piccoli a video che banalizzino i sentimenti o l’intimità. Del valore della privacy, del tenere per sé alcune immagini perché se finiscono in rete, potrebbero circolare per sempre: questo vale per i selfie di un ragazzino come per i video di un genitore che condivida troppi momenti di un figlio che un domani potrebbe non esserne affatto felice. E del gran bisogno che hanno i bambini di essere visti dai nostri occhi, con tutte le emozioni che sanno passare, e non dalle nostre webcam. Quant’è stato bello quando alla recita di fine anno o al saggio si è chiesto a tutto il pubblico di non filmare, ma di concentrarsi sui bimbi e goderseli; due incaricati avrebbero filmato per tutti e avrebbero condiviso poi i video. Ah che sollievo non avere 50 o più webcam attive a invadere quello spazio magico! 

Per chi volesse leggerlo per intero, il nostro Patto è scaricabile a questa pagina, dove è anche possibile firmarlo (grazie se lo sottoscriverete: servirà a dargli forza).

Abbiamo realizzato anche un video per spiegarlo, attivando anche qui l’intera comunità educante: in pochissimi minuti tante voci evocano i molti aspetti che l’educazione digitale sollecita. Un grazie allora a tutti quanti hanno donato una riflessione: psicologi, bibliotecari, pedagogisti, artisti, insegnanti, allenatori, librai, medici e genitori che vivono o frequentano Bagno a Ripoli.

Ci siamo, poi, chiesti come trasmettere i valori sottesi al nostro manifesto anche ai bambini e ai ragazzi, per coinvolgerli attivamente. Perché se è vero che sono gli adulti a non potersi più sottrarre a questa sfida educativa - e molti parlano già di emergenza, è anche vero che molti minori hanno già accesso ai dispositivi. Serve allora una piccola "cassetta degli attrezzi” perché possano orientarsi nei territori della “vita onlife”, o almeno porsi delle domande. Abbiamo selezionato alcuni libri che possano essere utili, compilando delle bibliografie per lettori di 6-10 anni, 11-14 anni e adulti che sono disponibili sempre sul nostro sito (quiqui e qui).

 

Questo Patto digitale chiude idealmente l’anno solare 2023-24 che si era aperto con la festa Connessioni in gioco: un pomeriggio ludico-creativo offline dedicato all famiglie, cui seguiva, per un pubblico di adolescenti e adulti, la lettura scenica de Nel nome del dio Web, un’acuta riflessione sul rischio di trasformarci in webeti scritta da Matthias Martelli. Durante l’anno numerose sono state le formazioni sia per gli insegnanti sia per i genitori, come anche le proposte di laboratori creativi smartphone-free per ragazzi. 

L’impegno per il prossimo anno scolastico è di riprendere il cammino da qui, con l’auspicio di attivare gli Istituti affinché si dotino di linee guida scolastiche per l’uso della tecnologia (es. impiego, limiti di tempo ed età minima per visori, digital board e registro elettronico ecc.). Sono sempre più forti le richieste dei genitori affinché non sia proprio la scuola - in particolare alla primaria e alla secondaria inferiore - ad avallare l’idea che uno studente debba poter disporre di un dispositivo per conoscere o fare i compiti, con una perdita di responsabilità dell’alunno e di relazione con l’insegnante. Vorremmo, inoltre, proporre dei percorsi formativi molto pratici per le famiglie, una specie di “patentino digitale per genitori”: come scegliere e installare un parental control, come selezionare videogiochi di qualità e per quali età, come verificare l’attendibilità di una notizia online e proteggermi dalla bufale, etc

Sarà bello continuare il lavoro insieme; che l’aver creato un gruppo, una comunità, è già un grandissimo risultato! 



Le foto che corredano l'articolo si riferiscono alla festa offline "Connessioni in Gioco" (grazie a Francesco Prestia per gli scatti), tenutasi ad ottobre 2023, e al laboratorio creativo smartphone free ospitato dalla fiera di Villamagna “Al dì di Festa”, tenutasi a maggio 2024.