Che cos'è una casa?

I treporcellini scritti da Giusi Quarenghi e illustrati ai ChiaraCarrer.


La fiaba dei tre porcellini, diorigine anglosassone, sembra essere stata inventata per rifletteresulla questione. La più recente versione che ho in mente, quella,deliziosa, di Steven Guarnaccia, ne fa non pernulla una sofisticata parabola per architetti, dove il motivotradizionale dei materiali (carta, lamiera, legno, mattoni)diventa spunto ottimale per ripercorrere a grandi passi le tappepiù importanti dell'architettura del Novecento che con spavaldacreatività ha esplorato il concetto di abitazione, sperimentandole forme e i materiali diversi con cui è possibile costruire.

I tre porcelliniscritti da Giusi Quarenghi e illustrati ai ChiaraCarrer.


Giusi Quarenghi nella sua versione nuova di zecca, riprendela fiaba partendo dalla medesima domanda e ne fa una sorta di manifestoper le generazioni future, una favola dal ritmo galoppante che, cercandodi stabilire cosa sia casa e cosa no, fornisce una risposta fluida,musicale, magnetica, in equilibrio fra antropologia, sociologia, ecologiae psicoanalisi. Risposta che, se come quella di Guarnaccia, parte dalmotivo dei materiali, lo fa per approdare a una smaterializzazione,a un superamento, proponendo ai bambini una storia che non mancheràdi lasciarli stupefatti, per la sorpresa di trovarsi improvvisamente,in questa faccenda di sicurezza e pareti, all'aperto, nella notte, sottole stelle, senza il tradizionale rifugio di quattro solide mura attornoa sé.

I treporcellini scritti da Giusi Quarenghi e illustrati aiChiara Carrer.


I bambini, dei tre porcellini, quel che da sempre più amano èproprio il motivo delle tre casette. Che piacere vederle volare via,una dopo l'altra: quella fragilissima, quella meno fragile e, infine,in apprensione per la sorte della terza, scoprire con sollievo chela casetta in mattoni del maialetto più prudente e astuto resiste alsoffio del lupo cattivo. Un piacere molto simile a quello di avere odi costruirsi una piccola casa, a propria misura, in fondo al giardinoo in cortile o nella propria stanza, in cui star soli o in compagnia,sapendosi a un tempo separati dagli altri e vicini a essi,contemporaneamente liberi, contenuti e protetti. Perchéin effetti I tre porcellini, fiabadi casette, è storia di spazio, interno ed esterno,cioè di identità, crescita e autonomia. Come Giusi Quarenghi, implacabilmente,mette in luce fin dalle prime righe, adombrando in unincipit travolgente il momento fatidico, e quantomai attuale, dell'allontanamento dei figli ormai grandicelli dal“nido parentale” (momento che, come a tutti è noto, è diventatonella nostra società quanto mai problematico).


I treporcellini scritti da Giusi Quarenghi e illustrati ai ChiaraCarrer.

Ein questo stesso momento, proprio quando della storia pensavamo ormai diconoscere tutto, mentre senza mezzi termini siamo precipitati inmedias res, ci si rivela, apriti cielo, una notizia inedita:uno dei tre porcellini, in realtà, è una femmina, occultata finora dalvasto e comprensivo plurale maschile del titolo, che di maschi e femminefa un solo fascio. Annunciata questa semplice ed esplosiva evidenza, eccoche la storia prende subito, come prevedibile, tutt'altro corso.
E la terza casetta diventa qualcosa di totalmente imprevisto. Saltataa piedi pari l'opzione “solida casetta di mattoni”, l'attenzione diGiusi è catturata dal fuoco acceso nel caminetto del terzo porcellino:quello che nella versione tradizionale della favola scalda il pentolonein cui il lupo cattivo, calatosi nella canna fumaria coll'intenzionedi farsi una scorpacciata, si brucerà il deretano.


I treporcellini scritti da Giusi Quarenghi e illustrati ai ChiaraCarrer.

Nellanuova storia è questo fuoco a prendersi tutto il posto, a divampare,facendosi lui stesso casa. Sarà perché la femmina è per definizione“angelo del focolare”, che il focolare diventa il segno dell'ingressodel femminile nella fiaba? Può darsi, ma certo è un angelo molto pococonvenzionale questa porcellina, che al tradizionalismo dei fratelli,oppone una vocazione al nomadismo e al cielo stellato. E “nel puntoestremo della coda della notte” costruisce una casa di luce e calore,lasciando gli architetti dell'accademia con un palmo di naso, a baloccarsicon materiali più o meno tradizionali e  innovativi.

I treporcellini scritti da Giusi Quarenghi e illustrati ai ChiaraCarrer.

Comeva a finire la storia, non ve lo dico. È una sorpresa. Aggiungo solo unacosa. Cosa significa  illustrare una fiaba, illuminando il sensoriposto del testo, ce lo mostra con esattezza e rigore una stupefacenteChiara Carrer che della casetta di fuoco dàuna rappresentazione visionaria e perfetta: quella di un campo di energie,raffigurato da cerchi concentrici scarlatti. Una casa, cioè, che primadi essere materia, è campo di forze, sorgente di energia, polo vitale,movimento armonico di espansione e contrazione, diastole e sistole delcuore, del respiro.

I tre porcelliniscritti da Giusi Quarenghi e illustrati ai ChiaraCarrer.



I treporcellini scritti da Giusi Quarenghi e illustrati aiChiara Carrer.

Unarappresentazione della casa interiore, viva, calda, accesa, che ognunoha in sé, o dovrebbe avere, per poter abitare nella propria pelle,sapendo difendersi dai nemici, ospitare gli amici, crescere nellasolitudine e nella compagnia. La casa invisibile e necessaria chedobbiamo saperci costruire da noi, prima di pensare alla solidità ealla fragilità di quella, fatta di legno, cartone, mattoni, cementoo che dir si voglia, che ci accoglierà. La casa più nostra edecologica del mondo. Una vera casa per il futuro. Ci voleva decisamenteuna porcellina, per farcelo presente.