In difesa dei libri inutili

Questoè la traccia dell'intervento dei Topipittori alla secondasessione della prima delle Giornate professionali della Tribùdei lettori, che si èsvolta ieri, 31 maggio, al MAXXIdi Roma. Queste riflessioni, proposte nel contesto di un panel didiscussione dal titolo "Fare libri nuovi", al quale hanno partecipatoPietro Corraini (dell'omonima casa editrice), Elisabeth Lortic(Les TroisOurses), Raphael Urwillier (Editions Icinori) JuanjoGracia Oller (Milimbo Libros) e le vulcanicheCristina Spanò, Giulia Sagramola e Sarah Mazzetti di Teiera(delle quali abbiamo già parlato qui), prendono le mosseda un post pubblicato nell'ottobre 2010 su questo blog. Le condividiamo con voi, che nonc'eravate.
Walter Crane - The ToyAlphabet

Recentementesono stato invitato in Brasile, a San Paolo, per partecipare allaprima sessione di una serie di incontri dedicati alla formazione degliintermediari della lettura - editori, librai, insegnanti, genitori. Fragli altri partecipanti alle prime giornate di questa manifestazione-Conversas ao pé da pagina - c'era una brillante e giovanebibliotecaria, responsabile del sistema bibliotecario dello Stato delMinas Gerais. Nel suo intervento, Fabìola Farias si lamentava di comei bibliotecari che da lei dipendono, nonostante fossero entusiastisostenitori della promozione alla lettura e fossero convinti cheil libro sia un elemento fondamentale della crescita intellettualedei ragazzi, non fossero in grado di articolare la ragione di questaimportanza, al di là delle più trite banalità.


Edy Legrand - Macaoet Cosmage

Credoche la risposta a questa domanda, cioè, "Perché la lettura èimportante?" possa essere trovata nelle frasi pronunciate da PeppinoImpastato in questa scena de I cento passi, unfilm di Marco Tullio Giordana. Per chi non sapesse chi era PeppinoImpastato, basti ricordare che è stato un martire della lottaalla mafia siciliana: una mafia della quale la sua famiglia eraparte integrante e in seno alla quale avrebbe potuto avere una vitamolto più facile di quella, intensa e breve, che ha avuto.

Ecco, quando siapplica il concetto Espresso da Peppinio Impastato, "dalla bellezzascende giù tutto", al libro, si afferma che il valore del libro stanell'esperienza estetica che il libro può e deve rappresentare per ilbambino.
Se ascoltiamo questa frase, come editori, autori,illustratori, mediatori del libro, e se ne condividiamo il contenuto,diventa per noi imperativo creare, pubblicare e promuovere "libribelli".

Roberto Innocenti -Pinocchio

Questa miaaffermazione sembrerebbe sfiorare la banalità:  i libribelli ci sono sempre stati, e ci sono ancora. Possiamo pensare alleopere di Walter Crane, Ivan Bilibin, Edy Legrand, Nathalie Parain,Wanda Gag poi, ai giorni nostri, e solo per citarne un paio, RobertoInnocenti o Carll Cneut. O, ancora, sul fronte dell'attività editoriale,ai cataloghi delle Editions Memo, di Maurizio Corraini Editore, di TaraBooks e di tanti altri fra i quali speriamo di possano essere annoveratianche i Topipittori.

Iela Mari -L'albero

Ma credoci sia ancora molta strada da fare per far sì che il libro diventirealmente un'esperienza estetica. Anzi, che l'esperienza estetica sial'esperienza fondamentale del libro.

Credo cheper arrivare a questo punto si debba superare l'idea di illustrazionecome una frivola decorazione e l'idea che qualsiasi testo che non siadenso di contenuti pratici o ideologici rappresenti una perdita ditempo.

Quello che oggi si chiede ai bambini -non sempre ma troppo, troppo spesso - è l'acquisizione di modestecompetenze verbali e di un bagaglio - fardello? - di istruzioni dellapiù varia natura: materiale rapidamente e facilmente riutilizzabile dalbambino per dare al genitore, all'insegnante, all'adulto, alla societàuna risposta "esatta".

Fioriscono così libri"utili". Non intendo con questo affermare che esistano libri "inutili"in senso assoluto ma, semplicemente, che esiste una diffusa categoria dilibri che fa della propria utilità pratica e immediata la propria ragioned'essere.

David Wiesner- Floatsam

Eche questi libri rispondano, anche se solo per un periododi tempo limitato, alle esigenze degli adulti mediatori èconfermato da un ormai celebre articolo pubblicato dal New York Times il 7 ottobre 2010:"Picture Books No Longer a Staple for Children", che denuncia unacontrazione degli acquisti di albi illustrati, della quale individuale cause nel desiderio degli adulti di far superare ai bambini piùrapidamente l'albo, per affidar loro letture più "impegnative" e dimaggiore utilità pratica.

Ciò che implicaquesta idea è che i bambini non debbano cercare il significato inuna sorprendente sequenza di parole e immagini, ma debbano assimilarecontenuti dati. Che non debbano trovare il valore della lettura, dellibro, nel piacere dell'interpretazione, forzatamente personale e nonnecessariamente data, della narrazione sequenziale del picture book,nell'osservazione della forma materiale che testo e immagini assumono,e nella soluzione delle complessità implicite in una forma di narrazionecosì sofisticata e che ha un'influenza profonda e innegabile sullaformazione della cultura multimediale nella quale siamo immersi.

Zobolie Scarabottolo - Di notte sulla strada dicasa

Adimostrazione di questa influenza, proponiamo uno solo dei milleesempi di come le immagini e i concetti elaborati nei picturebook trovino modo di percolare nella cultura multimediale, inquesto caso attraverso un comunicato pubblicitario. Proponiamoqui di seguito un'immagine del nostro Di notte sulla strada dicasa (sopra), di Giovanna Zobolie Guido Scarabottolo, uscito nel 2006, e una campagna pubblicitariaBMW andata in onda nel settembre del 2008.



Perfare del libro un'esperienza estetica, come autori, come illustratori,ma anche e soprattutto come editori e mediatori del libro dobbiamomettere da parte il concetto di lettura "utile", cioè finalizzata aun obiettivo pratico immediato, così cara a chi ama, crea, pubblicae promuove le migliaia di libri a tema, dei libri politici, deilibri sociali che troviamo negli scaffali delle librerie e dellebiblioteche.

Bruno Munari
Da lontano eraun'isola

Per fare librinuovi dobbiamo immaginare libri "inutili". Dobbiamo crearli, pubblicarli,diffonderli. E la ragione per cui dobbiamo farlo è che solo offrendoai bambini e ai ragazzi dei libri veramente inutili diamo loro laresponsabilità di trovare un senso e un significato molto personalia quello che viene loro proposto, invece di un sapere preconfezionato"da inculcare" nelle loro giovani menti.

Un libroinutile è un atto di fede nei confronti della capacità dei bambini e deiragazzi di pensare e trovare sensi e significati autonomamente. Certo,non potremo controllare quali questi pensieri, questi sensi e questisignificati saranno. Ma poco importa, a condizione che scaturiscano daun'esperienza profondamente estetica del libro. Un'esperienza che faràamare il libro e la lettura in quanto esperienze piacevoli e belle,prive di una finalità pratica immediata. E che contribuirà a farein modo che nasca e si diffonda un pensiero realmente e profondamenteautonomo e indipendente. Un pensiero che forse avrà l'opportunitàdi innescare quella rivoluzione della quale abbiamo bisogno quanto neaveva Peppino Impastato, e che solo può far sì che questa rivoluzioneprossima ventura sia migliore di tutte quelle che, dal Settantatrèall'Ottantanove, dal Quarantotto al Sessantotto, si sono susseguitenegli ultimi due secoli, cominciando bene e finendo miseramente.

Noi, inteso come Topipittori, non abbiamo una ricetta perriuscire a fare libri belli e inutili. E di questo ci scusiamo chi forsesi aspettava dichiarazioni e risposte più che domande intorno alle qualiragionare, da soli o tutti insieme. Ma proviamo a farli. E ci mettiamotutta la nostra passione e il nostro impegno per riuscirci.

Zobolie Scarabottolo
Cose che non vedo dalla miafinestra