[diAntonellaAbbatiello
«Considero il mio atelier come un orto. Laggiùci sono dei carciofi. Qui delle patate. Bisogna tagliare lefoglie affinchè crescano i frutti. Venuta l’ora, bisognapotare.
Io lavoro come un giardiniereo come un vignaiolo. Le cose maturano lentamente. Il mio vocabolariodi forme, ad esempio, non l’ho scoperto in un sol colpo. Si èformato quasi mio malgrado.
Le coseseguono il loro corso naturale. Crescono, maturano. Bisogna fareinnesti. Bisogna irrigare, come si fa per l’insalata.»
Joan Mirò
Negli anni dell’Accademia, dal 1978 al 1981, mi piaceva copiarequadri antichi. Ero un’ottima falsaria (legale), ne ho dipintimolti e guadagnavo bene.
Copiare mi serviva per capire e perimparare.
Le mie prime tavole compiute, in bianco e nero, si ispiravanoalle illustrazioni ottocentesche di Arthur Rackham e ai quadrisimbolisti di Odilon Redon. Il colore mi attraeva e spaventava. Eroassolutamente incapace di usarlo, soprattutto il rosso.
Il ramettodell'albero del sole , E/O, 1985; Icaro,animazione, 1987. |
Nel 1983, ho conosciuto ungrande maestro del colore, Lele Luzzati. Per realizzare i suoifilm d’animazione ho copiato centinaia di volte le sue figurecoloratissime. Sono rimasta nel suo studio per otto anni, alla fine nonavevo più paura del rosso.
Nel 1991, ho usato finalmenteil colore vivo anche per le mie tavole.
Segno e coloreerano sicuri, ma molto controllati e i personaggi erano esclusivamenteanimali.
Sei mio amico tu, La coccinella,1992. |
Nel1991, è nata Elena; nel 1993, Guido. Hanno modificato, complicato emigliorato profondamente la mia vita e il mio lavoro. E anche i mieicolori.
Libri per tutto l'anno, calendario,1997. |
Nel2000, per la prima volta la figura umana era protagonista del libro,
Lapappa dolce, Fabbri, 2000. |
eanche il paesaggio.
Laterra delle cose buone, Giunti,2000. |
Nello stesso periodo, ho pubblicato un librocon illustrazioni dal tratto decisamente più libero e spontaneo.
L'oggetto misterioso, Fatatrac,2000. |
Hocontinuato a sperimentare con entusiasmo in questa direzione.
Lafiera delle cose buone, Giunti,2001. |
Ognitanto, il nero si imponeva drammaticamente.
Pinocchiodivorato, L'altra metà di Pinocchio,mostra, 2003. |
Riuscivo a usare colori vivi con facilità, anche sechiusi all’interno di un robusto segno nero.
Ninna nanna ninna mamma, Fatatrac,2005. |
Nel2007, ho finalmente liberato il colore dal contorno nero.
L'albero del mondo, Panini,2007. |
Nel 2008, il colore è diventato gesto, più ampio e sicuro.
Maremè, Fatatrac,2008. |
Nel 2009, colore e gesto sono la stessa cosa.
Lepoesie di Toti Scialoia, mostra,2008. |
Ognitanto, il rosso si imponeva drammaticamente.
Farfalla, Fatatrac,2010. |
Nel 2011, ho eliminato i pennelli, tagliando direttamentenel colore. Con le forbici ritagliavo le figure, facendoleuscire velocemente da semplici fogli colorati.
Buongiornosole, Emme Edizioni,2011. |
Nel 2012, ho ridotto la gamma dei colori, solo cinquefondamentali: rosso, blu, giallo, verde, nero. Su fondobianco.
Alfabeto delle fiabe, Topipittori,2012. |
Nelprossimo libro, in corso di pubblicazione, ci sono ancora figureritagliate di cinque colori, ma le pagine più intense ed espressivesono certamente quelle bianche.