Come nasce un superlettore

Qualche tempo fa, Roberta Cattano mi ha contattato per chiedermi se mi prestavo a rispondere a una serie di domande di alcuni bambini. I bambini, mi fu spiegato, erano un po' particolari. Potremmo definirli Superlettori. È così, infatti, che si sono autobattezzati in quanto componenti del Laboratorio di lettura ad alta voce coordinato da Roberta e organizzato presso la Biblioteca Caterina Bon Brenzoni di Sant'Ambrogio di Valpolicella. Naturalmente ho accettato. Avevo altra scelta? Anche solo per gratitudine verso Roberta che ha dedicato sei incontri del laboratorio ai miei libri, e verso i bambini, che questi libri hanno letti, commentati e disegnati. L'intervista che mi hanno fatto i Superlettori, per la quale li ringrazio molto, la troverete nei prossimi giorni. Oggi, invece vi proponiamo un'altra intervista. Quella che abbiamo fatto a Roberta sull'attività che svolge con il laboratorio ad alta voce, che ci è parsa una iniziativa di grande interesse, da conoscere. Ecco le sue risposte per cui la ringraziamo.

I superlettori all'opera alla Biblioteca Caterina Bon Brenzoni di Sant'Ambrogio di Valpolicella.

Come (e quando) è nato il Laboratorio di lettura ad alta voce che si tiene alla Biblioteca Caterina Bon Brenzoni di Sant'Ambrogio di Valpolicella?

Per spiegare come è nato devo fare un salto indietro nel tempo e raccontare che nel 2009 ho fondato assieme a due amiche, Mariangela Zandaval ed Evelin Parigi, l’associazione Botta&Risposta, di cui sono presidente, con la ferma volontà di dare spazio e voce alla lettura condivisa, perché penso che sia un modo di stare assieme dando valore alle singole persone. Così è nato il Club delle Accanite lettrici e Accaniti lettori, dedicato agli adulti e strutturato in tre edizioni di sette serate ciascuna, durante le quali si legge ad alta voce, si commenta in maniera informale e per niente accademica: si condividono pensieri che nascono dalle emozioni e dall’esperienza. Mi sono resa conto che il libro è il pretesto e che le persone hanno voglia di raccontarsi. Ma questo non bastava, mi sono guardata attorno e ho notato che mancava un tipo di attività simile che coinvolgesse i bambini. Allora ho ideato il laboratorio di lettura Noi Superlettori, il progetto è piaciuto molto alle bibliotecarie e nel 2011 ho cominciato a collaborare con la Biblioteca di Sant’Ambrogio di Valpolicella, lavorando per dare voce alla lettura dei bambini. Mi sono sempre occupata di libri come collaboratrice redazionale, di recente poi come traduttrice, e da quando sono diventata mamma ho coltivato il piacere della lettura ad alta voce, dedicandola proprio ai miei figli. Così ho cominciato a interessarmi e studiare questo argomento e questo tipo approccio verso i libri e la narrazione, ho partecipato a diversi seminari che mi hanno permesso di ideare una forma e una struttura per mio desiderio di trasmettere il piacere della lettura - il fascino delle parole che si intrecciano e delle immagini che le illustrano - anche agli altri bambini.

I superlettori reintrepretano gli albi di Giovanna Zoboli.

Quali sono le finalità del laboratorio?

Questa è una domanda importante. Da subito mi è stato chiaro che l’obiettivo del laboratorio, i veri protagonisti, dovevano essere i bambini,  e che io dovevo diventare lo strumento che permettesse loro di avvicinarsi ai libri con curiosità. Quindi lo scopo è proprio quella di far capire ai bambini che i libri, e le storie che essi contengono, possono esistere proprio grazie alla loro voce, una diversa dall’altra e tutte importanti, proprio grazie al modo in cui loro per primi sono disposti ad accogliere e giocare con il senso delle parole. Un momento che ritengo importante accade prima della lettura vera e propria, quando cerco di trasmettere loro il rispetto per l’oggetto libro, descrivendo proprio il lavoro delle persone che ce lo hanno consegnato nella forma in cui lo vediamo e lo maneggiamo.

A chi è destinato, quanti vi partecipano e che età hanno i partecipanti?

Il laboratorio Noi Superlettori è destinato ai bambini della Scuola Primaria, di solito si comincia a novembre con i bambini della quarta e quinta elementare, poi si va avanti o con quelli della seconda e terza o con i bambini di prima, per dare loro il tempo di familiarizzare con la lettura a scuola. Ogni Laboratorio prevede massimo 12 partecipanti e ha la durata di un’ora per un totale di sei incontri con cadenza settimanale.

Come e da chi vengono scelte le letture proposte?

Mi occupo personalmente di scegliere il tema e le letture da proporre ai bambini delle varie fasce d’età, e di solito la scelta cade su autori e letture che ho apprezzato, per lavoro o perché mi hanno incuriosita. È importante, infatti i bambini lo sanno subito se una cosa non ti piace, e loro invece meritano passione.

Rosalba Cattano legge ai superlettori.

Come si svolge un incontro?

Ogni incontro comincia con una sorta di rito. Faccio mettere i bambini in piedi disposti in cerchio, poi li invito a chiudere gli occhi (sorrido quando i più diffidenti non lo fanno) e li invito a entrare in un bosco speciale dove filtrano pigri e tiepidi i raggi del sole. Li esorto a seguire quei raggi che illuminano le foglie degli alberi, a guardare con attenzione e ad allungare le mani, perché quelle foglie altro non sono che libri e loro li devono afferrare. Così con gli occhi chiusissimi e le braccia allungate al massimo afferrano quei libri immaginari e.. tutti giù per terra, i libri sono sul grande tappeto rosso della sala della biblioteca,  pronti per essere letti. Di solito è un rito che piace e i bambini lo cercano ogni volta che cominciamo. Dopo si legge ad alta voce, nessuno deve, lo fa solo chi se la sente, ma pochi si tirano indietro. La seconda parte del laboratorio è dedicata alla rielaborazione e alla riflessione da parte dei bambini, a volte con disegni, a volte con veri e propri giochi con le parole. Non seguo mai uno schema fisso, infatti ogni laboratorio è per così dire “costruito su misura” per il gruppo di bambini che ho davanti, mi metto in ascolto e di volta in volta sono loro a suggerirmi l’approccio migliore. Nel corso del tempo, ad esempio, ho notato come i bambini hanno paura di sbagliare, soprattutto quando disegnano. Continuano a cancellare, oppure mi chiedono di voler fare la punta a un colore. Allora ho eliminato gomme e temperini. Si lavora solo con matite e colori e si fanno i “disegni sbagliati”. È stata una cosa che si è rivelata utile. Alcuni si sono adattati facilmente, altri hanno faticato un po’ ma tutti alla fine hanno accettato la sfida, percependo la leggerezza e l’allegria invece che lo stress e l’ansia. Un’altra cosa a cui tengo molto è che i bambini entrino in qualche modo in contatto con gli autori contemporanei che leggiamo. Così chiedo loro di formulare delle domande per una breve intervista. Di solito gli autori rispondono con piacere per iscritto o con un video messaggio. E i bambini sono contenti e quasi sorpresi.

Con che frequenza vi incontrate?

Ciascun laboratorio di lettura prevede sei incontri. In alcuni casi, considerato il numero di adesioni, viene previsto un doppio turno. Purtroppo questa parte dell’organizzazione non dipende da me, bensì dal budget che ha a disposizione chi gestisce la biblioteca. Credo che questo sia un aspetto importante, perché ritengo che associare la lettura e la cultura a un’idea di gratuità ne svilisca l’essenza e la grande importanza.

Roberta e i superlettori.

Che impegno richiede a chi lo guida?

Mi occupo personalmente dell’ideazione e della cura del laboratorio di lettura ad alta voce Noi Superlettori. Questo vuol dire che mi dedico alla ricerca di tematiche, contenuti, autori e titoli da proporre. Ritengo che sia un tipo di lavoro in cui non si può improvvisare, tutto scaturisce dall’esperienza e la professionalità. Leggo molto di tutto ciò che riguarda la lettura ad alta voce, partecipo a seminari di ricerca (uno molto fondamentale per me è stato quello tenuto nella Biblioteca Civica di Verona dalla professoressa Silvia Blezza), seguo i blog di chi si occupa di lettura, libri e traduzione, leggo le riviste specializzate, e tutto serve a fornirmi spunti per nuove letture o per tornare a vecchi classici della letteratura per l’infanzia (per esempio un workshop sulla traduzione delle opere di Dr. Seuss mi ha fatto venire voglia di far leggere ai bambini i suoi libri, proponendo loro anche un “assaggio” nell’originale inglese) . Questo va a integrarsi con l’esperienza maturata come collaboratrice redazionale, che mi ha portato studiare gli stili, il linguaggio, la caratterizzazione dei personaggi e con il mio recente esordio come traduttrice di romanzi destinati alla fascia young adults.

Di cosa avete parlato all'ultimo incontro?

L’ultimo incontro chiudeva i sei appuntamenti con i bambini di prima elementare, dedicati alla lettura dei tuoi albi illustrati, Giovanna. I libri sono stati il pretesto per osservare le piccole grandi emozioni di tutti i giorni, o sentimenti come l’amore, e per aprire le finestre della fantasia, cosa che alcuni bambini faticano a fare.

E di cosa parlerete al prossimo?

I prossimi incontri saranno dedicati ai bambini di seconda e terza elementare, per loro ho scelto “Stranalandia” di Stefano Benni. Parleremo di luoghi e animali fantastici, giocheremo con le parole, inventandone di nuove e buffe, e i bambini si cimenteranno in una sorta di reading, quando uno legge gli altri sono il pubblico,  e questo per abituarli ad ascoltare e prestare attenzione alla voce dell’altro. Loro, i bambini, rimangono i protagonisti indiscussi dei laboratori di lettura ad alta voce che riesco a realizzare grazie alla collaborazione della Biblioteca Caterina Bon Brenzoni.

Un collage di albi di Giovanna Zoboli.