Armate di penna, talento e fantasia

Le grandi fumettiste e protagoniste delle storie del Corriere dei Piccoli

[di Laura Scarpa, autrice, critica e presidente di ComicOut]

Già dagli anni Settanta si è parlato molto di fumetti come di un genere rivolto ai maschi e fatto da maschi, e quando noi, prime autrici, cominciammo a comparire su riviste di fumetti, venimmo additate come strane, rivoluzionarie, curiose presenze e anche speranze per il futuro. Viste spesso con affetto (“Ah, finalmente anche voi nel nostro bel mondo di vignette!”), spesso con paternalismo (“Bellini i disegni, molto femminili…” oppure “Brava, hai un segno maschile”), ma insomma, inserirsi in certi ambiti autoriali non fu difficile o controverso. Si susseguirono mostre con nomi come FumettA, o Fumetto in rosa… e vi stupirà quanto ancora oggi si facciano distinzioni in occasione di mostre e incontri.

Come molte colleghe ho mal sopportato l’essere intervistata o esposta “in quanto donna”, dunque volendo da tempo fare un libro dedicato alle fumettiste, ho pensato a lungo a come realizzarlo, temendo di ricadere nella ‘ghettizzazione’. Alla fine, ho deciso che il tema 'autrici' dovesse essere affrontato affrontato, come altri, storicamente.

Protagoniste. Eroine e autrici del fumetto nel Corriere dei Piccoli nella prima metà del '900* nasce in risposta a un’esigenza analoga a quella voglia di ricerca che mi ha spinta qualche anno fa a realizzare ed editare Storie Nere del Corriere dei Piccoli.

Questa volta, però, parliamo non di Africa e neri, ma di donne, e della loro presenza nel mondo del fumetto, in particolare italiano.

Credo fermamente che letteratura, fumetto e cinema permettano di indagare in modo profondo sulla storia e le idee di un Paese, oltre a esprimere concetti artistici e di forme di pensiero.

Ho considerato due strade da percorrere ed entrambe mi riguardavano da vicino. Una era scovare l’arrivo e la presenza di autrici del fumetto fino alla metà del Novecento, un periodo importante e significativo della storia, non solo italiana. L’altra, identificare come sia stata raccontata la figura femminile, e quando e come sia stata protagonista di alcuni racconti disegnati.

Le autrici**

Il volume comincia a raccontare dal momento in cui, dopo molto silenzio e periodi particolarmente bui, le donne poterono avere voce ed entrare ufficialmente nella produzione culturale, artistica e industriale. Il fumetto riguarda tutti e tre questi ambiti e comincia qui a registrare la presenza di donne armate di penna, pronte ad affrontare in pochi anni un cambiamento epocale, e – di più – a provocarlo esse stesse. Inizio qui a parlare di loro, per passare successivamente alla rappresentazione di personaggi femminili su carta.

Nell’ambito definito e ristretto del fumetto, centrale è ciò che accadde sulle pagine del Corriere dei Piccoli – non a caso nato dall’idea di una donna, Paola Lombroso*** che nel 1906, si guardò attorno, anche oltreoceano, e studiò quello che si stava facendo fuori dall’Italia nei giornali per ragazzi.

Paola Lombroso, figlia di Cesare, propose ai due fratelli Albertini, del Corriere della Sera, un progetto dettagliato e moderno di giornale, in cui, tra giochi, racconti, fotografie e concorsi, vi fossero anche molte “storie disegnate”. Si trattava dei fumetti americani, tradotti e rimontati senza le nuvolette dei dialoghi, e di altri nuovi, creati da autori italiani, del tutto originali o sulla falsariga di quelli statunitensi. Paola Lombroso propose molti nomi di collaboratori, uomini e donne. Ma al momento di passare alla pubblicazione, vemme allontanata, liquidata: una donna, che abita a Torino (e che è figlia di Lombroso) in quanto donna – le viene detto – non può gestire un giornale, e magari trovarsi a trattare con i rudi operai. Solo dopo molte insistenze e l’intervento di Turati e il sostegno di Anna Kuliscioff, otterrà uno spazio per la corrispondenza e per alcuni racconti.

Paola propose grandi firme con un progetto azzardato (che in buona parte venne poi semplificato), con autori per adulti che scrivessero per ragazzi, ma anche con una disegnatrice eccezionale, Gugù, la prima, credo, a osare il fumetto, così come era nato in Europa per mano di artisti come Rodolphe Töpffer. Ai fumetti di Gugù mancano i riquadri, e la differenza tra nuvoletta e didascalia non è netta, ma il suo mondo di paperi, tra cui lei medesima si ritrae, preannuncia grandi potenzialità e libertà creativa del racconto disegnato.

Pensare ad autrici di fumetto per il momento era arduo, pochi erano anche gli autori tout court. E in un mondo ancora popolato da maschi, ci vollero due guerre mondiali perché le donne si accorgessero di poter prendere il loro posto o occupare ruoli attivi, non solo quelli di lavandaie, balie, operaie o mogli.

Dopo queste illuminate signore dei primi anni del Novecento, che spesero le loro energie, e i loro averi (Augusta Rasponi del Sale, in arte Gugù, morirà in povertà, dilapidati i suoi averi per aver donato i suoi disegni e il suo denaro ai bambini disagiati; Paola Lombroso organizzerà le “Bibliotechine rurali”), il mondo femminile nel CdP è relegato a piccoli racconti illustrati.

Così, alcune scrittrici, memori che nell’educazione della fanciulla di buona famiglia non mancavano, oltre al ricamo e il pianoforte, il disegno e l’acquerello, in qualche occasione rispolverarono queste abilità per illustrare i loro racconti…

Stupisce che l’apripista sia stata Grazia Deledda, Nobel per la letteratura, che per raccontare la cultura della sua Sardegna, con un tratto di penna deciso ed elegante, illustrò i suoi racconti con personaggi in costume tradizionale. Poco nota questa sua prova. Per fortuna un libretto, curato da Enrico De Luca, segnala e raccoglie qualche esempio.

Ci volle, però, una nuova generazione di giovanissime esordienti, perché il caso si ripetesse. La vivace Giana Anguissola, che si presentò come autrice in erba, e ancor più in erba disegnatrice, leggera e divertente. Anguissola con il CdP avrà un rapporto duraturo, quando – a inizio anni Sessanta – ritornò con il Diario di Violetta, saldamente fondato sulla parte illustrata, ma non da lei.

Infine, cito un’autrice che – pur scrivendo, in seguito, per adulti – avrà sempre una grande sensibilità per i personaggi dei ragazzini. Elsa Morante illustrò, talvolta, i suoi raccontini di esordio e, oggi, vedendo i suoi numerosi appunti e schizzi, non possiamo non pensare che avrebbe potuto diventare una interessante fumettista. I suoi disegni sono espressivi e liberi, molto affini allo spirito della sua scrittura.

Da quel momento fino al dopoguerra, non si ha traccia di disegnatrici sequenziali o che scrivano storie, esclusa una figura femminile che oggi ci colpisce per il profilo ricco e contraddittorio.

Paola Bologna, tennista che gareggia alle Olimpiadi, ceramista delicata, signora aderente al fascismo, prima donna fumettista nel Corriere dei Piccoli con il suo Scimmiotto Richitì, protagonista di un mondo di animali, raffinato nel disegno, meno interessante nel carattere.

Bologna sarà, poi, disegnatrice del primo fumetto d’avventura e fantascienza del Vittorioso, Il Mistero di Saturno, dove il segno, da realistico e lineare, si stilizza con riferimenti alla pittura di Depero.

Bologna è una figura che racconta bene la propria epoca, evidenziandone aspetti diversi. Pur vincolato a una concezione di donna madre, tutta casa e chiesa, e, soprattutto, famiglia, il fascismo si sta avvicinando a una nuova immagine femminile, sportiva, atletica e “virile” pronta a combattere, nel caso.

Così la campionessa di tennis, la ceramista raffinata di madonnine, la disegnatrice, dirigerà giornali e sopravviverà anche nel dopoguerra. Figura eclettica e interessante, testimone complessa di un’epoca e del ruolo politico della borghesia, per la storia del fumetto segna un inizio importante.

Ma sarà la Seconda Guerra Mondiale a segnare una svolta radicale. Con gli uomini al fronte, le donne si fanno più presenti in diversi campi.

Dal 1940, Cesarina Amoretti Putato, che disegna Fiordistella, e non è la sola, le disegnatrici spesso ‘lavorano in famiglia’, portando la loro personalità nella produzione di fumetti gestiti da padri e fratelli.

Lina Buffolente, che esordisce nel 1941, non lascerà la professione, nemmeno da sposata e con figli. Buffolente è un personaggio importante nella storia femminile del fumetto, una figura seria e professionale che non si limita ai generi e al pubblico femminili. Dedicò la sua vita al fumetto d’avventura, fino al 2000, prima di morire nel 2007, annullando la distinzione di sesso fra autori e autrici.

Dopo la guerra, le donne ottennero finalmente il diritto di voto, e le vedremo arrivare anche a firmare fumetti. Non è uno spazio semplice e accogliente in cui entrare. Nei primi anni Cinquanta fioriscono giornali per bambine, con numerose storie a fumetti, ma tutti hanno vite brevi. È un periodo di sperimentazione, di azzardi e libertà di stampa. Il fumetto, come spesso diceva Sergio Bonelli, è il cinema dei poveri, a buon mercato, e in quegli anni era davvero così. Ma tutto cambia rapidamente.

Sul Corriere dei Piccoli arrivano grandi artiste, tra loro brilla per qualità e passione, Grazia Nidasio, una delle più importanti firme del fumetto italiano, con Pratt, Toppi, Battaglia, Crepax e De Luca.

Gioia è una disegnatrice moderna, interessante, ma non è interessata al fumetto, non a quello per bambini, troverà poi una strada che più la soddisfa nell’illustrazione adulta.

Narratrice per immagini, l’argentina Iris De Paoli non fu autrice di testi, ma grandissima interprete e con un segno personalissimo.

Di Grazia Nidasio non si può parlare diffusamente, qui, richiederebbe un articolo a parte. Autrice incapace di disegnare personaggi che non avessero qualcosa di sé, esordì giovanissima e presto sviluppò uno stile personalissimo, secondo una linea innovativa che risenteì senz’altro dei nuovi illustratori inglesi.

Illustratrice. sì, ma la sua vera passione fu il fumetto in cui si cimentò presto, da autrice completa di testi e disegni, ribelle alle costrizioni, attenta a difendere i diritti di bambini e ragazzi, cronachista del suo tempo. Dopo aver disegnato e collaborato a scrivere Violante, voluta e creata dal direttore Guglielmo Zucconi, finalmente nel 1969 creò la sua Valentina Mela Verde, completa di famiglia Morandini.

Leggendola, si potrebbero spiegare e analizzare la cultura e la storia di quegli anni. Valentina è un personaggio femminile che parlerà a ragazzi e ragazze per un decennio e che ancora non ha perso fascino. E non va dimenticata la sorella minore, la Stefi, portavoce di Nidasio, voce netta di bambina che può dichiarare che il re è nudo, e che quando diventerà protagonista di un’animazione televisiva sceglierà come tema il denaro.

Con Grazia Nidasio si afferma una voce di donna che trova nel fumetto la propria espressione ideale, con uno stile inconfondibile e grande potenza narrativa. Altre donne però lavoravano in questo campo, sebbene nell’ombra, come accadeva in alcune redazioni. Per esempio, Tea Bonelli, saggia moglie del creatore di Tex, e madre ancor più saggia del futuro editore Sergio. Le sorelle Giussani, creatrici, sceneggiatrici e imprenditrici dell’ancor oggi vivo e vivace Diabolik.

 

Ma perché altre autrici seguissero le orme di Grazia Nidasio occorre attendere la fine degli anni Settanta, quando con il femminismo arrivarono le prime vignettiste (ElleKappa, Maldini, Pat Carra) e le autrici del fumetto d’autore: Cinzia Ghigliano, Cecilia Capuana, Anna Brandoli, Laura Scarpa… prime di una lunga catena.

Trovo fondamentale la connessione tra storia, realtà, politica ed evoluzione del fumetto (autori, contenuti, editoria). Nessun approccio critico può essere valido, se non si contestualizza l’opera nel mondo in cui si forma, non solo per l’influenza della società sull’arte, ma anche – viceversa – per l’importanza che l’arte ha nel determinare i linguaggi e i punti di vista della società, in particolare l’arte popolare, come feuilleton, cinema e fumetto.

Le personagge

Come dicevo, il secondo aspetto con cui confrontarsi per comprendere la storia della donna dalla prima metà del secolo scorso fino al secondo dopoguerra, è quello della rappresentazione della figura femminile.

Nel libro Protagoniste, è stata fatta una scelta precisa, sempre riguardo al fumetto italiano del Corriere dei Piccoli. Abbiamo scelto di osservare da vicino solo le effettive protagoniste di storie e serie. Per il resto i personaggi di donne e bambine sono numerosi, ma sempre in coppia con fratellini o a mariti. Se le bambine sono speculari o succubi dei fratelli, le mogli e le cameriere (i due ruoli più frequenti) fanno decisamente da spalla a figure maschili.

Per questo abbiamo scelto solo le protagoniste uniche delle storie. E se questo dà conferme prevedibili, riserva anche interessanti sorprese. Una cosa, però, va detta: se nel CdP fino agli anni Quaranta i protagonisti maschili spesso sono bambini, vi sono anche parecchi adulti strampalati (forse proprio quelli di maggior successo: il soldato Marmittone, il Signor Bonaventura, Sor Pampurio, Pier Alambicchi, per citare solo i più longevi), le protagoniste, invece, sono tutte bimbette, con forse un’eccezione di ragazzetta-adolescente: la Vispa Teresa di Sto. Insomma, una donna, giovane o adulta non poteva diventare un personaggio folle, buffo o fantasioso, e soprattutto libero dal bon ton e dai lacci della vita casalinga.

Le bambine, per fortuna, hanno maggior libertà, possono ridurre in stracci i propri abiti, fare danni, essere punite di vanità, premiate per la modestia o vestirsi di farfalle e dolcetti. Questa la versione femminile dei “ragazzini terribili”, importati o tradotti dalla scuola americana.

L’abito, l’eleganza, la ricchezza, contano di più nel mondo delle bambine. Le loro birichinate son più goffe di quelle dei maschi e si ritorcono loro contro.

Questi ritratti, disegnati con grande eleganza e bel segno grafico, ma anche ironia, da autori quali Rubino e Sto, sono Fifina, Coccoletta (entrambe di Brunelleschi), Rosaspina, Lalla e Lola (due serie delle tante di Rubino): tutte bimbe capricciose o pasticcione.

Sempre di Rubino, troviamo Chicca e Cilda due gemelle-oggetto… impastate e infornate ogni volta dalla mamma, addirittura non si distinguono più l’una dall’altra dopo l’impasto che le ha unite e mischiate.

Ben diverse le gemelle Bice e Bauci di Mario Pompei, emblemi fedeli ed estremi di sorellanza. Quello che fa Bice deve farlo, o patirlo, anche Bauci, e viceversa: che siano macchie di vernice o mal di denti, tutto viene condiviso. Ma l’affetto reciproco si traduce anche in conseguenze inattese: con la forza delle loro mani unite possono salvare la vita ai viaggiatori di un trenino, o più astutamente, confondendo il prossimo, riescono a entrare al cinema pagando un solo biglietto o a studiare metà lezione per una. Due personaggi originali nelle cui storie non sempre la morale è esplicitata.

Infine, nel 1916 arriva un fumetto stilisticamente più classico, ma originale per il profilo dell’eroina. Didì, con gli animali Lea, Zozò e Frufrù (capra, cane e gatto), è una ragazzina che abita in una zona fra Italia e Austria che durante la guerra fu un confine mobile. Didì è una piccola partigiana che sconfigge e ridicolizza gli austriaci con manovre alla sua portata, ma risolutive: li seppellisce sotto una valanga, li inganna con false tracce, li deruba degli abiti… laddove i piccoli eroi maschi del CdP sognano di raggiungere i padri che combattono, ma solo nei sogni, Didì combatte con armi da bambina, minando le manovre dell’esercito nemico.

Disegnate e pensate da maschi, queste protagoniste a volte riescono a liberarsi dagli obblighi imposti alle ragazzine di buona famiglia. Con la sua Vispa Teresa Sto non è rivoluzionario, ma la sua ironia è volta ad abbattere le buone maniere demodé della poesiola (di cui aveva già fatto una storpiatura più osé), e la sua Vispa Teresa ci appare un’adolescente che fa cadere rovinosamente giù dalle scale, ma con candore, lacci di scarpine, bottiglie di spumante o il fratellino.

L’ironia che colora queste storie sarà cancellata dalla guerra, sostituita da virtù quali bontà e generosità e ancora il contrasto tra bimba ricca e bimba povera si rinnova legandosi ai temi bellici, fra padri che combattono al fronte e bambini sfollati in campagna per non soffrire la fame (ed evitare bombardamenti, ma di questo non si parla).

Finita la guerra, appare finalmente un personaggio femminile giovane, ma adulto: Eleonora di Emilia Tamburini che si firma Emita o Em. Di lei non sappiamo nulla, scompare presto dall’editoria, almeno con quella firma. Ma la sua personaggina agile e carina vive in strisce di quattro vignette a conclusione fissa. La gag è che Eleonora si butta con entusiasmo in tutto, anche nelle attività più moderne, come preparare cocktail, andare in bici, giocare a tennis, pescare, fotografare, guidare l’automobile… e alla fine combina sempre qualche piccolo disastro per cui tutti la inseguono per sgridarla.

E qui finisce un’era e ne inizia un’altra. Per qualche anno il Corriere dei Piccoli mantiene la struttura di storie con testi in versi. Intanto, pubblicati da altri editori, prendono vita numerosi giornaletti, anche rivolti al pubblico femminile, con fumetti di avventura e spesso con racconti in stile feuilleton.

Sul CdP il fumetto arriva quando il direttore Mosca, più conservatore e letterario, lascia il posto a giornalisti più attenti ai nuovi linguaggi. Da quel momento vedremo che i protagonisti per giovani lettori sono più spesso ragazzi che ragazze… e ancora, e per davvero molto molto tempo, i personaggi adulti saranno esclusivamente maschi (tranne le mamme dei protagonisti, ovviamente). Vero è che la tendenza ad avere protagonisti coetanei dei lettori o poco più grandi, si svilupperà, e nelle riviste a fumetti per bambini i protagonisti saranno quasi sempre ragazzi o animali.

Che poi anche in un mondo di Topi e Paperi a tener banco sono i maschi, ma questa è (quasi) un’altra storia.

 

* AAVV (con testi di Paola Pallottino, Alessandra Lazzari, Laura Scarpa)

PROTAGONISTE – eroine e autrici dei fumetti nel Corriere dei Piccoli della prima metà del 900

formato: 210x300mm  pp. 112 – colori

€ 29,50  isbn_9791280595379

 

** AAVV a cura di : Nicola Spagnolli, Claudio Gallo, Giuseppe Bonomi

Qua la penna! – Autrici e art director nel fumetto italiano

€ 14,90  ISBN: 9788860632913

 

*** G.C. Cuccolini

La donna che ideò il Corriere dei Piccoli – Paola Lombroso Carrara

€ 12,00  ISBN: 9788897926733