Alberi, tronchi, cortecce...

Ecco cosa scrive wikipediaa proposito diLand art:

Tra i più complessi eaffascinanti esperimenti artistici ispirati alla natura si annoveranole opere riconducibili alla cosiddetta Land Art. Con la definizionedi Land Art, e con quella di Earth Works, vengono indicate quelleoperazioni artistiche che, a partire dal 1967-68, in particolarenegli Stati Uniti d’America, fra New York e gli spazi sconfinatidell’Ovest americano, sono realizzate da un gruppo di artisti, chesi autodefiniscono fanatici della natura, delusi dall’ultima fasedel modernismo e desiderosi di sperimentare il potere dell’arte al difuori dell’ambiente asettico degli spazi espositivi e anche delle areeurbane caratterizzate dalla presenza delle istituzioni, intervenendodirettamente nei territori naturali, negli spazi incontaminati comedeserti, laghi salati, praterie, ecc., facendo emergere le contraddizionidell’epoca contemporanea.

Quest'estate,sull’appennino tosco-emiliano, oltre, come sapete, a cadere dallabicicletta, ho fatto bellissime passeggiate nei boschi. Uno di questi,una giovane faggeta, ha ospitato una piccolo esperimento di land art diFrancesca,mia sorella.

Da alcuni anni, Francesca usa,come materiale prediletto per le sue numerose attività di artista,decoratrice, illustratrice, carte trattate nei modi più diversie impresse con le tecniche più varie.

Conla carta ha tappezzato, vestito, dipinto, ricoperto, disegnato,modellato, raccontato, spessissimo ispirandosi a texture e patternvegetali, minerali, animali.

In questo caso, hautilizzato la carta intervenendo direttamente sugli alberi, confezionandoe applicando sui tronchi, con colle organiche, strisce di cortecciacartacea che riprendono disegni, motivi e colori naturali. Il risultatoè quello che vedete.

Segni vegetali e pittoriciin commistione: da una parte a scompaginare, alterare la regolaritàe la ripetitività degli schemi naturali, dall'altra a valorizzarele infinite risorse creative che le produzioni naturali mostrano concostanti invenzioni e variazioni.

L’effettoè interessante. Francesca ci ha indicato il bosco in cui aveva fattol'intervento, senza dirci, però, il punto esatto dove si trovava.

E, per occhi e attenzione, trovare gli alberitrattati è stato un esercizio coinvolgente. Da lontano i segniumani si confondono, per comparire improvvisamente, nella loro alterità,solo a distanza ravvicinata.

Osservare cosa siasegno umano e cosa segno naturale, in effetti, di per sé, fa rifletteresul modo in cui questi mostrano differenze e affinità, e possonointeragire, entrare in relazione, integrarsi, costruire insieme. Ma lacosa più divertente è che dopo un mese, tornati a dare un'occhiata,curiosi di vedere cosa fosse accaduto alle carte, abbiamo trovato segnidi passaggio e interesse animale: in alcuni punti alcune carte eranorosicchiate, strappate, leccate. Topi? Caprioli? Pennuti? Chissà...

Sul tema degli alberi Francesca aveva già ragionatoe prodotto piccole meraviglie a proposito del nostro libro C’eraun ramo.

Libroche è fra i miei preferiti, certamente anche per una ragionesentimentale, perché insieme, da piccole, io e lei sugli alberiabbiamo passato parecchio tempo a fare le selvatiche, in quelletipiche ere - preistoriche, immaginifiche, romanzesche -, che ibambini abitano con perfetta presenza, senza bisogno di macchinedel tempo. A settembre 2012, avremo un prossimo libro di Francescain cui il suo estro per le carte si dispiegherà trionfalmente,a inaugurare una nuovissima collana.