Che cos'è ladiversità? Dovremmo saperlo dopo tanto parlarne e scriverne. Invecea stare alla cronaca, ma anche ai semplici comportamenti di tuttii giorni di gente né meglio né peggio di noi, a quanto pare siamoancora in alto mare quanto a chiarezza sul tema. Perché la diversità èinafferrabile e stabilire cosa la determini, agli occhi altrui e propri,e fissare il discrimine che la sancisce è quanto mai arduo. Pensoanche a tanti libri per bambini e ragazzi appunto, che a volte appaionorealizzati più per rassicurare le coscienze, non sempre pultissime,degli adulti, che per rendere conto ai bambini della difficoltà chesi prova davvero davanti a essa. E senza pensare che i guai comincianosempre quando ci si sente, e ci se mette, dalla parte del giusto. Ilfilm L'estate di Giacomoha il merito di lasciare soli senza filtri difronte a una diversità così vera che appartiene realmenteall'attore che interpreta il protagonista: Giacomo (Zulian),il nome è il medesimo nella vita e nel film.
Giacomo è sordo:lo vediamo con un apparecchio acustico, nelle prime immagini del film. Unintervento, non dichiarato, lo libera dello stesso apparecchio nellescene successive. Ascoltiamo la sua strana voce nei dialoghi con l'amica,Stefania (stesso nome nella realtà e nella finzione; l'attrice è lasorella del regista), che lo accompagna nei lunghi, pigri vagabondagginel corso di un'estate vissuta fra i campi, sulle rive del fiumeTagliamento (siamo in Friuli), fra giostre di paese, nei boschi, sullestrade in bicicletta. Il film diretto da Alessandro Comodin, ha avutoun'accoglienza strepitosa e ha ricevuto una montagna di premi fra cuiil Pardo d'oro Cineasti del Presente al Festival di Locarno 2011 (temoche nelle sale abbia smesso di circolare, ma lo potete acquistare qui).
Fin dalleprime scene, l'unicità di questo ragazzo salta agli occhi, anche inrapporto all'amica, che è invece una ragazza “normale”. Guardandoil film, ci si chiede che impressione si avrebbe se le medesimebattute, anziché recitate dalla voce acerba e inesperta di Giacomo,fossero pronunciate da una voce “corretta”. Forse si avrebbel'impressione di un ragazzo come gli altri, attraversato da tuttele incertezze che comporta quella nota, complessa esperienza cheè il passaggio fra adolescenza ed età adulta.
Tuttavia le reazionidi Giacomo alle cose e alle situazioni, al di là della sua voce strana,sono del tutto imprevedibili, contrassegnate da una qualità che lorende decisamente non conforme. Giacomo, per esempio, è connotato da unaingenuità che non è quella dell'età a cui appartiene, è irrequieto,si spaventa moltissimo per cose da nulla, ha vere e proprie furie,si diverte pervaso da una felicità istintiva, e sempre esprimetutto ciò che prova con una intensità mai mediata, mai censurata,ma candidamente espressa senza inibizioni. In questo, credo, stasopprattutto la sua diversità, che certamente si può immaginare legataal suo handicap infantile. Cosa si prova di fronte a lui? Difficiledirlo. Curiosità, simpatia, diffidenza, fastidio, tenerezza,commozione, perplessità, sorpresa, indifferenza, interesse,disagio, solidarietà, distacco?
Tuttequeste cose insieme, penso: perché Giacomo è uno specchio che cirestituisce tutti i nostri sentimenti, le nostre emozioni, i nostripensieri e ci mette soprattutto di fronte a noi stessi, esperienzaquanto mai complessa e imbarazzante, costringendoci a prendere atto diquel che proviamo e pensiamo, infrangendo in questo modo l'immaginerassicurante, accettabile che abbiamo di noi stessi. Io credo chesia questo, soprattutto, che non si perdona a chi, senza volerlo,ci pone un problema. Il problema dello scarto da una norma a cuicerchiamo di conformarci per essere accettati, amati, apprezzati, percorrispondere a quello che ci viene chiesto: in famiglia, a scuola,nel lavoro, nelle relazioni umane. E in tutti gli ambienti, persinoin quelli che riteniamo più aperti e solidali (perché ogni ambienteha i suoi conformismi, i suoi tabù, e fedi e ideologie non salvanonessuno). Perché la diversità è una perfida cartina di tornasole checi costringe a a vedere l'ipocrisia di principi e certezze, e a metterein discussione i parametri e i valori condivisi su cui faticosamente,e spesso a prezzo della nostra autenticità, costruiamo le nostre vite ele nostre identità. L'estate di Giacomo è un filmprezioso che sfugge a etichette e appartenenze, e ha il merito di nonoffrire soluzioni, di lasciarci all'esperienza delle cose così comesono, di indurci a riflettere senza vie di fuga, facendoci rimanerecon molti (sani) dubbi su quel che davvero siamo.