Arianna & Dolores

Ariannaè nata a Udine nel 1982. Dolores,nasce a Roma nel 1892 e muore nel 1983.
In comune, Ariannae Dolores hanno alcune cose, fra queste: lo studio, il pensiero, lascrittura. Dolores vi si dedica in un'epoca e in un paese in cui,nata femmina, non è poi così scontato né pensare né laurearsiné scrivere. Arianna, invece, in un'epoca e in un paese in cui, natafemmina, pensare, laurearsi e scrivere, non è poi così scontato chepossa servire a qualcosa.
Ma la cosa che Arianna e Doloreshanno maggiormente in comune è quello che si potrebbe definire unosguardo, un orecchio assoluto nei confronti dell'infanzia. E la capacitàdi tradurre in parole tale conoscenza. La loro scrittura si configura,infatti, come un'investigazione della dimensione esistenziale e percettivainfantile, messa in atto allo scopo di tradurla senza tradirla.
Entrambe, in questo modo, hanno scritto due libri molto belli:uno, quello di Dolores, monumentale: 688 pagine. L'altro, quello diArianna, sottile: 104 pagine.
Uno s'intitola Giù la piazza nonc'è nessuno, edito integralmente per la prima voltada Mondadori nel 1997, e ora ripubblicato da Quodlibet. L'altro, Lesadieux, edito da Fandango nel2007.

Ecco come comincia quello diDolores: 

Sono nata sotto un tavolino. Mi ci ero nascostaperché il portone aveva sbattuto, dunque lo zio rientrava. Lo zioaveva detto: “Rimandala a sua madre, non vedi che ci muore incasa?”
Ambiente non c’era intorno, visi neppure, solo quellavoce. Madre, muore, nessun significato, ma rimandala sì, rimandala volevadire mettila fuori della porta. Rimandala voleva dire mettermi fuori delportone e richiuderlo.
Sedevo su mattoni. Molliche induritemi si conficcavano nella pelle come sassolini. Quel primo pezzetto dimondo immagazzinato dalla mia memoria lo vedo come adesso vedo la miamano che scrive. Mattoni regolari color crosta di pane, uno coricato,uno dritto, facevano un tessuto a spina. Come soffitto il rovesciodella tavola attraverso stanghe di legno; le quattro gambe unite daassicelle su cui la gente metteva i piedi, è più consumata nel mezzo;l'intera impalcatura ammantata dal pesante tappeto: tutti colori notturniintramezzati da fili d'oro; foglie nere, fiori con parvenza di colorimorti, case appuntite trapunte d'oro, nello scuro meno fondo apparivanofacce di mori e luccichio d'occhi. Il primo fatto storico della mia vita,intreccio di paura e meraviglia, fu sotto quel tavolino.


Ecco un brano di quello di Arianna:
Dormire coi vecchi è controllare che il respironon smetta, e odore di ginocchia.
Un cappello tiene giùbuona la luce.
Dice la zia vecchia, dice la sorella-maschioalla sera, c'era una volta due sorelle, una rispondeva male una no. Laprima andava sempre a lavare i panni in una foresta che mi figuro tuttablu di grilli. Alla fine una voce le diceva di non voltarsi, lei non sivoltava, e arrivava a casa con una stella appiccicata in fronte.
Io immagino questa stella un tatuaggio che fa malissimo o un insiemedi spilli d'oro che fa sanguinare ma sei bella. Una sera ci vuole andarela sorella arrogante, solo che nel bosco tentata dalla voce si gira, e siritrova una coda d'asino in fronte. La storia con le code d'asino e stellesanguinanti, di notte è bella, solo che bisogna essere ubbidienti perle stelle col sangue, e in più fanno male.


Sulla quarta di copertina di Les Adieux,si legge: «Sarebbe stato un mondo abbastanza normale.
 Ma in unangolo c’era quella bambina, che tutto guardava.»
Illavoro che hanno fatto queste due scrittrici è prezioso: se hannoavuto il coraggio di guardare, noi oggi abbiamo la possibilità divedere. Sì, proprio di vedere.
Leggetele. Entrambe. Nevale la pena.

In questo video, Arianna legge epresenta il suo libro insieme ad Alessandro Baricco.