Il tema nonha mai smesso di affascinarmi, sia perché la mia infanzia è statalegata a tanti pupazzi sia perché lavoro con i bambini e ne osservo icomportamenti con attenzione. È così che ho scoperto che qui in Franciai doudou hanno un ruolo fondamentale nella societàdei bambini.
Doudou è: pupazzo, straccetto,bambola, stringa, scarpa, ciuccio, animale, sciarpa, copertina. Condizionenecessaria e sufficiente per essere doudou:essere oggetto dotato di un’“anima”, uncarattere, una personalità che protegge e accompagna il bambinoalla scoperta della vita.
Quando Marianne delDe Filen Cafè mi ha proposto di organizzare la secondamostra di illustrazione (della prima abbiamo parlato qui), in occasione delSalon du Livre et de la Presse Jeunessedi Montreuil, ho pensato quasi subito a questo tema.
L'autrice alle prese conl'allestimento. |
Consigliata da Marta Iorio e Sara Gavioli, ho pensato dicoinvolgere nel progetto gli illustratori conosciuti nell'estate2011, a Fabriano, allo Swap: quattro giornate discambio creativo, organizzate da Giulia Sagramola, allequali hanno partecipato 19 illustratori. L'obiettivo, oltrea creare una nuova opportunità di visibilità a molti giovanitalenti dell'illustrazione e del fumetto, era dare una continuitàprofessionale e amicale a un'esperienza positiva e importante.
Ed ecco il risultatodel suo lavoro. |
Hanno accettato l'invito Bianca Bagnarelli, FabriceBeau, Ilaria Boscia, AuroraCacciapuoti, Francesca Ferri, GiadaFiorindi, Sara Gavioli, NicolaGiorgio, Marta Iorio, SarahMazzetti, Umberto Mischi, MartaMuschietti, Emanuele Rosso, Giulia Sagramolae Daniela Tieni.
Bagnarelli-Sagramola |
La mia proposta è stata molto semplice: ognuno avrebbe fatto“autoritratto con doudou”; sotto il disegnoavrebbe scritto una sintetica descrizione del suo compagno d'infanzia(per esempio, Sarah Mazzetti ha scritto: «un gattone Trudi bianco achiazze arancioni, me lo portavo anche all'asilo, mi piaceva davveroun sacco, aveva la giusta grossezza e la giusta morbidezza.»)
Beau -Ferri |
Io, poi, mi sarei occupata di inviare a ciascun illustratorela descrizione di un doudou, estratta a sorte,con il compito di interpretarla in una nuova immagine: un giocoincrociato di disegni dagli esiti imprevedibili.
Boscia -Tieni |
Aparte qualche file digitale, e le frasi che avevo distribuito, nonavevo visto niente. Avevo chiesto a tutti di inviare i disegni via postadirettamente a De Fil en Cafè. Il 28 novembre, giorno dell'inaugurazione(perché si arriva sempre all'ultimo momento a fare le cose), eroemozionatissima. E all'entrata mi aspettava una pila delle caratteristichebuste da illustratore, con scritte e segni di colori diversi.
Capellini -Mischi |
Le abbiamo aperte, con Marianne, con trepidazione. E la sorpresaè stata duplice: da una parte ammiravo la bellezza e l'armoniadelle singole tavole, dall'altra mi stupivo delle combinazioniinaspettate e sorprendenti nate da accoppiamenti casuali nei qualialla timidezza e delicatezza del rivelarsi si associava un rispettopoetico nell'interpretazione dell'oggetto d'elezione dell'altro.
Fiorindi- Iorio |
Per quanto rapidamente, la mostra è cresciuta come una pianta,per stati progressivi. Anche i clienti che passavano per il caffèrimanevano affascinati dalla luce e dall'intimità che emanavada una parete che si andava riempiendo di segni e colori. All'oradell'aperitivo, amici e curiosi, richiamati dall'insolito progetto,sono arrivati al caffè. Il resto è cronaca. E il segno che questamostra ha lasciato in ognuno di noi. Per esempio...
Giorgio -Mazzetti |
«Io sono stato adottato quando ero piccolo, in Cambogia. Non hotante memorie. È tutto un po' confuso e complicato, ma di sicuro so chele infermiere dell'orfanotrofio per il lungo viaggio mi hanno donato unasciarpa khmer. Mi ha commosso vedere come Francesca Ferri ha sintetizzatoquesta mia esperienza in un aereo-cicogna che mi portava verso i mieigenitori adottivi, avvolto in quella sciarpa » (Fabrice Beau)
Iorio -Gavioli |
«Piccolone era il mio gigantesco doudou,grande come me, ma inspiegabilmente figlio mio. Mi è tornato in menteche gli occhi delle bambole mi inquietano molto e Piccolone era l'unicoche poteva tenere gli occhi chiusi tra tutti i miei pupazzi, questo fattone faceva un eletto... Mi ha fatto piacere scoprire di aver lavorato sulprimo amore di Marta Iorio, Pippo (che ho poi ritrovato nel suo libroCicale) ed essere cosìentrata nel suo mondo poetico.» (Sara Gavioli)
Mazzetti -Bagnarelli |
«Mi sono ricordata di Pippo, di come l'ho amato tanto, osservatoin ogni suo dettaglio...ma anche di come l'ho trattato malissimo,come spesso si fa con le cose che si amano... Cavia nelle sessionidi infermieristica (avevo un siringone e giocavo all'infermieracon lui inzuppandolo d'acqua), oggetto caro nella notte, e quandogiocavo a fare la mamma.» (Marta Iorio)
Mischi -Giorgio |
«Non ho mai pensato di avere avuto un oggetto d'infanzia vero eproprio: l'allergia alla polvere mi ha privata intoto della presenza di pupazzi. Non mi ricordavo assolutamentedella borsina del supermarket. Me l'ha ricordato mia mamma. Per me erauna sorta di survival kit.» (Marta Muschietti)
Muschietti -Cacciapuoti |
«I ricordi dei partecipanti comunicano e si stringono tra loro,formando un unico corpus, come un grande mobilecostituito di tanti cassetti.» (Umberto Mischi)
Aggiungididascalia |
«Il fatto che il progetto sia stato fatto tra noi, che siamotutti amici, è stato ancora più bello. Eravamo tutti curiosi divedere i doudou degli altri e di capire comegli altri avevano immaginato i nostri.» (Giulia Sagramola)
Tieni -Boscia |
A me è rimasta la gioia di aver riunito tutti i mieiamici illustratori in un'occasione importante e l'orgoglio diaver contribuito a creare un percorso di memoria e di emozioneche ci ha permesso di conoscerci più intimamente attraversola nostra comune passione.