[di Federica Buglioni]
La copertina della prima edizione di Educational Needlecraft, di Margaret Swanson e Ann Macbeth.
La prima edizione di Educational Needlecraft esce nel 1911. Le autrici di questo rivoluzionario manuale di cucito per bambini sono Margaret Swanson, una psicologa che si occupa di infanzia e adolescenza, e Ann Macbeth, artista, suffragista, insegnante. Nel 1902 Ann si è aggiudicata la medaglia d’argento all’Esposizione Internazionale d'Arte Decorativa Moderna di Torino e da qualche anno è anche a capo del dipartimento di cucito e ricamo della celebre Glasgow School of Arts, una fucina di artisti, artigiani e designer che ha dato un nuovo volto all’Art Nouveau. Tra loro c’è l’architetto Charles Rennie Macintosh.
Alla GSA l’arte tessile ha la stessa dignità della pittura. Cucito e ricamo non si insegnano per soggiogare le fanciulle all’estetica deprimente della bustina portatovagliolo. Tessuti, aghi e fili sono strumenti per fare esperienza con la forma e il colore, per maneggiare e trasformare la materia, per sperimentare il piacere, la fatica e la grazia di un lavoro al tempo stesso bello e utile, per acquisire un potente linguaggio visivo e tattile, come dimostrano le opere di Margaret Macdonald, amatissime da Gustav Klimt e da tutta la Secessione viennese.
I celebri pannelli ricamati da Margaret Macdonald, esempi di cucito e ricamo nelle pagine finali del libro e un decoro per abito realizzato da allievi di Ann Macbeth, oggi negli archivi della GSA.
Ann Macbeth è convinta che attraverso il cucito (che non è ancora diventato una pratica esclusivamente femminile) il bambino possa incontrare l’artista che abita in lui o in lei. Mette quindi a punto un percorso che già dalla prima lezione punta sulla libertà di espressione e sperimentazione e sul rispetto degli interessi, delle abilità manuali e delle capacità visive dei piccoli apprendisti; un approccio tutt’altro che scontato in un’epoca in cui le tecniche e i punti si imparano con esercizi che mirano proprio a frenare la creatività individuale, come dimostrano gli imparaticci di quegli anni, cioè i tessuti sui quali i bambini cuciono e ricamano i punti appresi, formando ordinate composizioni di lettere, numeri, decori, casette e frasette morali edificanti. Il Victoria & Albert Museum di Londra ne conserva una ricca collezione.
Alcuni esempi di imparaticci.
Un giro nel web tra i moderni tutorial di cucito per bambini fa subito capire la portata educativa di quell’approccio antico. Mentre YouTube trabocca di lavoretti “pre-digeriti” nei quali alla stoffa si sostituisce il cartoncino, gli aghi sono di plastica e le forme pre-tagliate, il manuale scozzese pone subito l’accento sull’importanza del contatto con il tessuto, bianco o grezzo. Non chiede al bambino di realizzare inutili pesciolini imbottiti, ma solo di infilare ago e filo, dentro e fuori, e poi di provare a formare delle pieghe. Nella visione delle due insegnanti il bambino deve lavorare liberamente, accorgersi da solo che con il cucito si possono unire due lembi, scucire e ricucire, scoprire l’alternanza dei tratti, il ritmo. Scrivono le autrici: «Il bambino o la bambina che usa stoffa e ago con libertà per un suo progetto indipendente [...] è sullo stesso piano dello scienziato che elabora ipotesi e dell’artista che sperimenta.» Non stupisca che qui anche le bambine vengano paragonate a chi fa scienza: il 1911 è l’anno del premio Nobel per la chimica a Marie Curie.
Dopo queste prime esperienze, a sei anni si potrà realizzare una tovaglietta, a sette piegarla in due per cucire una sacchetta da portare a tracolla o da legare in vita. Il bello è utile.
A soffiare su ogni pagina non è solo il vento dell’Arts and Crafts di William Morris. Nel libro c’è anche un pensiero educativo ben definito. Non a caso, a firmare la prefazione - che merita una lettura integrale - è Margaret McMillan, attivista per i diritti dell’infanzia, suffragista, fondatrice della prima clinica pediatrica d’Inghilterra e promotrice della prima legge per le mense scolastiche gratuite del 1906. In un’epoca di diffusa povertà economica ed educativa, McMillan scrive: «Le autrici non chiedono ciò che il bambino non può dare - immaginazione senza ricordi, lavorazioni fini o complesse – prima di avere maturato la coordinazione fine.»
«Oggi difficilmente il bambino lavora con la gioia. La sua mente viene quietata. Manca la potenza dell’impulso. È per questo che il dodicenne non è pronto a tuffarsi nelle fredde acque della Difficoltà che lo separano dai veri Traguardi e finisce per attraversare l’adolescenza senza padroneggiare nulla. Le nostre autrici, invece, non esitano, né lo fanno i loro allievi. Questi undicenni e dodicenni sono veri artigiani [...], danno forma, misurano, tagliano e costruiscono [...]. Imparano a vestire se stessi e gli altri.»
«Quando si considera quanto i materiali economici siano adatti a creare buoni indumenti e quanto i bambini possano acquisire la capacità di fabbricarseli da soli, cosa dobbiamo pensare dei bambini coperti di stracci o seminudi che vediamo nelle strade?»
Bambini che lavorano nelle fabbriche tessili, nelle fotografie sul lavoro minorile realizzate da Lewis Hine (1909).
Infine Margaret McMillan volge lo sguardo al mondo femminile, condividendo la fiducia della Glasgow School of Arts nelle potenzialità artistiche e professionali delle donne: «Diventando brave artigiane le ragazze possono diventare qualcosa in più. Il lavoro le porterà a guardare al di là delle loro case. […] Quello che la donna istruita di domani potrà fare non possiamo prevederlo ma lei non sarà più schiava della routine e della tradizione.»
Oggi Educational Needlework è un raro e costoso volume da collezione ma può essere scaricato gratuitamente in formato pdf o come e-book. Oltre ai testi e alle tante immagini che documentano le tecniche e il gusto del Glasgow Style, il volume contiene tabelle utili ancora oggi per progettare attività di cucito nella scuola primaria e secondaria, con elenchi dettagliati dei materiali e degli obiettivi didattici.
Lezioni sui punti.
Lezioni sulle forme nel ricamo e sul trattamento dei materiali.
Istruzioni per appliqué.
Illustrazioni del lavoro degli studenti.
Ecco qualche indicazione dalla prima lezione:
- permetti al bambino di creare e appuntare delle pieghe intervallate con gli spilli, lì dove egli ne senta il bisogno, affinché costruisca nel suo modo primitivo;
- i nodi sono essere sempre ben accetti per iniziare e concludere il lavoro di cucito;
- osservando i bambini che cuciono a casa e a scuola, abbiamo osservato che il 99% di loro inizia cucendo una linea dritta (imbastitura);
- riguardo al colore, il bambino somiglia a un selvaggio nel suo amore per i contrasti decisi; mentre rivela la sua esuberanza attraverso i colori forti, possiamo sfruttare il colore del tessuto per nutrire il senso estetico del bambino di tonalità verdi, blu, viola e rosa, evitando colori come il rosso, che intossicano ma non stimolano la visione ravvicinata;
- gli esercizi di ago e ditale sono inutili. Qualsiasi esercizio che non lasci un po’ di spazio all’immaginazione affatica inutilmente il bambino.