Benvenuto!

La rivistaGliasini è appena uscita con un numero Speciale Natale2012 con un titolo emblematico: Benvenuto tra noi. Pratiche eriflessioni intorno alla nascita e al parto.
Ci èsembrata, questa, una idea molto bella, necessaria, proprio in relazionealla valenza simbolica di una festa che rischia di disperdere la suaforza visionaria in elementi decorativi e accessori che in verità pocosi addicono alla sua natura profonda e antichissima. Vi proponiamoqui la limpida presentazione del numero di Luigi Monti, direttoredella rivista, seguita dal brano iniziale del lungo articolo di GraziaHonegger Fresco, di cui già ci siamo occupati qui, dedicato al ruolo centrale che ebbe ilpensiero di Maria Montessori nell'aprire la stradaa molta parte delle ricerche intorno al parto, alla nascita, alneonato.

Raccontare ilparto e la nascita significa spingersi in quel territorio misterioso eprimigenio dove la natura incontra la cultura, luogo di passaggio trai più determinanti e misconosciuti nella vita di una persona, quelloche ne definisce l’eredità biologica e inaugura, dandogli forma,il suo percorso di crescita.
Il panorama tracciato inqueste pagine da diverse prospettive professionali e culturali (nescrivono, ostetriche, ginecologhe, psicopedagogiste, neonatologi,scrittrici, filosofe e insegnanti) lo dice con chiarezza: la culturadell’accoglienza al neonato, di ogni neonato, è ancora tutta dacostruire. Raramente il bambino approderà su un’isola di intimitàche la donna è riuscita a crearsi attorno per il grande evento. Moltopiù spesso ad accoglierlo sarà l’industria della salute, un luogofreddo e impersonale, che inaugurerà quella violenza invisibilee burocratica alla base di tanti altri futuri passaggi della suacrescita. In questo secondo caso è solo routine e non c’è differenzada un neonato all’altro. Nel primo, siamo su un altro pianeta: c‘èl’ascolto reciproco. Madre e bambino si annusano, si nutrono l’unadell’altro. Non c’è da piangere tanto: una nuova vita a due si avvianella fiducia reciproca di potersi intendere. Il direttore d’orchestraè per ora il bambino, il suo orologio interno tra fatica e riposo, ilrespiro e la nuova circolazione, i sensi che si appagano di tanta pace. Lamadre lo segue con nuova sapienza d’amore.
Nell’invernodi una civiltà sfibrata e confusa, con questo numero “natalizio”Gli asini hanno deciso di ripartire dall’inizio. Come diceva HannahArendt, la condizione umana della natalità è anche la categoriacentrale del pensiero politico: l’inizio inerente al parto e al nuovovenuto possiede, più di ogni altra cosa, la capacità di dar luogo aqualcosa di nuovo.

E siudì sulla Terra
di Grazia Honegger Fresco

Mi dissero di un uomo vissuto nell’oscuritàpiù profonda;
i suoi occhi non avevano visto mainessun lieve chiarore,
come in fondo a un abisso.

Mi dissero di un uomo, vissuto nel silenzio; nonun rumore,
nemmeno impercettibile era mai giunto al suoorecchio.

Sentii parlare di un uomo che eravissuto
sempre immerso nell’acqua, un’acqua di stranotepore 
e che tutt’a un tratto spuntò fuori tra ighiacci
e spiegò dei polmoni che mai avevano respirato
(lievi sarebbero le fatiche di Tantalo al confronto),
mavisse. 
L’aria distese d’un tratto solo i suoipolmoni
ripiegati fin dall’origine.

E allora l’uomo gridò.
E si udì sulla terra
una voce tremante che non si era mai udita,
uscenteda una gola
che non aveva vibrato giammai…

Questo testo di Maria Montessori venne pubblicato perla prima volta nel 1935 ne L’enfant, edizionefrancese de Il segreto dell’infanzia, che –a causa del veto fascista agli scritti montessoriani – usciràin italiano nel ’38 a Bellinzona (Svizzera) e poi nel ’50 peri tipi di Garzanti. Lei lo aveva presentato anche prima, nei corsiinternazionali del ’30 e del ’31 a Roma, a dimostrazione delfatto che da tempo andava riflettendo sulla condizione del neonato,allora solo “tubo digerente” o pura “appendice” della madre,secondo la diffusa opinione dell'epoca.

La forma poetica esprime con efficacia ildramma di ogni essere umano nel venire al mondo. Non importa se poi siè scoperto che il buio non è proprio completo, né il silenzio cosìtotale (gli studi di Alfred Tomatis, la sensibilità uditiva sembra essereassai precoce, condizionante l’intero sviluppo. Cfr. La notteuterina. La vita prima della nascita e il suo universo sonoro,red 1996). È comunque intuibile lo stato di incertezza, di disagioprovocato dalla differenza di ambiente, tra caldo e freddo, dal buioalla luce, con l’improvviso cambiamento dei ritmi del cuore, delrespiro e di molto altro ancora. Certo, il neonato è attrezzato persuperare rapidamente un tale trauma e tanto meglio se esce attraverso lestrettoie del naturale canale del parto.

Essenziale però che esso non si prolunghiartificiosamente: il figlio, prima collegato alla madre in strettasimbiosi, ora è separato da lei, la ritrova in una unione tutta diversae ha urgente bisogno di conoscerla a contatto di pelle calda, di odori,di voci. Due persone ben individuabili, ancora bisognose l’unadell’altra. Il bambino, nuovo a tutto, esprime molto presto preciseesigenze sensoriali ed esprime con il pianto o in altri modi l’esigenzadi una totale continuità: ogni cambiamento va bene se diluito nel tempoe nei modi, giusto per avere il tempo di assuefarsi. Passeranno anniperché questa complessa realtà, sotto gli occhi di tutti, cominci aessere verificata in modi sistematici e finalmente riconosciuta. Lamedicina per prima stenta a riconoscere come vitali per la specieumana esigenze di sopravvivenza comuni a tante altre specie animali. Silimita a controllare lo stato di salute del neonato con l’indice diApgar, livello minimo adottato dal 1952. Ma c’è molto di più e diassai poco misurabile: la qualità di un’accoglienza che risponda,per ogni individuo appena nato, alle esigenze sue e della specie.
Le parole poetiche di Montessori, peraltro non sempre apprezzate,aprirono la strada a molta parte delle ricerche attorno al parto e allanascita.

Alla rivista Gliasini abbiamo già dedicato alcuni articoli che trovatequi. E ricordate: se viabbonate a Gli Asini prima del 6 gennaio,questo numero è in omaggio