Oggi vi proponiamo il profilo di Alessandro Sanna scritto da Antonella Abbatiello per la seconda edizione di Costruttori di Libri, iniziativa che abbiamo presentato qui, nata da un'idea di Antonella Abbatiello, Lorenzo Cantatore, Martino Negri e Giovanna Zoboli, con l'obiettivo di fornire strumenti adeguati alla conoscenza dei libri con le figure e dei processi creativi che li riguardano. Costruttori di Libri ha preso avvio nel 2018 ed è proseguito nel 2019. Nel 2020, a causa della pandemia, non è stato possibile dar luogo anche all'incontro in programma presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre. Qui trovate il primo profilo che riguarda l'editrice Fausta Orecchio, raccontata da Martino Negri. Qui il secondo profilo, di Giusi Quarenghi, scritto da Giovanna Zoboli.
[di Antonella Abbatiello]
Alessandro è un illustratore, un “autore di immagini che abitano i libri”, così sinteticamente racconta la sua scelta professionale. Ama de finirsi un immaginatore.
Ha pubblicato libri in tutto il mondo. Libri silenziosi, senza parole, solo immagini. “Voglio dire qualcosa che con le parole non riuscirei a fare”.
“Ho cominciato a disegnare, con la volontà di fare il disegnatore, all’età di undici anni. Da allora non ho smesso di lavorare assiduamente sul segno e sul colore. Ho appreso tutte le tecniche grazie ad una scuola d’arte... La mia formazione è iniziata lì, assieme a una passione smisurata per l’arte tutta”.
Dopo aver appreso molte tecniche pittoriche Alessandro sceglie l’acquerello perché favorisce il gesto istintivo e intuitivo. “L’acquerello non risponde mai ai miei comandi”. Nei suoi libri i cieli, i mari, gli alberi, tutto è d’acqua, anche il fuoco è fatto di acqua.
“L’acqua è il mio elemento, fin da bambi- no mi ha accompagnato. L’acqua è un modo di pensare... Questo è il medium che prediligo, l’acqua. Spietata e inarrivabile. Lo schizzo e il definitivo sono tutt’uno”.
I suoi libri sono dunque fluide narrazioni, flusso di visioni interiori.
Il libro Fiume lento è l’espressione più precisa e matura di questa lunga pratica pittorica e visionaria. La narrazione procede con una affascinante sequenza di paesaggi, citazioni della sua terra, Mantova e la pianura intorno.
“La terra dove ho vissuto e tutt’ora vivo mi è sempre stata da grande guida. L’assenza di cose e la privazione di immagini ingombranti come palazzi e costruzioni moderne hanno nutrito il mio sguardo. La nebbia in primis è stata la mia maestra di visione interiore. Quando non vedi niente devi immaginare e così ho cominciato fin da bambino a coltivare immagini interne, segrete, che poi non necessariamente disegnavo ma mi portavo nella stiva dei ricordi, nel ripostiglio dei miei sogni a occhi aperti”. Da questa stanza segreta e carica di sensazioni visive sono nati tutti i suoi libri. Un lungo e ostinato lavoro per far emergere le sue immagini, dall’acqua.
Illustrazione di Alessandro Sanna per Fiume lento, Rizzoli 2013.
Ma l’acqua può anche essere pericolosa. Ecco dunque, inaspettata, l’urgenza di illustrare il libro che racconta la figura più terribile che può emergere dall’acqua: Moby Dick. Le immagini restano affascinanti ma diventano progressivamente più misteriose e inquietanti. È ora di lottare con questo elemento, che da liquido amniotico diventa oscuro e minaccioso.
Per affrontare le nuove potenti immagini che emergono dall’acqua Alessandro scopre un’arma, il bisturi. Non c’è nulla di più antitetico a un morbido pennello di un bisturi. Continua a usare pennello e acquerello per creare atmosfere e forme ma, quando la scena è pronta, posa il pennello e con il bisturi graffia le figure con un gesto aggressivo, che incide e strappa la carta ancora umida.
Il gesto resta libero e sicuro, ma non più morbido e nostalgico. Non a caso il tema dell’ultimo libro, Come questa pietra, è la guerra. I colori sono più cupi, le figure più spigolose. Il ritmo della narrazione è concitato, si può sentire il frastuono e il cozzare delle armi.
Ci saranno nuovi segni e nuovi sviluppi che Alessandro va scoprendo mentre pennello e bisturi lo portano in direzioni sconosciute, rischiose, che da artista può affrontare con le sue semplici ma potenti armi.